La città di Bodø in Norvegia si prepara per essere Capitale Europea della Cultura 2024
Questa città circondata dai fiordi prevede di trasformarsi nei prossimi anni, coinvolgendo anche la comunità Sámi. Ne abbiamo parlato con il Responsabile del programma di Bodø2024
Designata capitale culturale per il 2024, insieme alla città estone Tartu e all’austriaca Bad Ischl, la norvegese Bodø ha varato un vasto programma valido anche come piattaforma da cui sviluppare ulteriori progetti di crescita urbana e culturale. Il Direttore Responsabile del programma, Henrik Sand Dagfinrud, ci svela i primi dettagli.
Intervista al Direttore Generale di Bodø2024, Henrik Sand Dagfinrud
Qual è il concetto generale alla base di Bodø2024?
Il focus è sullo sviluppo generale della città e sul nuovo quartiere che nascerà nei prossimi 50 anni. L’aeroporto si allontanerà di un chilometro, aprendo un’enorme area per lo sviluppo urbano. Ciò accade mentre la regione soffre di declino demografico. Quindi ci siamo chiesti quale potrebbe essere il modo ideale per creare attività, per riunire gli abitanti. Volevamo qualcosa che non fosse basato sugli eventi, ma fosse un progetto a lungo termine. Abbiamo cercato di creare un progetto artistico specifico delle zone del Nord, basato sui contrasti estremi tra la luce naturale e l’ambiente artico; ad ogni cambiamento di stagione la luce e l’ambiente circostante ci influenzano in modo diverso.
Come si trasformerà la città, nel 2024?
La trasformazione è già in atto, la città sta cambiando abbastanza velocemente. Potrebbe non avvenire necessariamente nell’ambito di Bodø2024, ma il cambiamento di atteggiamento, in termini di fiducia e qualità, è sorprendente. Vivo qui dal 2013 e da allora la città è cambiata completamente, con una nuova sala per concerti, una biblioteca, un palco polifunzionale nel vecchio bagno pubblico, progetti e spazi artistici avviati da artisti. E poi, in seguito all’incremento dell’attività in città, una totale trasformazione del panorama della ristorazione, nuovi caffè e negozi. E ora, per completare questo cambiamento tangibile e visibile, nel 2024 verranno aperti un nuovo museo nazionale d’arte e il museo civico.
Quali sono le mostre più importanti in programma?
Abbiamo un programma espositivo articolato su molti buoni progetti. NOUA, associazione gestita da artisti, sta creando una mostra sulle stagioni, con artisti e istituzioni partner europei, cofinanziata da Creative Europe. Un risultato assolutamente sorprendente in sé e per sé, che non vedo l’ora di vedere. Il museo civico si sta trasformando in un temporaneo museo Sami. Direi che tutte le mostre del 2024 sono importanti, ma la mostra di arte e artigianato con oggetti mai esposti prima nella nostra regione potrebbe occupare un gradino più alto. O ancora, la mostra estiva su Peder Balke a Bodøgaard. Allo stesso modo, penso che la mostra di outsider art che si terrà al Bodø Kunstforening a luglio sia rilevante. A questo proposito, siamo fortunati a poter contare sull’aiuto di esperti del museo Trastad Samlinger, e non credo che Bodø abbia mai visto una mostra di outsider art di questo livello. Vorremmo che, attraverso questo vasto cartellone culturale, le persone scoprissero qualcosa che non sapevano di poter apprezzare.
I progetti di Bodø Capitale Europea della Cultura 2024
I Sámi (o altre minoranze) saranno coinvolti in Bodø2024?
Certamente. Bodø si trova in Lapponia [la regione dei Sámi, ndr] e l’identità di città e area Sámi è in costante sviluppo. La storia e la cultura della città stessa sono a metà fra la comunità Sámi e il resto della Norvegia. Certo, questo popolo ha sofferto a causa della politica di assimilazione del secolo scorso e gran parte della sua cultura è andata perduta. Lingua, simbologia e spiritualità, territorio, ma anche sicurezza, senso di appartenenza e così via. Ci stiamo lavorando e penso che le cose stiano andando nella giusta direzione, ma ci sono anche continue violazioni dei diritti umani a livello statale. Nel nostro progetto, la dimensione Sámi è presente in quasi tutto il cartellone.
Per questi progetti avete avviato anche collaborazioni internazionali? In quali termini?
Sì, e questo è probabilmente uno degli aspetti più impegnativi di essere Capitale Europea della Cultura. Molti di questi progetti sono organizzati in strutture temporanee. Ma le relazioni a lungo termine dovrebbero essere costruite attraverso strutture durature, ad esempio attraverso il Lofoten International Arts Festival (LIAF) che collabora con un festival artistico internazionale per un progetto che speriamo di annunciare presto e di realizzare nel 2024. Abbiamo anche avuto la fortuna di sviluppare un ottimo rapporto con il Museo Nazionale Estone di Tartu, la nostra sorella capitale della cultura per il 2024. Il legame tra l’Estonia e la Norvegia settentrionale è diventato una risorsa per noi, non solo attraverso le collaborazioni artistiche, ma anche attraverso legami culturali, linguistici e storici. Questi collegamenti sono generalmente trascurati e poco noti, ma sono diventati importanti per il nostro progetto.
Avete anche progetti a lungo termine, che effettivamente proseguiranno dopo il 2024?
Alcuni progetti a livello europeo sono pensati per funzionare anche oltre il 2024, altri si collegano alle future capitali della cultura. Altri ancora dovrebbero lasciare strutture più o meno permanenti. Ad esempio il progetto Arts of Democracy, per la cui occasione produrremo una serie di performance; inoltre, Bodø ora è una città che fa parte dell’International Cities of Refuge Network e anche questo è un risultato duraturo. E non credo che dovremmo sottovalutare l’effetto della rete, delle relazioni e dell’esperienza. Le connessioni stabilite, i nuovi modi di pensare e le ambizioni più elevate avranno nel tempo un impatto molto maggiore rispetto agli specifici contatti operativi che Bodø ha stabilito per i progetti del prossimo anno. Credo che i progetti migliori siano ancora davanti a noi. Le idee continueranno a svilupparsi nel corso dell’anno e abbiamo grandi opportunità per trovare le giuste connessioni in Europa. Penso che il prossimo anno sarà l’inizio, non la fine.
Niccolò Lucarelli
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati