Noah Schneiderman – The Cosmic Game
Completa il programma 2023 delle nuove Gallerie Solito l’inaugurazione della mostra di Noah Schneiderman che con la personale a cura di Vincent Vanden Bogaard, dal titolo The Cosmic Game (che prende il nome dal libro di Stanislav Grof del 1997), presenta per la prima volta in Italia una selezione di lavori inediti pensati specificamente per S1, la Galleria principale del gruppo Solito, nel complesso dell’ex Lanificio di Porta Capuana.
Comunicato stampa
Completa il programma 2023 delle nuove Gallerie Solito l’inaugurazione della mostra di Noah Schneiderman che con la personale a cura di Vincent Vanden Bogaard, dal titolo The Cosmic Game (che prende il nome dal libro di Stanislav Grof del 1997), presenta per la prima volta in Italia una selezione di lavori inediti pensati specificamente per S1, la Galleria principale del gruppo Solito, nel complesso dell’ex Lanificio di Porta Capuana.
In un istante capì il messaggio di tanti maestri spirituali: l’unica rivoluzione che può funzionare è la trasformazione interiore di ogni essere umano. - Stanislav Grof
Il lavoro dell’artista americano Noah Schneiderman (classe 1996) comprende pratiche diverse come la tintura di tessuti, la creazione di oggetti e, principalmente, la pittura. In questa mostra Schneiderman espande il suo processo di utilizzo di tinture ricavate da elementi come fango, cortecce, radici e fiori per impregnare la tela di colori naturali. Il processo alchemico fonde il paesaggio con ogni singolo substrato; questi vengono poi cuciti insieme creando un pattern che continua a espandersi verso l’esterno, trovando nuovi punti di connessione e percorsi di scoperta. La gestalt funge da disegno automatico e da sottostruttura pittorica che l’artista può decidere di coprire o assecondare. I suoi dipinti fungono da specchio della sua vita interiore e come elementi dall’utilità spirituale. L’artista crea le sue opere insieme a un “altro”, un gemello spirituale (che sussurra) e che assume il ruolo di “ascoltatore”. È lo spirito guida nella sua pratica.
L’artista si affida ai segni accidentali che emergono dal processo di tintura come base per ricercare forme e scoprire nuove immagini. Sono scoperte che aiutano a coltivare una comprensione del mondo e dell’interconnessione di tutti gli elementi che lo compongono. Questo sguardo sull’“altro” è come guardare dietro un velo, rivelando un universo di infinite possibilità.
La confluenza fra il mondo interno ed esterno funge da connessione per scoprire la verità e per porre domande su chi e cosa siamo. Ispirate dalla natura, dalla memoria e dalla spiritualità, le opere cercano di avvicinarsi a ciò che si trova appena sotto la superficie della vita quotidiana.
Il processo alchemico è uno sviluppo della sua pratica attraverso il quale le forme vengono rappresentate stinte e fuori fuoco. Un modo per Schneiderman di creare una “mappa” che funge da guida per il processo pittorico. Questi substrati vengono poi cuciti insieme, liberandosi della loro individualità per diventare un lavoro unico. La “molteplicità che diventa uno” sottolinea l’importanza di trovare l’armonia all’interno della diversità.
Il centro meditativo della mostra è simbolicamente l’opera The Wheel, come il “mudra cosmico” nella meditazione Zen, una cosmologia da cui emergono tutte le immagini. Questi dipinti, sebbene apparentemente unici e separati, sono movimenti di una sola, danza compiuta. Un valzer di opposti che trova l’unità nel disordine, costituendo un’esperienza psichica completa.
Visioni di forme biologiche, divinità e intrusi spirituali costituiscono il contenuto delle immagini, senza dare spazio ad alcuna narrazione o lettura. Le tele più piccole sembrano frammenti di tale esistenza, in cui i margini della percezione sono diventati più sfumati e le immagini iniziano a scomporsi, tornando alla fonte da cui provengono.
Con The Cosmic Game, Noah Schneiderman esplora i confini dell’anima, sfida le nostre percezioni bilanciate da sensi e sentimenti e ci rende viaggiatori cosmici.
L’artista Noah Schneiderman e il curatore Vincent Vanden Bogaard saranno presenti all’inaugurazione.
Noah Schneiderman è un artista multidisciplinare nato nel 1996 a Mattoon (Illinois – USA). Vive e lavora a Los Angeles, California.
Vincent Vanden Bogaard (1986), stimato e giovanissimo curatore belga con un curriculum già corposo e importante, è consulente indipendente che ha sviluppato nel tempo una forte conoscenza e visione strategica per le aziende del mercato dell’arte contemporanea.
Le Gallerie Solito, nella nuova formula inaugurata quest’anno, continuano a sviluppare eventi nei tre spazi fisici in linea con la programmazione affidata alla cura di Vincent Vanden Bogaard.
Per la parte finale del 2023, la programmazione è per la prima volta diffusa e in contemporanea e restituirà una vera mappa che sviluppa le aree e i quartieri della città. I tre spazi infatti sono snodi nevralgici di Napoli: la sede principale Galleria S1, nel complesso dell’ex Lanificio di Porta Capuana, prima porta di accesso alla città diventato oggi un polo di attrazione culturale attivo nel campo delle arti visive e dell’innovazione; la Galleria S2, lo storico Spazio NEA di Piazza Bellini, crocevia del centro antico tra Museo Archeologico Nazionale, Accademia di Belle Arti, Conservatorio di San Pietro a Majella e primo ingresso ai decumani; e la Galleria S3, che si trova nello celebre Palazzo Partanna in Piazza dei Martiri, salotto della città dove fiorì l’arte contemporanea con la Galleria di Lucio Amelio.
In contemporanea, e fino agli inizi del nuovo anno, sarà possibile visitare tre personali nelle tre Gallerie Solito, in un percorso specifico, un piccolo grand tour contemporaneo per la città di Napoli: The Cosmic Game di Noah Schneiderman – Galleria S1 (Complesso ex Lanificio, Piazza Enrico De Nicola 46), Freaky Weather di Tanja Nis-Hansen – Galleria S2 (NEA – Via Costantinopoli 53 / Piazza Bellini 59) e We Shake with Joy, We Shake with Grief di Sammi Lynch – Galleria S3 (Palazzo Partanna, Piazza dei Martiri 58).
Il progetto delle Gallerie Solito nella nuova formula comprende anche il rilancio nella nuova veste del brand Solito, una piccola holding che gestisce i tre spazi fisici, una piattaforma digitale (progetto aggiudicatario di un bando ministeriale per Cultura Crea sviluppato dal Lanificio Digitale) e il progetto editoriale iemme nato nel 2011. Il progetto di re-branding e riposizionamento del marchio e della linea visiva è a cura dell’Hapto Studio di Milano.