L’elogio dell’infanzia dell’artista Sophie Ko in mostra a Milano
Prima che una stella cada è la terza personale che l’artista tiene nella galleria Renata Fabbri di Milano depositando quesiti esistenziali in forma di polveri, stratificazioni di pigmenti e ceneri in grandi cornici geometriche
Una foglia accartocciata (in bronzo) per un finto caso è posata su un ripiano della scala che conduce all’interrato della galleria: è autunnale, marca il tempo, muore e ciclicamente rinasce. La foglia diventa poi una vela della barchetta-gioco, il cui scafo di corteccia (in verità sempre fusione in bronzo) veleggia sul pavimento. Intorno, un’epigrafe con caratteri d’oro cita una poesia: Peter Handke, Elogio dell’infanzia. L’artista l’ha incisa di suo pugno, come si fa da giovani romantici, sui fusti degli alberi, sulle colonne dei templi greci, per lasciare detto che si siamo stati e che quando il bambino era bambino, non sapeva di essere un bambino, per lui tutto aveva un’anima e tutte le anime erano un tutt’uno. Perché alla fine, cos’è il tempo? Una misura che tiene insieme questa esistenza, che è un’interruzione del nulla che va verso il nulla. Sophie Ko, con la sua grazia immaginifica e leggera, deposita i suoi quesiti esistenziali in forma di polveri nelle Geografie temporali, stratificazioni di pigmenti e ceneri contenute all’interno di grandi cornici geometriche, frammenti che un occhio puro ricombina in forme universali.
La mostra di Sophie Ko da Renata Fabbri
Prima che una stella cada è la terza personale che l’artista tiene nella Galleria Renata Fabbri di Milano. L’enumerazione dei misteri del micro e macrocosmo, scanditi dal crepitio delle foglie quando lasciano l’albero, dalla luce delle stelle esplose, dalla polvere che insieme al nulla descrive l’universo. “L’eterna clessidra dell’esistenza viene sempre di nuovo capovolta e tu con essa, granello di polvere!” (Nietzche F. Gaia Scienza, Libro IV, aforisma 341).
Il senso del tempo sospeso, come nell’infanzia, dove tutto è mistero e magia.
E pure, in questa parentesi allucinata di vita, abbiamo bisogno di un desiderio, che sia un moto esplosivo o implosivo di una stella, la gravità che apre le crepe e ridisegna l’informale in forma, la foglia che crepita a terra, un flash di luce che rivela due mani, adulta e bambina, di arte.
“Noi passiamo, così, e mi sembra che tutti siano distratti e occupati e non prestino la giusta attenzione al nostro passare. Come se cadesse una stella e nessuno la vedesse e nessuno formulasse per sé un desiderio”, Koriprende Rainer Maria Rilke dei Quaderni di Malte Laurids Brigge e invita al desideriosu cui spesso si inciampa guardando per terra.
Neve Mazzoleni
//Fino al 18 novembre 2023
Prima che una stella cada
Sophie Ko
Testo critico di Riccardo Venturi
Galleria Renata Fabbri
Via Stoppani 15c
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