De Chirico, Canova e la fotografia di Vasco Ascolini in mostra a Milano
Al Museo Bagatti Valsecchi le opere dei maestri del passato sono rilette dallo sguardo del fotografo reggiano
Visioni Metafisiche è il titolo della prima mostra milanese di Vasco Ascolini (Reggio Emilia, 1937), che incontra Canova, Thorvaldsen e De Chirico al Museo Bagatti Valsecchi di Milano. Originale protagonista della fotografia italiana a partire dagli anni Sessanta, Ascolini ha riletto l’opera dei tre artisti. È questo uno dei temi chiave del suo lavoro, difficilmente collocabile all’interno di correnti e movimenti. Nel corso degli anni l’artista ha dato vita nella sua città a una sorta di scuola fotografica.
Ascolini a sua volta ha imparato molto da un altro grande reggiano il cui lavoro dovrebbe essere messo maggiormente in luce, Stanislao Farri, scomparso un paio di anni fa, a novantasette anni.
La fotografia di Vasco Ascolini
Nella fotografia dell’artista oggi in mostra a Milano, il teatro ha occupato un ruolo particolarmente significativo e anche in questa occasione di rilettura della storia dell’arte cogliamo la sua capacità in tal senso. Le opere sono poste come su una scena, dove paiono sostenere una parte, un ruolo, in alcuni casi involtate nel pluriball. Le sue non sono foto di documentazione, anzi. I suoi sono come piccoli teatri dove le opere sono protagoniste della scena. La scena, il palcoscenico sono soggetto importante per la fotografia di Ascolini, che dal 1973 al 1990 è stato il fotografo ufficiale del Teatro Municipale “Romolo Valli” di Reggio Emilia.
Tra le sue mostre più importanti, nel 1989, Vasco Ascolini. Aosta metafisica e altri luoghi.
Un primo richiamo ai temi dell’attuale mostra milanese. In quell’occasione il catalogo era accompagnato dal testo di uno dei più grandi storici dell’arte della seconda metà del XX secolo, Ernst H. Gombrich, che ha raramente scritto di fotografia e che nel suo testo ha affermato che come il fotografo emiliano “possa catturare la quiete e la solitudine di uno scenario carico di premonizioni rimarrà il suo segreto”. Riprendendo Gombrich, anche qui ci troviamo di fronte a immagini cariche di mistero, in cui si respira un’atmosfera vaticinante.
La mostra di Vasco Ascolini al Museo Bagatti Valsecchi
La fotografia di Ascolini fa da trait d’union fra gli spazi della casa nobiliare milanese e la collezione fotografica della Fondazione Pasquale Battista, che raccoglie le foto del maestro. Nella mostra, a cura di Antonio D’Amico e Luca Carnicelli, sono anche piccole teste marmoree, gessi di Antonio Canova e Bertel Thorvaldsen, provenienti dalle collezioni della Gipsoteca dell’Accademia di Belle Arti di Carrara e da una collezione privata e dipinti di Giorgio De Chirico.
Angela Madesani
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