Escher a Roma. Palazzo Bonaparte ospita una grande mostra dedicata all’incisore olandese
Il progetto espositivo, che celebra il centesimo anniversario dal viaggio di Escher nella Capitale, riunisce circa 300 opere. Tra celebri capolavori e altri inediti, il pubblico si immerge in un mondo immaginifico dove arte, matematica, scienza e fisica si uniscono
Olandese di nascita e italiano d’adozione, Maurits Cornelis Escher (Leeuwarden, 1898 – Hilversum, 1972) è noto al grande pubblico per le sue incisioni dal carattere illusionistico. Geometrie e costruzioni impossibili creano porzioni di mondi immaginifici che attraggono addetti ai lavori e curiosi, rimanendo impigliati nella fitta rete di dettagli e di contrasti. Una tecnica che l’artista affina grazie anche ai suoi numerosi viaggi, tra cui quello a Roma, dove si stabilì dal 1923.
Oggi, a cento anni dal suo arrivo nella Capitale, Palazzo Bonaparte gli dedica un’antologica curata da Federico Giudiceandrea e Mark Veldhuysen, riunendo circa 300 opere, tra cui spiccano l’iconica Mano con sfera riflettente, il Vincolo d’unione, la Metamorfosi II, il Giorno e notte e la serie degli Emblemata. Oltre ai grandi capolavori degli anni Trenta e Cinquanta, la mostra ospita altrettanti lavori inediti suddivisi in otto sezioni espositive, approfondendo le tappe fondamentali della carriera di Escher. Tra queste sono presenti le opere realizzate durante il periodo romano (dal 1923 al 1935) come la serie di notturni, nonché illustrazioni rappresentanti i fasti dell’antica Urbe, quali Roma (e il Grifone dei Borghese), San Michele dei Frisoni e Tra San Pietro e la Cappella Sistina. Completa il percorso espositivo la ricostruzione dello studio che Escher aveva a Baarn, in Olanda, con tutti i suoi strumenti originali, tra cui l’inseparabile cavalletto portatile.
Valentina Muzi
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