I nuovi idoli di Stephan Balkenhol sono in mostra a Milano
Con i loro piedistalli, le figure scolpite da Stephan Balkenhol ed esposte alla Galleria Monica De Cardenas sembrano quasi santi contemporanei. E talvolta hanno anche testa d’animale
La prima impressione sensoriale che accoglie il visitatore nella Galleria Monica De Cardenas è il profumo intenso di legno e resina, come in un bosco di cedri, pioppi, e obeche tropicale. La mostra di figure scolpite in legno dell’artista tedesco Stephan Balkenhol (Fritzlar, 1957) proietta in quella dimensione atemporale e sospesa che si coglie talvolta camminando in una foresta, dove le attività umane sono attenuate a favore dei ritmi lenti e ricorsivi della natura.
La mostra di Stephan Balkenhol a Milano
Eppure, la sensazione così forte non deve condurre ad una lettura ecologista del lavoro, che invece ha al suo centro la ricerca sulla figura umana. La sospensione è data dalla ieraticità delle statue, quasi santi stiliti su basamenti legnosi massicci, e ancora cariatidi e telamoni classici, impassibili nel portare il peso della colonna a loro soprastante; ma anche dalla magia dei totem a cui portare deferenza, a cui rivolgere preghiere, sebbene vestiti dall’abito anonimo della contemporaneità. La mano dell’artista si legge nei colpi di scagliola inflitti al legno, lasciati volutamente a vista, come gesto espressivo. Profili in stiacciato donatellesco, alternati a volumi squadrati romanici, con colpi di colori primari. Jeans e berretti, alternati a gorgiere e tonache. Poi la comparsa di teriantropi – mezzi animali, mezzi uomini – in pose della quotidianità moderna. Difficili da interrogare. Perché non parlano? Non hanno nulla da dire. E qua risiede il minimalismo espressivo dell’artista, che nasconde la sua Eva in una selva di betulle, bianche, diafane, invernali.
Neve Mazzoleni
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