Il più grande museo d’arte contemporanea svizzero si decide tramite referendum. A Zurigo per ampliare la Kunsthaus con il progetto di David Chipperfield danno la parola al popolo: ed il 53.9% dice sì
Fra pochi mesi, comunque entro il 2013, dovrebbero finalmente spuntare le gru, che opereranno per quattro anni. Obiettivo? Inaugurare l’edificio nel 2017, così che diventi – sommando l’area espositiva dell’edificio storico, che nei primi Anni Zero era già stato oggetto di un importante ampliamento – il più grande museo d’arte sul suolo svizzero. Quale museo? […]
Fra pochi mesi, comunque entro il 2013, dovrebbero finalmente spuntare le gru, che opereranno per quattro anni. Obiettivo? Inaugurare l’edificio nel 2017, così che diventi – sommando l’area espositiva dell’edificio storico, che nei primi Anni Zero era già stato oggetto di un importante ampliamento – il più grande museo d’arte sul suolo svizzero. Quale museo? La Kunsthaus di Zurigo, dopo l’ampliamento progettato dallo studio David Chipperfield Architects, quasi 19mila mq in più a disposizione per un costo approssimativo di 180 milioni di franchi.
Ma non erano notizie già conosciute? Sì, ma l’ultima parola però è stata detta oggi, 25 novembre: e a dirla è stata la popolazione. Già, perché da quelle parti le parole democrazia e civiltà sono cose serie: e prima di procedere con un progetto che cambierà alquanto il volto della città, costando anche un bel po’ ai contribuenti zurighesi, hanno chiesto a loro l’autorizzazione: che è arrivata, anche se con un non proprio plebiscitario risultato del 53.9%. Tant’è, si proceda: il nuovo edificio, che sarà destinato principalmente all’arte dagli anni ’60 in poi, consentirà diversi tipi di allestimento per i nuovi media, la grafica e la fotografia, i dipinti, le installazioni e le sculture. Spazi più flessibili per mostrare la collezione (che attualmente è per il 90% relegata nei magazzini), il nucleo della Collezione Bührle e – non da ultimo – produrre mostre temporanee che non debbano scontrarsi con la rigidità delle aree del complesso disegnato da Karl Moser.
Il cubo di Chipperfield troverà spazio esattamente di fronte all’edificio preesistente – i due volumi saranno collegati da un passaggio pubblico sotterraneo – su Heimplatz, fungendo altresì da connettore fra l’edificio storico e il parco di sculture che si trova in direzione nord. Sarà caratterizzato da un colossale foyer che comunica immediatamente l’obiettivo del progetto: offrire al visitatore superfici ampissime, abbondante luce naturale (e dove non bastasse, supportata da quella prodotta dalle celle fotovoltaiche piazzate su parte del tetto) e servizi all’altezza di un museo degno di questo nome (caffè, museum shop, area ristoro e servizi educativi).
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