Fotografie di una vita. Grande mostra di Don McCullin a Roma

Palazzo delle Esposizioni accoglie una vastissima mostra fotografica di Don McCullin, in un percorso che va dai suoi esordi londinesi ai reportage di guerra, dalla paesaggistica alle indagini culturali e sociali

Sono oltre 250 gli scatti della più grande retrospettiva italiana dedicata al noto fotografo Don McCullin (Londra, 1935), inaugurata a Palazzo delle Esposizioni e curata da Simon Baker.  Sei sezioni per un iter tra il documentario e l’intimista, il narrativo e l’emotivo, dove l’estetica ha la sua parte, ma in seconda battuta. Non c’è la ricerca di netti tagli di luce, poetiche geometrie speculari alla Salgado, quanto piuttosto il tentativo di riscuotere, con la testimonianza e senza filtri, l’ipertrofia visiva contemporanea, potenziando la coscienza di chi osserva. La mostra, Don McCullin a Roma, che fa seguito all’antologica del 2019 alla Tate Britain, è stata affiancata al Palaexpo da un’altra retrospettiva, dedicata all’artista ucraino Boris Mikhailov (Kharkiv, 1938), in un percorso binario fruibile fino al 28 gennaio 2024.

La mostra di Don McCullin al Palazzo delle Esposizioni

Diretto è il piglio di McCullin, votato sin da subito al gesto fotografico, come si riconosce dai primi scatti degli anni Cinquanta e Sessanta per le strade di Finbury Park, il suo quartiere londinese. Agli studi sulla costruzione del Muro di Berlino seguono le fotografie di guerra tra Cipro, Congo, Vietnam, Libano, Irlanda del Nord, fino agli scatti dei conflitti in Iraq e Siria del 2003. In ogni sala la sequenza di foto è abbinata a brevi testi di McCullin. Il fotografo descrive in prima persona ciò che sta vivendo, in una sorta di preziosa èkphrasis. Tra parola e visione si scivola in un diario di viaggio in cui niente è costruito e tutto si anima. I volti dei senza tetto, le comunità operaie, le famiglie emarginate nella Gran Bretagna del dopoguerra. Le magiche feste rituali lungo il Gange e il Gandek in India. I ritratti rubati alle tribù etiopi, gli scenari solenni dei deserti egiziani e del Sudan. Nel 1979 McCullin decide di tagliare i ponti con la guerra dedicandosi a paesaggi e nature morte che del conflitto, tuttavia, conservano qualcosa. I cieli e le paludi del Somerset sono cupi, le lande nebbiose e invernali. Ma in un guizzo nuovo, all’inizio degli anni Duemila, nasce l’ultimo grande progetto, portato avanti anche durante la pandemia. McCullin vola in Marocco, Algeria, Siria, Libano, Turchia, Italia, USA per un’indagine culturale sui resti dell’Impero Romano. Tra gli scatti ritornano a più riprese i dettagli archeologici di Volubilis, Baalbak e Palmira.

Francesca de Paolis

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Francesca de Paolis

Francesca de Paolis

Francesca de Paolis si è laureata in Filologia Moderna con indirizzo artistico all'Università La Sapienza di Roma proseguendo con un Corso di Formazione Avanzata sulla Curatela Museale e l'Organizzazione di Eventi presso l'Istituto Europeo di Design (IED). Ha insegnato Storia…

Scopri di più