Il sommergibile Cappellini ricostruito a Cinecittà per “Comandante”

Oltre cento persone coinvolte nella realizzazione del sommergibile per il film Comandante di Edoardo De Angelis, scritto con Sandro Veronesi. Eccolo in un timelapse

Pierfrancesco Favino è Salvatore Todaro, il protagonista di Comandante, film diretto da Edoardo De Angelis e Sandro Veronesi. Il film, che ha aperto la 80esima Mostra del Cinema di Venezia, è nelle sale cinematografiche dal 31 ottobre con 01 Distribution.

Un progetto complesso per la sua storia e per la sua ambientazione: un sommergibile militare interamente ricostruito. Per la sua realizzazione sono state coinvolte ben cento persone, una grande squadra che fa parte delle eccellenze e maestranze che lavorano da tempo agli Studios di Cinecittà. Questo a dimostrazione che gli studi romani non sono solo un luogo che accoglie produzioni nazionali o internazionali, ma che mette a disposizione dell’intera industria le sue professionalità, ancora tra le più richieste.

Le peculiarità del sommergibile Cappellini

Per la ricostruzione del sommergibile Cappellini si è messa a lavoro una squadra guidata da Simona Balducci, architetto, che racconta così: “Il primo approccio con il team della produzione di Comandante è stato quando sono venuti a Cinecittà dicendoci che volevano fare un sommergibile di 73 metri. E che doveva galleggiare. Un team di ingegneri e architetti della società che per nostro conto si è occupata fisicamente della realizzazione – la Adamantis Ltd di Narni – ha prodotto gli esecutivi del sommergibile, che parte da una struttura centrale primaria, in pratica una ‘spina dorsale’, che poi si va ad ancorare sui pontoni galleggianti. Poi sono stati fatti gli altri elementi in lamiera sagomata, che si attaccano ad essa”.

La Balducci spiega: “Perché il Cappellini ha una sua struttura molto particolare, diversa da quella dei sommergibili tedeschi o americani, per questo non hanno potuto usare uno di quelli che normalmente si usano per le riprese cinematografiche. Negli anni ’40 del secolo scorso, infatti, furono costruiti undici sommergibili dello stesso modello del Cappellini (Classe Marcello, ndr), esteticamente molto speciale, ma non ne è rimasto nemmeno uno disponibile: nove furono abbattuti nella seconda guerra mondiale e due smantellati alla fine del conflitto”.

Pierfrancesco Favino in "Comandante" - Foto di Enrico De Luigi
Pierfrancesco Favino in “Comandante” – Foto di Enrico De Luigi

I dettagli sulla costruzione del sommergibile

La costruzione del sommergibile Cappellini in scala 1:1 è iniziata nel 2020. Lo scenografo Carmine Guarino (lo stesso di Il vizio della speranza, Indivisibili, È stata la mano di Dio), dopo un lungo e approfondito lavoro di studio e documentazione di materiale fotografico d’epoca, e dei piani di costruzione messi a disposizione grazie alla preziosa collaborazione con Fincantieri, ha realizzato un progetto in 3D del sommergibile Cappellini.

Da quel modello si è giunti alla realizzazione di uno scafo in acciaio di 73 metri, un vero e proprio simulacro dell’originale. Per ricreare le linee e le curve dello scafo è stato fatto un lungo lavoro su modelli tridimensionali e bidimensionali adattando naturalmente i disegni al progetto di galleggiamento realizzato dall’ingegnere navale Nicola Ferrari.

Gli interni e gli esterni del sommergibile Cappellini

Contemporaneamente al progetto di costruzione del simulacro del sommergibile, grazie al lavoro del virtual art department, è stato creato un modello digitale del Cappellini e dei particolari dello scafo da usare in tutte le scene subacquee in immersione e in tutti i casi in cui si è resa necessaria un’estensione grafica digitale. Terminata la fase progettuale, ci si è avvalsi della collaborazione di Cinecittà per la realizzazione di tutte le parti di grandi dimensioni e anche per la creazione delle componenti di medie e piccole dimensioni, quali portelloni, garitte e cannoni.

Lo scafo, prima costruito e montato negli Studios di Cinecittà, è stato poi smontato, trasportato e rimontato a Taranto, all’interno del bacino di carenaggio Ferrati dell’arsenale, grazie al fondamentale supporto della Marina Militare. Posizionato su pontoni galleggianti, il simulacro del Cappellini è stato in seguito trainato in mare aperto dove sono state girate le scene del film.

Per quanto riguarda le sequenze all’interno del sommergibile si è deciso di modificare alcune parti della costruzione scenografica preesistente di un sommergibile tedesco che è stato appunto trasformato in un sommergibile italiano. La costruzione dei locali ufficiali è stata invece realizzata completamente ex novo sulla base di più di 50 tra bozzetti ed esecutivi.

La trama ufficiale di Comandante

All’inizio della Seconda guerra mondiale Salvatore Todaro comanda il sommergibile Cappellini della Regia Marina. Nell’ottobre del 1940, mentre naviga in Atlantico, nel buio della notte si profila la sagoma di un mercantile che viaggia a luci spente, il Kabalo, che in seguito si scoprirà di nazionalità belga e carico di materiale bellico inglese, che apre improvvisamente il fuoco contro il sommergibile e l’equipaggio italiano.

Scoppia una breve ma violenta battaglia nella quale Todaro affonda il mercantile a colpi di cannone. Ed è a questo punto che il Comandante prende una decisione destinata a fare la storia: salvare i 26 naufraghi belgi condannati ad affogare in mezzo all’oceano per sbarcarli nel porto sicuro più vicino, come previsto dalla legge del mare. Per accoglierli a bordo è costretto a navigare in emersione per tre giorni, rendendosi visibile alle forze nemiche e mettendo a repentaglio la sua vita e quella dei suoi uomini.

Quando il capitano del Kabalo, sbarcando nella baia di Santa Maria delle Azzorre, gli chiede perché si sia esposto a un tale rischio contravvenendo alle direttive del suo stesso comando, Salvatore Todaro risponde con le parole che lo hanno reso una leggenda: “Perché noi siamo italiani”.

Margherita Bordino

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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