Gli architetti di Piuarch progettano il nuovo Hub della Cultura alle porte di Torino
Il polo nascerà nell’ambito del progetto di rigenerazione della corona periurbana di Torino, finanziato dal PNRR. L’Hub riqualificherà una vecchia caserma in disuso secondo i principi della biofilia, ospitando un museo, un auditorium, una scuola, spazi per coworking e aggregazione
Ammonta a 7 milioni di euro il fondo stanziato per la realizzazione di un Hub della Cultura nel centro di Venaria Reale, alle porte di Torino. Il finanziamento è solo parte di un più ampio progetto di investimento sulla rigenerazione urbana e sociale della corona periurbana del capoluogo piemontese, ribattezzato Tra Urbano e Periurbano, e foraggiato dal PNRR. Nello specifico, l’area di interesse storico-artistico contraddistinta dalla presenza della celebre reggia sabauda si avvarrà dell’intervento architettonico dello studio Piuarch, chiamato a riqualificare una caserma in stato di abbandono con la progettazione di un nuovo polo culturale alla prima periferia di Torino (ma in un contesto altamente urbanizzato, per lo sviluppo edilizio generato dalla Reggia a partire dalla fine del Seicento).
L’Hub della Cultura di Piuarch a Venaria Reale
Il progetto nasce sulla scorta del dialogo con le preesistenze naturali e storiche che caratterizzano l’area, dai giardini geometrici all’italiana di Venaria al paesaggio del Parco naturale regionale della Mandria. E dunque l’Hub si articolerà in una serie di “stanze verdi” che avranno il compito di connettere le diverse zone della città, mettendo al centro dell’abitare la natura, secondo i principi dell’architettura biofilica (si veda, tra gli esempi più riusciti in Italia, il progetto di Kengo Kuma per il complesso di uffici Welcome al Parco Lambro di Milano). L’obiettivo è quello di favorire le relazioni umane, invitando i cittadini a vivere gli spazi aperti (e all’aperto), che non solo saranno tessuto connettivo tra gli edifici dell’Hub, ed elemento utile a convogliare i flussi, ma innanzitutto luogo di confronto e interazione. Si definisce così un polo modulare e fluido, esemplato sul modello delle corti che richiama la vecchia caserma.
Ma quali saranno le funzioni riunite nel sito? A nord, dove già insiste la biblioteca cittadina, nasceranno due edifici: il primo ospiterà il museo della storia di Venaria Reale, un archivio storico e spazi per il coworking con affaccio sulla cosiddetta Piazza della cultura; il secondo sarà sede di un auditorium da 260 posti e ospiterà diverse sale polifunzionali, posizionandosi come volume di passaggio tra la prima corte e la Piazza degli Alberi. A sud, invece, ci sarà spazio per una scuola civica, da progettare in un secondo momento, con finanziamenti ancora da concretizzare.
Tutto improntato alla sostenibilità dei materiali – in prevalenza legno, sia per le parti strutturali che per l’involucro – e alla riduzione dell’impatto energetico, con grandi lucernari e vetrate che favoriscono l’ingresso della luce naturale, un sistema di schermatura delle facciate con brise soleil in legno che protegge dal calore in estate e ottimizza il guadagno solare in inverno, l’utilizzo di pannelli fotovoltaici (per copertura, facciata e pensiline del campus). L’approccio digitale alla progettazione favorirà inoltre l’ottimizzazione delle risorse in fase di standardizzazione dei componenti costruttivi, prefabbricati e preassemblati offsite. Ancora da definire i tempi di conclusione del cantiere.
Piuarch, la rigenerazione urbana e la centralità del verde
Fondato nel 1996 da Francesco Fresa, Germán Fuenmayor, Gino Garbellini e Monica Tricario, e vincitore del Premio Architetto Italiano 2013, lo studio milanese Piuarch ha sin dall’inizio messo al centro del fare architettura l’attenzione al contesto, non solo fisico ma anche culturale, sociale e ambientale. E non è nuovo ad affrontare ambiziosi progetti di rigenerazione urbana, come la riqualificazione dei due iconici edifici progettati da Vittorio Gregotti a Milano Bicocca, che entro il 2026 costituiranno il nuovo complesso BiM, frutto di un investimento da 250 milioni di euro, e sempre centrato sulla valorizzazione degli spazi verdi. Strategia già adottata, recentemente, per la realizzazione del nuovo polo produttivo di Fendi, inaugurato all’inizio del 2023 alle porte di Firenze, risultato di una riuscita riflessione sulla relazione tra spazi produttivi e paesaggio rurale.
Livia Montagnoli
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