Il benessere aziendale con l’arte e la cultura. Intervista a Giovanni Andrea Toselli di PwC
A beneficio della collettività e dei propri professionisti, la società PwC arricchisce il suo programma di attività a sostegno della cultura in tutte le forme. Dall’arte alla musica classica
Nelle grandi organizzazioni internazionali, si riconosce sempre più l’importanza dell’arte e della cultura. Il motivo non è solo di immagine o di business; l’aumento di produttività è aspetto secondario. Lo si fa per il territorio, soprattutto in Paesi dal patrimonio immenso come l’Italia, riconoscendo il ruolo sociale che l’azienda si vede attribuito. Lo si fa ancor più per le persone: per il benessere e la crescita armonica dei propri professionisti e della società nel suo complesso. “Il potenziale di un individuo non è dato solo dalle sue competenze tecniche; ciascuno va preso nella sua rotondità, che comprende anche l’arte e la cultura”. È questa la posizione assunta da Giovanni Andrea Toselli, Presidente e Amministratore Delegato di PwC Italia. Facendo tesoro dell’esperienza della pandemia, la grande organizzazione di servizi professionali alle imprese si è attivata a sostegno e promozione di progetti culturali e artistici che completino il lato pratico del lavoro quotidiano. È con questo obiettivo che sono nate iniziative come Sguardi dalla Torre – esposizione del Ritratto di Giuliano de’Medici di Botticelli al ventisettesimo piano della Torre PwC di Milano, in collaborazione con l’Accademia Carrara – oppure le collaborazioni con il PAC e il MAXXI. Le motivazioni alla base delle scelte guardano alla tradizione italiana, accanto al riconosciuto beneficio per le persone. Quest’ultimo aspetto, meglio espresso come benessere e crescita sana di tutto l’individuo, è particolarmente evidente in uno dei più recenti. È da poco stato avviato il sostegno ai “Primi mille giorni d’arte” al Centro Pecci di Prato. Rivolto alle donne in gravidanza e alle famiglie con figli piccoli, si propone di rendere l’arte un mezzo che contribuisca alla salute e allo sviluppo armonico di adulti e bambini.
Di queste tematiche abbiamo discusso con il Presidente, durante la presentazione della nuova stagione della “Riccardo Muti Italian Opera Academy”, realizzata insieme a Fondazione Prada e sostenuta da PwC Italia.
Le ragioni per investire nell’arte e nella cultura
Da dove nasce la decisione di impegnarsi e sostenere il mondo della cultura?
Siamo un’organizzazione con novemila persone, e un’età media di 32 anni. È chiaro che non possiamo pensare solo al business. Questi novemila professionisti avranno un impatto fortissimo sulla società. Saranno loro a costituire una parte importante della classe dirigente di domani. Ci siamo resi conto che, per noi, è imprescindibile avere un ruolo nel mondo della cultura e dell’arte. Per il benessere dei nostri lavoratori, come per quello della società. Ma, ancora più in generale, per l’essere parte di un Paese come l’Italia: un Paese dall’immenso patrimonio culturale.
Si fa un gran parlare della carenza di fondi pubblici; si trovano mille motivazioni per giustificare la mancata realizzazione di molti progetti. Noi abbiamo deciso di fare qualcosa e consentirne la realizzazione. Pur nel nostro piccolo. Questa esigenza, manifestata durante il Covid, è ormai parte del nostro DNA della nostra organizzazione. È qualcosa che fa bene davvero alle nostre persone.
In che cosa si vede il miglioramento di benessere dovuto alla cultura?
In termini di produttività, ovviamente è ancora difficile da dimostrare e misurare in concreto. Ma si pensi a come ciascun professionista non possa e non debba solo essere formato in aspetti tecnici. Occorre anche la parte culturale. Ciascun individuo è una persona complessa, che va oltre le sue competenze strettamente lavorative. E le sue potenzialità risultano dalla somma di tutti i suoi lati.
Le scelte di PwC per la cultura
Tra le istituzioni con cui avete collaborato si contano l’Accademia Carrara di Bergamo, il MAXXI e il Centro Pecci di Prato. Per concludere con l’attuale sostegno alla musica classica in Fondazione Prada. Come mai avete scelto proprio queste?
Ogni caso è una storia a sé. Per la collaborazione con la Carrara siamo stati mossi dal desiderio di vedere mostrato di nuovo al pubblico un bellissimo ritratto di Botticelli che avevamo visto nei loro depositi in quanto la pinacoteca era chiusa per riallestimento. L’opera è stata esposta proprio in cima alla nostra Torre. E questo evento è “figlio” – per così dire – della nostra scelta di trasferirci lì, qualche anno fa. Si tratta di un edificio che è di per sé un’opera d’arte; circostanza che ci ha impattato profondamente, e ha mosso le nostre decisioni per gli uffici di altre città. Padova, Bologna, Roma… in ognuna cerchiamo ciò che più è vicino ai nostri valori. E lo stesso criterio è adottato anche per le scelte delle collaborazioni.
Quali sono questi valori?
Etica, impegno e cura delle persone e delle relazioni. Volontà di contribuire positivamente sul contesto, cercando di risolvere problemi importanti. La cultura è uno di questi. Nel nostro Paese, l’arte, la musica, e settori affini, giocano un ruolo importantissimo. Motivo per cui abbiamo deciso di sostenere certe iniziative come quella attuale in Fondazione Prada.
Parliamo proprio di questa; della stagione di prove e lezioni aperte per i giovani direttori d’orchestra, sotto la guida di Riccardo Muti.
Tra le motivazioni che stanno alla base, c’è sicuramente il fatto che l’opera e la musica classica rappresentano un pezzo della nostra storia italiana. Quando sento il Maestro Muti raccontare di come voglia preservare l’importanza della Lingua Italiana nel campo operistico, ne rimango affascinato. È in quei momenti che mi sento orgoglioso di essere italiano. Un’altra ragione di questa iniziativa da noi promossa è il suo essere indirizzata ai giovani: i futuri protagonisti della società di domani.
Qual è l’impatto dell’impegno culturale sull’azienda? Come si lega alle attività di tutti i giorni?
Le iniziative culturali generano orgoglio in tutta l’organizzazione. Ci si rende conto che sostenere la cultura, in fin dei conti, è coerente con le logiche stesse del business. Come nel nostro lavoro quotidiano ci impegniamo a lasciare le cose meglio di come le abbiamo trovate in origine, così possiamo fare anche con progetti che guardano alle tradizioni artistiche italiane. Prendere il passato, aiutarlo a rinnovarsi recuperando bellezza e utilità, e lasciarlo in eredità alla società del domani. Perché possa creare benefici tanto per noi, quanto per tutte le persone che lo potranno riscoprire.
Emma Sedini
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati