Il presente dell’intelligenza artificiale. Intervista a Carlo Antonelli

Si è da poco concluso AIXA, il summit di Fiera Milano che fa il punto sulle più recenti applicazioni dell’intelligenza artificiale, diretto dal giornalista Carlo Antonelli. L’abbiamo intervistato sulle ultime novità dell’AI in campo culturale, scientifico e sociale

Carlo Antonelli è da decenni una delle menti imprenditoriali più creative d’Italia: direttore della Sugar Musicdal 1993 al 2003, poi giornalista, direttore di Rolling Stone fino al 2011. E ancora, nel 2009 è co-fondatore, insieme a Luca Guadagnino, della casa cinematografica First Sun (co-produttrice di film tra cui Io sono l’amore e Suspiria). Inarrestabile, dal 2011 al 2014 dirige Wired Italia, ideando il Wired Next Fest. E non solo. Sebbene i suoi interessi possano sembrare i più disparati, tutte le sue scelte sono accomunate da un semplice filo rosso: la curiosità e l’interesse per il presente e per la contemporaneità che, se osservata attentamente, regala più “shock” del provare a indovinare il futuro. Ed è per questo che il suo avvicinamento, negli ultimi anni, ai temi dell’innovazione dei linguaggi digitali e alle questioni che riguardano la rivoluzione messa in atto dall’intelligenza artificiale, è una naturale evoluzione del suo straordinario percorso. Dal 2022 è stato direttore dell’unità di Knowledge, Research and Development “Business International” di Fiera Milano, di cui è attualmente advisor. E nello stesso anno crea il meeting Creating with Blockchain in collaborazione con NERO Editions e Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, al quale è seguita la ricerca Page Not Found, confluita nell’Osservatorio sul futuro dell’editoria 2023Artribune ha avuto il piacere di intervistarlo – all’indomani della sesta edizione di AIXA – Artificial Intelligence Expo of Applications, che si è svolta a Milano l’8 e il 9 novembre – sulle presenti e future applicazioni dell’AI nei campi dell’healthcare, ma anche della cura della persona, del lavoro, delle arti visive e molto altro. 

Intervista a Carlo Antonelli

Si è appena concluso AIXA – Artificial Intelligence Expo of Application, summit dedicato alle più recenti e innovative applicazioni dell’Intelligenza Artificiale. Innanzitutto, vuoi spiegarci quali sono stati gli highlights di questo appuntamento?
Essendo il termine “intelligenza artificiale” la parola più “consumata” dell’anno, non avevamo dubbi che sarebbe stato in qualche modo un summit più corposo, più frequentato, e più ricco di sponsor e quindi di spunti. Però il cuore della discussione rimane sempre lo stesso: sono molti anni (almeno dieci) che i sistemi esperti accompagnano il manufacturing, la logistica e l’analisi predittiva dei dati. Quindi fin dal 2018 abbiamo voluto concentrarci sulle applicazioni pratiche della stessa, e non sull’idea di AI. Negli ultimi due anni è emersa la centralità della cura della persona e la salute. Nell’healthcare i progressi sono enormi: lo sono nella medicina di precisione, lo sono nella cura al paziente e naturalmente nella diagnostica. E si sono in particolare visti in azione grazie ai robot portati dall’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova. E anche nella cura del paziente solitario, nella cura dell’anziano.

AIXA - Artificial Intelligence Expo of Applications
AIXA – Artificial Intelligence Expo of Applications

Ovvero?
Uno dei campi applicativi che sono più evidenti (un po’ come prediceva il film di Spike Jonze Her) sono quelli che riguardano la solitudine, attraverso l’interazione con interlocutori e sistemi artificiali. Ricordiamoci che quest’anno, in Italia, i nuclei monofamiliari hanno definitivamente superato quelli composti da più di un elemento; e quindi è evidente che ci troviamo di fronte a una società che ha una composizione completamente nuova, e per la quale i sistemi di caring che l’AI provvede sono assolutamente fondamentali. Non a caso il meeting si è aperto con un assistente ologrammatico digitale, Hannah, che dava informazioni ai partecipanti.

AIXA - Artificial Intelligence Expo of Applications
AIXA – Artificial Intelligence Expo of Applications

C’è un mondo dietro ai sistemi artificiali di dialogo. Giusto pochi giorni fa, ad Artissima, un workshopha coinvolto Alia, un’entità artificiale sviluppata dal dipartimento Deep Learning e Big Data di Alkemy Spa. 
Di solito tendiamo ad attribuire agli assistenti digitali un genere femminile, non chiedermi perché. Ma se Hannah è “figurativamente” una ragazza, Alia è invece un puro chatbot che abbiamo sviluppato per il secondo appuntamento del The New Atlas Digital Arts al Meet Digital Culture Center, che si è tenuto lo scorso a luglio, insieme a Maria Grazia Mattei e Ilaria Bonacossa – quindi coinvolgendo anche il Museo Nazionale d’Arte Digitale [la cui apertura è prevista nel 2026]. È stato poi riproposto da Bonacossa nel corso di Artissima al Beyond Production Symposium, e in quell’occasione abbiamo notato che, mentre a luglio era un po’ “rigidina”, Alia si era molto evoluta. Gli haiku che le facevamo fare all’inizio erano abbastanza limitati, mentre ora anche dal punto di vista di scrittura poetica era migliorata. E così è migliorata anche la sua capacità di restituire i veri e propri atti del convegno (motivo per cui avevamo lavorato con Alkemy anche nella fase iniziale). 

AIXA - Artificial Intelligence Expo of Applications
AIXA – Artificial Intelligence Expo of Applications

Potremmo dire che l’ingresso dell’elemento del linguaggio nei sistemi intelligenti ha sicuramente costituito un punto di svolta nell’intera narrazione intorno all’AI.
Nel momento in cui si è visto che questi sistemi entravano nella produzione di linguaggio, ovvero in uno dei cardini del nostro essere umani, lo spavento e le opportunità sono cresciute. In realtà poi, uno dei punti più interessanti di questa edizione di AIXA è stato proprio quello di mettere un punto interrogativo sulla sua definizione stessa. Infatti, quando John McCarty nel 1956 ha coniato questo termine, è stata proprio l’implicazione del termine “intelligenza” a creare numerosi problemi, perché riportava all’intelligenza umana, escludendo così tutte le altre intelligenze: la vegetale, l’animale, la minerale (per citare il pensiero di Donna Haraway). E quindi è una definizione non esattamente appropriata, perché porta addirittura ad un’idea di coscienza, che certamente non riguarda quelli che ad oggi sono dei sistemi esperti “ricombinatori”. 

AIXA - Artificial Intelligence Expo of Applications
AIXA – Artificial Intelligence Expo of Applications

Spiegaci meglio.
Qui entriamo in faccende ampiamente dibattute che riguardano anzitutto l’etica, ma anche la proprietà intellettuale (i prodotti dell’AI appartengono agli utenti che la utilizzano, al produttore del software che l’ha sviluppata o agli originali possessori dei dati?). È una materia che vede come veri e propri creativi gli studi legali, che infatti anche quest’anno sono stati protagonisti, mentre il legislatore fa una grande fatica a stare dietro a ogni velocissima situazione in corso, come è ovvio. Evidentemente invece degli agreement devono essere fatti, e quindi sta ai professionisti della proprietà intellettuale il compito di trovare rapidamente delle definizioni accettabili, plausibili e appunto controllabili. Nonostante ciò, abbiamo visto 15 giorni fa la Presidenza Biden prendere posizione sui rischi dell’intelligenza artificiale stessa e abbiamo visto a Londra la settimana scorsa i capi di governo e il premier inglese affannarsi a mettere degli “steccati” per limitare gli usi più “pericolosi” della stessa. All’AIXA, Stefania Siani (presidente dell’ADCI Art Director’s Club Italiano) ha giustamente sottolineato come l’ordine del discorso quest’anno si fosse unicamente posto sui rischi. E come quindi nella sua proposta ci fosse l’idea di un rebranding proprio della denominazione “intelligenza artificiale”, che sia capace di esprimere anche le opportunità che sta creando.

AIXA - Artificial Intelligence Expo of Applications
AIXA – Artificial Intelligence Expo of Applications

Le innovazioni nel campo dell’editoria saranno invece protagoniste di Cosa leggeremo l’anno prossimo?, in programma il prossimo 17 novembre 2023 nel contesto di Bookcity Milano 2023.
La Fondazione Feltrinelli ha chiesto a NERO Editions e a me di curare la ricerca preparatoria al loro Osservatorio sul futuro dell’editoria 2023. L’idea che è venuta fuori – Page Not Found – era quella di concentrarci su un elemento che abbiamo ritenuto centrale: la lettura. C’era troppa enfasi diciamo sul “publishing”, e quindi sull’importanza tuttora assoluta del libro cartaceo, sul funzionamento (o meno) dell’e-book, sul ruolo degli audiolibri (che in Italia è abbastanza irrilevante). E anche sull’interessante fenomeno dei booktoker. Questa era l’analisi del rapporto antecedente, e quindi era interessante ribaltare lo sguardo per concentrarsi sulla pura lettura e ad esempio capire se anni di letture dentro l’universo immersivo che è già lo schermo del telefono (specie con delle immagini in movimento sullo sfondo) non avessero portato a delle trasformazioni nel meccanismo stesso del vedere, se non addirittura delle trasformazioni morfologiche della retina o dell’occhio (un po’ come erano aumentati i pollici ai grandi gamer giapponesi e coreani).

E cosa è emerso?
La risposta è stata no. Tuttavia, non sarebbe necessario porsi il problema di progettare – anche dal punto di vista strettamente grafico – gli oggetti editoriali in un modo differente, visto che vengono comunemente fruiti in un contesto non più statico? L’altra cosa di cui ci siamo occupati era il rapporto tra le neuroscienze e la lettura, e abbiamo scoperto che l’argomento stava esplodendo anche in ambito accademico, in particolare per quello che riguarda la dicotomia tra attenzione e distrazione. Quindi il rapporto è ruotato intorno a questo ribaltamento di prospettiva, fino ad arrivare al caso squisitamente italiano del primo magazine nato nel metaverso: Red-Eye, diretto da Gloria Maria Cappelletti ed edito dal gruppo Fasten Seat Belt, che ha individuato degli interessanti sistemi di circolazione del lettore all’interno di ambienti editoriali immersivi.

Laura Cocciolillo

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Laura Cocciolillo

Laura Cocciolillo

Laura Cocciolillo (Roma, 1997), consegue la laurea triennale in Studi Storico-Artistici presso la Sapienza di Roma. Si trasferisce poi a Venezia, dove consegue la laurea magistrale in Storia delle Arti, curriculum in Arte Contemporanea. Specializzata in arte e nuove tecnologie…

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