A Tivoli si restaura la Grotta di Diana nel parco di Villa d’Este
Con il sostegno della maison Fendi tornerà visibile (e per la prima volta accessibile) il ciclo di mosaici mitologici di uno dei luoghi più suggestivi del parco
Visitando la rinascimentale Villa d’Este, commissionata dal cardinale Ippolito a Tivoli nel Cinquecento, e il suo giardino dalle cento fontane, c’è un luogo che più di altri suggestiona la fantasia dei visitatori, tra mosaici di pietre, bassorilievi, decorazioni a smalto. È la Grotta di Diana, che dopo anni di chiusura finalmente tornerà a nuova vita grazie alla sinergia tra l’Istituto Villa Adriana e Villa d’Este e la maison romana del lusso Fendi (che ci ha già abituati a grandi recuperi di beni storici e archeologici romani come il Tempio di Venere e Roma).
La Grotta di Diana nel giardino di Villa d’Este
Posta in un punto panoramico del parco della Villa – patrimonio Unesco dal 2001 – la Grotta di Diana è un ninfeo a camera a pianta cruciforme lungo la Passeggiata del Cardinale. Realizzata tra il 1570 e il 1572 da Lola e Paolo Calandrino e Curzio Maccarone su probabile ispirazione del lavoro dell’architetto Pirro Ligorio (che progettò parco e Villa), la grotta è dedicata alle virtù della dea della caccia romana Diana, cioè l’onestà e la castità. Le pareti dell’ambiente sono decorate da stucchi, paste vitree, conchiglie, maioliche invetriate e materiali lapidei che ritraggono episodi mitologici tratti dalle Metamorfosi di Ovidio e divinità acquatiche minori come Tritoni, Nereidi e Cariatidi. Molto apprezzata a livello europeo, la grotta è diventata un modello di riferimento per lo sviluppo dei ninfei tra Cinquecento e Seicento in tutto il continente.
I lavori di restauro nella Grotta di Diana
I lavori, che inizieranno nei prossimi mesi e termineranno con la riapertura della grotta, sono in piena linea con gli obiettivi di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale prefissati dal direttore dell’Istituto Autonomo Villa Adriana e Villa d’Este, Andrea Bruciati, fautore della partnership con Fendi. Obiettivi principali del restauro sono il recupero della leggibilità del ciclo decorativo e l’implementazione di un percorso accessibile per permettere la visita a persone con disabilità motoria ma anche visiva, uditiva e cognitiva, attraverso un progetto ad hoc.
Giulia Giaume
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