Muore il costumista Luca Sabatelli. L’artista dietro gli abiti della televisione generalista 

Ha dominato la televisione degli Anni Ottanta e Novanta, e collaborato con Raffaella Carrà, Heather Parisi e Lorella Cuccarini. Qui ricordiamo la carriera del costumista morto a 87 anni

C’era una volta la televisione generalista, che parlava al grande pubblico attraverso i famosi varietà, programmi ideati per intrattenere tra balletti, sigle e siparietti. A ricoprire un ruolo fondamentale era il corpo di ballo così come i conduttori alla Pippo Baudo e le conduttrici alla Mina. Ma altrettanto centrali erano i costumi scenici, menti visionarie che resero la TV un’arte come il cinema. Per un periodo non troppo breve, ovvero fino agli anni Novanta, si è assistito a veri e propri spettacoli il cui costo erano il canone e pochi minuti di pubblicità (anch’essa forma d’intrattenimento grazie al “Carosello”, un programma televisivo pubblicitario chiuso l’1 gennaio 1977).

Lorella Cuccarini. Courtesy: Sabatelli website
Lorella Cuccarini. Courtesy: Sabatelli website

La carriera del costumista Luca Sabatelli

Sulla falsa riga del teatro, vista l’importanza attribuita agli abiti, la televisione necessitava di costumisti che creassero o commissionassero vestiti. Luca Sabatelli, morto il 24 novembre 2023, si colloca proprio tra coloro che hanno fatto la storia del cinema e della TV, arrivando a vestire Monica Vitti, Laura Antonelli, Anita Ekberg e Ursula Andress. Sabatelli, infatti, dopo essersi formato all’Accademia di belle arti di Firenze, dov’è nato il 3 giugno del 1936, iniziò subito a lavorare in grandi produzioni teatrali e cinematografiche.

Heather Parisi. Courtesy: Sabatelli website
Heather Parisi. Courtesy: Sabatelli website

I costumi di Sabatelli per Raffaella Carrà

Ancora più che per il cinema, lo si ricorda per il legame con la poliedrica Raffaella Carrà, con la quale iniziò a collaborare per il varietà “Ma che sera” del 1978. “Credo che dal primo momento ci capimmo e iniziammo a creare con il colore l’immagine degli anni Ottanta. Abiti di scena irripetibili, allegri, aggressivi, originali per un’icona che brilla nel tempo”, ammise Sabatelli come riporta Rai News. E loro due, insieme, ci hanno giocato veramente con la moda, a tal punto da far indignare stampa e Chiesa per il provocante costume da suora indossato da Raffaella Carrà in una puntata di quel programma tanto criticato perché mandato in onda durante un periodo difficile per l’Italia. Allo scandalo, si aggiungono altri successi in termini di costumi: dal completo viola tempestato di paillettes e fatto di shorts, top e giacca, all’abito bluette dal corpetto fiammeggiante. E nel corso del tempo, se ne sono susseguiti altri tra il varietà “Fantastico 3” e “Carramba che sorpresa”, cogliendo sempre l’occasione per celebrare balze, strass ed eccessi. 

Raffaella Carrà. Courtesy: Sabatelli website
Raffaella Carrà. Courtesy: Sabatelli website

I costumi di Sabatelli per Lorella Cuccarini e Heather Parisi

Fu Sabatelli a ideare l’abito a pois bianchi e neri indossato da Lorella Cuccarini per la sigla “Sugar Sugar” di Fantastico 1985, quando la ballerina debuttò sul piccolo schermo. La collaborazione è poi continuata per diciotto anni tra Rai e Mediaset, abiti da gladiatore e altri arcobaleno, spalle rinforzate e trasparenze. Questo non gli ha precluso di collaborare con “la nemica amatissima” di Cuccarini, ovvero Heather Parisi. A dirla tutta, iniziò proprio con lei in occasione di Fantastico 1983, terminando il rapporto lavorativo una decina d’anni dopo. Anni fatti di dettagli dorati e rimandi pop a Batman, Topolino e alla frutta: “ci siamo molto divertiti perché lei sapeva interpretare i miei vestiti”, rivelò Sabatelli mentre ricordava i brillanti (in tutti i sensi) successi. Perché è anche merito suo se chi guardava quei programmi li ricorda ancora con gioia, facendosi travolgere dalla nostalgia di una televisione sognante, piacevole e aspirazionale. 

Giulio Solfrizzi

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Giulio Solfrizzi

Giulio Solfrizzi

Barese trapiantato a Milano, da sempre ammaliato dall’arte del vestire e del sapersi vestire. Successivamente appassionato di arte a tutto tondo, perseguendo il motto “l’arte per l’arte”. Studente, giornalista di moda e costume, ma anche esperto di comunicazione in crescita.

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