Claudio Olivieri – L’Apparire della Pittura
Intitolata L’Apparire della Pittura e realizzata in collaborazione con l’Archivio Claudio Olivieri di Milano, l’esposizione, attraverso un nucleo significativo di opere degli anni Settanta, Ottanta e Novanta, vuole raccontare la raffinatissima ricerca del maestro romano, ma milanese di adozione.
Comunicato stampa
Glenda Cinquegrana Art Consulting è lieta di presentare la mostra personale dedicata al pittore italiano scomparso nel 2019 Claudio Olivieri. Intitolata L’Apparire della Pittura e realizzata in collaborazione con l’Archivio Claudio Olivieri di Milano, l’esposizione, attraverso un nucleo significativo di opere degli anni Settanta, Ottanta e Novanta, vuole raccontare la raffinatissima ricerca del maestro romano, ma milanese di adozione.
Accompagnata da un’intervista al critico Giorgio Bonomi realizzata dalla curatrice dell’archivio dell’artista Arianna Baldoni, il titolo della mostra L’Apparire della Pittura allude ad una possibile rilettura dell’opera del maestro che possa andare ben oltre la sua posizione di protagonista della Pittura Analitica. Secondo i due critici, la forma pittorica di Olivieri manterrebbe una vocazione visiva del tutto particolare leggibile sulla base del concetto di apparizione, nel senso di pittura come atto di manifestazione. All’interno di una pur forte concentrazione concettuale, l’astrazione di Olivieri si manifesta come un sapiente e calibrato equilibrio di opposti, un ossimoro di visibile e invisibile, un continuo bilanciamento fra il celarsi e lo svelarsi, fra nulla e tutto. La personalità dell’artista, che amava scrivere aforismi densi di contraddizioni, riaffiora chiaramente nella pittura che mantiene una posizione costantemente ambigua fra profondità e superficie, fra passione e lucidità razionale. Del resto, la durata nella pittura di Olivieri, come diceva Vittorio Fagone nel 1969, assume una dimensione tutta particolare: la somma delle distanze interne al campo pittorico non è considerata come una successione di assenze ma uno specificarsi di relazioni[1].
Accompagnata da un’intervista al critico Giorgio Bonomi realizzata dalla curatrice dell’archivio dell’artista Arianna Baldoni, il titolo della mostra L’Apparire della Pittura allude ad una possibile rilettura dell’opera del maestro che possa andare ben oltre la sua posizione di protagonista della Pittura Analitica. Secondo i due critici, la forma pittorica di Olivieri manterrebbe una vocazione visiva del tutto particolare leggibile sulla base del concetto di apparizione, nel senso di pittura come atto di manifestazione. All’interno di una pur forte concentrazione concettuale, l’astrazione di Olivieri si manifesta come un sapiente e calibrato equilibrio di opposti, un ossimoro di visibile e invisibile, un continuo bilanciamento fra il celarsi e lo svelarsi, fra nulla e tutto. La personalità dell’artista, che amava scrivere aforismi densi di contraddizioni, riaffiora chiaramente nella pittura che mantiene una posizione costantemente ambigua fra profondità e superficie, fra passione e lucidità razionale. Del resto, la durata nella pittura di Olivieri, come diceva Vittorio Fagone nel 1969, assume una dimensione tutta particolare: la somma delle distanze interne al campo pittorico non è considerata come una successione di assenze ma uno specificarsi di relazioni[1].
[1] Fagone V., Claudio Olivieri, in Il Milione n. 136, Milano, 15 novembre – 4 dicembre 1969
All’interno di una suddivisione che è solo parzialmente cronologica, l’esposizione presenta alcune opere inedite e di qualità museale degli anni settanta accanto ad una selezione di opere degli ottanta e novanta, allo scopo di delineare un carattere evolutivo nella pittura di Olivieri, che da cupa e drammaticamente assertiva, acquisisce una maggiore sensualità delle forme, accanto ad un tempo più cadenzato.
Infine, la mostra è completata da una selezione di lavori su cartone di grande formato pressoché inediti, che testimoniano il procedimento di lavoro di Olivieri nel passaggio da opere di grande concentrazione su tela al medium meno impegnativo della carta: Olivieri sembra essere capace di esprimersi in una pittura che, togliendo peso, conquista maggiore sottigliezza e rarefazione, e perfino una spontanea gestualità.
Infine, la mostra è completata da una selezione di lavori su cartone di grande formato pressoché inediti, che testimoniano il procedimento di lavoro di Olivieri nel passaggio da opere di grande concentrazione su tela al medium meno impegnativo della carta: Olivieri sembra essere capace di esprimersi in una pittura che, togliendo peso, conquista maggiore sottigliezza e rarefazione, e perfino una spontanea gestualità.
La mostra sarà accompagnata dal catalogo Claudio Olivieri, con un’intervista a G. Bonomi realizzata da A. Baldoni, ed. Glenda Cinquegrana Art Consulting, Milano, 2024.