Allestimenti ariosi, riaperture di aree chiuse e dismesse, ristrutturazioni ad hoc. È rinato, dopo sei anni di riqualificazioni, il Complesso Monumentale della Pilotta di Parma, enorme museo enciclopedico nonché unica istituzione pubblica italiana del suo genere. Un progetto ideato dal direttore Simone Verde, la cui visione proietta il complesso parmigiano da 30mila metri quadri – composto da una grande pinacoteca, un museo archeologico e uno bodoniano, un teatro seicentesco e una biblioteca, tutti istituti nati insieme e smembrati nell’Ottocento – nel pantheon dei grandi musei europei. “Mi congratulo con tutto il team della Pilotta, che ha reso questo museo ciò che deve essere: un luogo vivo”, ha commentato il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano al taglio del nastro il 10 novembre. “Questo si inserisce nel solco di ciò che il Ministero sta già realizzando con i nuovi eventi di musica dal vivo dentro i musei, ma anche con la multimedialità (come si vede nel Museo Caruso di Napoli) e con gli spazi pensati per i giovani. Il museo deve essere un luogo dove scambiarsi pensieri e idee”. E questo vuole essere la nuova Pilotta (parzialmente anticipata lo scorso luglio), che si propone come strumento di “analisi intellettuale” collettiva e partecipativa, e allo stesso tempo accessibile e aperta. Una dei punti chiave dell’operazione è stata infatti la riqualificazione degli spazi connettivi del complesso, come lo scalone monumentale, l’area esterna dei cortili (in primis la Cavallerizza) e soprattutto il vestibolo del teatro, prima adibito a magazzino e ora finestra sulla sua lunga storia.
Il Museo Archeologico del Complesso della Pilotta
Va a completare, finalmente, l’offerta enciclopedica della Pilotta la riapertura del Museo Archeologico a lungo chiuso. Tra i più antichi d’Italia, il Museo Archeologico è stato istituito nel 1760 per ospitare i manufatti degli scavi della vicina città romana di Veleia, arricchitosi poi con l’acquisizione di materiali egizi, etruschi e romani. Dalla preistoria all’età imperiale, la collezione del Museo trova qui un allestimento luminoso, arioso, completo e allo stesso tempo minimale, dalle selci ai manufatti della civiltà di Terramare, fino ai monili etruschi e agli elmi celtici. Bellissimi il corridoio della necropoli, la sala affrescata con l’allegoria dell’Archeologia e le sculture della dinastia Giulio-Claudia ma soprattutto la Tabula alimentaria di Traiano, la più grande tavola bronzea iscritta romana mai trovata, che al tempo dei primi scavi aveva portato Veleia a rivaleggiare con Pompei.
La ex Galleria Nazionale della Pilotta
Una parte consistente dei lavori si è concentrata sulla ex Galleria Nazionale, che ospita capolavori come La scapigliata di Leonardo da Vinci o la Schiava turca del Parmigianino, o ancora le Pale di Correggio (con tanto di cornice inclinabile per permettere agli studenti di studiarlo meglio). L’allestimento della Galleria è stato completamente ripensato in termini di suddivisione dei nuclei delle collezioni, con un occhio alla leggibilità delle opere e alla contestualizzazione architettonica contemporanea. In quest’ottica è stata riconsegnata al pubblico l’Ala Nord Alta con sette nuove sale dedicate agli esponenti più significativi dell’arte emiliana tra Cinquecento e Seicento (l’itinerario è dello Studio Bordi Rossi Zarotti); mentre le sale dell’Ala Nord bassa hanno un nuovo allestimento del ricco patrimonio di medaglie e monete rinascimentali e di volumi a stampa mai esposti prima.
Il Teatro Farnese di Parma
Novità anche per lo straordinario Teatro Farnese, primo vero teatro moderno d’Italia aperto per le nozze del principe Odoardo Farnese nel 1628. La magnifica struttura interamente lignea ospitò l’allora ambito Claudio Monteverdi, i suoi castrati e le sue naumachie (previo allagamento del teatro stesso), presenti in opere come Mercurio e Marte. Parzialmente distrutto e ricostruito dopo la seconda guerra mondiale, il teatro è oggi arricchito da un videomapping filologicamente corretto e proiettato nel proscenio ogni mezzora, che permette di “riattivare” la macchina scenica del lussuoso teatro evocandone gli antichi fasti.
La Biblioteca Palatina e il Museo Bodoniano
Un nuovo volto è stato disegnato poi per il Museo Bodoniano – il più antico museo della stampa in Italia, inaugurato nel 1963 in occasione del 150° anniversario della morte del tipografo piemontese Giambattista Bodoni –, ora al piano terra del Complesso, e lo stesso si può dire per la Biblioteca Palatina. Questo spazio sontuoso, che custodisce una straordinaria collezione di testi antichi che risalgono fino all’XI secolo, è stato completamente rivisto secondo criteri estetici ma anche funzionali: se prima l’ambiente d’ingresso era molto confuso, e mescolava l’accesso degli studenti e degli studiosi con quello dei turisti, ora la Sala Paciaudi è stata completamente riportata alla forma originale, mentre le sale interconnesse permettono di ammirarne affreschi, volumi e scaffalature, fino al busto canoviano della amatissima madrina di Parma Maria Luigia d’Asburgo-Lorena.
Giulia Giaume
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