Pier Francesco Foschi, il pittore rinascimentale dimenticato
Il nome di Pier Francesco Foschi, allievo di Andrea del Sarto e pittore al servizio dei Medici, era caduto nell’oblio. Oggi le Gallerie dell’Accademia di Firenze gli dedicano una mostra per la prima volta in Europa
A Giorgio Vasari doveva essere antipatico, perché lo esclude dalle Vite, nonostante il suo indubbio talento di pittore nella Firenze del primo Cinquecento, dove si afferma dopo essere stato allievo di Andrea del Sarto. Eppure, a Pier Francesco Foschi (Firenze, 1502 – 1567) le commissioni non dovevano mancare, visto che nel 1562 figura tra i fondatori dell’Accademia del Disegno, accanto a illustri colleghi come Agnolo Bronzino, Michele di Ridolfo del Ghirlandaio e Francesco da Sangallo.
La storia del pittore Pier Francesco Foschi
Pier Francesco era figlio del pittore Jacopo di Domenico, imparentato con Sandro Botticelli, e da giovanissimo entra nella bottega del suo maestro Andrea, dove impara segreti e tecniche della pittura, accompagnandolo in tutte le commissioni più importanti e realizzando copie di molte sue opere fino al 1530, l’anno della morte. Solo a quel punto Foschi decide di aprire una propria attività, pronto a servire le famiglie più in vista della città, dai Pucci ai Torrigiani fino ai Medici. Ed è proprio grazie ai duchi che Foschi ottiene le sue committenze più prestigiose, impegnato nella decorazione della villa di Careggi, voluta dal duca Alessandro de’ Medici, e in quella di Castello, residenza di Cosimo I. Il suo successo arriva nel decennio successivo, quando declina la grazia cromatica e compositiva del suo maestro ravvivandola con soluzioni più moderne, nelle pale per la chiesa di Santo Spirito dedicate a soggetti religiosi, come la Resurrezione, la Trasfigurazione e la Disputa sull’Immacolata Concezione. Le scelte cromatiche sono invece più moderate, tanto da essere definite dallo storico dell’arte Carlo Gamba nel 1924 come espressione di un “michelangiolismo senza muscoli e senza coraggio“. Oltre ai temi sacri, Foschi si dedica con successo anche alla ritrattistica, documentata dai ritratti di membri delle famiglie Pucci e Salviati.
Gli ultimi anni di Pier Francesco Foschi
Negli ultimi anni della sua carriera riduce e sintetizza la sua forza narrativa: “le figure sono ormai rappresentate su fondi neutri, bloccate, le composizioni sono quasi bidimensionali, è scomparso ogni intento espressivo: l’attenzione dello spettatore si deve concentrare sull’episodio sacro e sul suo significato edificante”, come ha scritto Roberto Nuccetelli. Foschi è rimasto attivo anche in tarda età: nel 1564 ha realizzato una delle pitture per i funerali di Michelangelo, che Vasari giudicò dipinta con “bella maniera e invenzione“; mentre l’anno seguente partecipa alla decorazione per le nozze di Francesco de’ Medici con Giovanna d’Austria. Caduto nell’oblio per secoli, le Gallerie dell’Accademia di Firenze hanno dedicato a Pier Francesco Foschi la prima mostra in Europa, curata da Cecilie Hollberg, Elvira Altiero, Nelda Damiano e Simone Giordani, aperta fino al 10 marzo 2024: quaranta opere, tra dipinti e disegni, che permettono di restituire a Foschi il suo ruolo da protagonista nella ricca stagione del manierismo italiano.
Ludovico Pratesi
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