Carolina Lombardi – Discursus/Narrazione 5

Informazioni Evento

Luogo
CASTEL SANT'ANGELO
Lungotevere Castello 50, Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

dal martedì alla domenica ore 9.00 – 19.30; ultimo ingresso ore 18.30. Chiuso il lunedì, il 1° gennaio e il 25 dicembre

 

Vernissage
21/12/2023

ore 17

Biglietti

L’installazione è nell’ambito della visita al Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo. € 12,00 intero; € 2,00 ridotto (cittadini dell’Unione Europea tra i 18 e i 25 anni); gratuito (under 18)

Artisti
Carolina Lombardi
Curatori
Gabriele Simongini, Maria Giuseppina Di Monte
Generi
arte contemporanea

Installazione site specific di Carolina Lombardi “Discursus/Narrazione 5”.

Comunicato stampa

Dal 21 dicembre 2023 al 16 febbraio 2024 sarà ospitata presso il Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo l’installazione di Carolina LombardiDiscursus/Narrazione 5” in sinergia con il progetto Ricamando il caos in mostra negli spazi del Museo Hendrik Christian Andersen di Roma fino al 16 febbraio 2024, a cura di Maria Giuseppina Di Monte e Gabriele Simongini.

Discursus/Narrazione 5 è un’installazione luminosa site specific che condivide con le venti opere luminose esposte al Museo Andersen la medesima poetica, inscritta nel solco della teoria della complessità e del caos. Anche qui il filo che compone le immagini crea trame e merletti intessuti di luce ed è costituito da un testo scritto da cui filtra selettivamente la luce generando forme reticolari che ricordano strutture naturali, barriere coralline, reti neurali, nonché la grande ragnatela cosmica.

 

Spiega Carolina Lombardi: “Discursus/Narrazione 5è il titolo dell’opera in riferimento all’etimologia della parola Discursus evidenziata dal filosofo Carlo Sini in Inizio, testo del 2016. “[…] Non è privo di interesse che proprio questi siano i significati della parola “discorso” – scrive Carlo SiniDiscursus nomina infatti l’intreccio, l’aggiramento, l’attorcigliamento; solo di conseguenza significa anche il discorso, la conversazione. […] Si potrebbe dire che ognuno di noi è un corpo costituito da un intreccio infinito di corpi in relazione con altri corpi a loro volta infinitamente intrecciati. […] Noi siamo nell’intreccio e un nodo dell’intreccio, ovvero una sua occasione”.

Il mio intento – sottolinea l’Artista – è di ricucire con il filo provocatorio delle trame testuali ambiti rimasti per lungo tempo separati” e cita in questo caso lo scienziato Ilya Prigogine in La fine delle certezze: “Stiamo assistendo all’emergere di una scienza che non si limita più a studiare situazioni semplificate, idealizzate, ma che ci mette di fronte alla complessità del mondo reale: una scienza che consente alla creatività umana di vivere se stessa come l’espressione singolare di un carattere fondamentale che è comune a tutti i livelli di natura”.

L’opera site specific si colloca in fondo alla rampa diametrale ed è in linea con la precedente installazione a cura di Federico Lardera ed Egidio Senatore “La porta magica”. Anche nel caso di Discursus/Narrazione 5” la porta diviene soglia, passaggio, transito, riferiti tuttavia non più alla trasmutazione alchemica dal bronzo in oro bensì all’energia relazionale (luce) generata dai concatenamenti, dagli incontri, da qualsiasi forma di comunicazione/messaggio in una realtà interconnessa. “Le reti alludono ai sistemi complessi, non lineari, dinamici, sempre in bilico tra ordine e disordine, tra regolarità e caos, struttura e cambiamento di fase. Come per ogni evento abitano la linea di confine, si fanno ponte tra noi e il mondo, tra passato e presente, tra soggetto e oggetto, in un costante rimando. I testi, volutamente privi della propria natura concettuale, sono trasformati in un nonsense. Mi astengo infatti dall’imporre alcun significato particolare, desidero piuttosto dare spazio alla suggestione visiva, alle intricate e molteplici geometrie frattali, alla trama relazionale che unisce, all’orizzontalità che annulla le gerarchie, abolisce qualsiasi supremazia ideologica o di genere” (C. Lombardi).

 

Le installazioni della Lombardi sono come le tele di Penelope, infinite e continue danno vita ad una partitura incompiuta. Più musicale che narrativa l’esperienza che invitano a compiere non si traduce in alcuna storia da raccontare esprimendo il lento fluire, il riverberare della luce che dà forza e vigore alle sottili filigrane, agli intrecci leggeri che si sovrappongono, si intersecano allontanandosi e avvicinandosi, creando labirinti e circuiti. […] Come le grandi tele di Jackson Pollock quelle della Lombardi esprimono lo slancio verso il sublime, quel senso di stupore e terrore insieme di fronte alla grandezza, potenza e imprevedibilità̀ della natura” (M.G. Di Monte).

L’Artista, scrive il co-curatore Gabriele Simongini, “tessitrice paziente e sensibile, connette la scienza con l’ecologia e con l’attenzione laicamente spirituale verso la riscoperta di un’umanità che non tenda ad affermarsi come tirannica dominatrice e predatrice ma come semplice coabitante del pianeta Terra, per sentirsi parte integrante di un universo in cui ricercare una nuova armonia.”

Secondo Valerio Eletti, Presidente del Complexity Education Project, “[...] Carolina ricama sistemi complessi: fa interagire tra di loro piani visivi paralleli, senza gerarchia, giocando con le lettere e la luce, con lo spazio e con una pluralità̀ di territori interrelati. Pochi sono gli artisti che hanno saputo penetrare così a fondo nel contesto cognitivo e percettivo in cui si dipanano le teorie e le pratiche dei sistemi complessi”.

Sorprendente l’anagramma delle 16 lettere che costituiscono il nome e cognome dell’Artista CAROLINA LOMBARDI: RICAMAR IL BANDOLO o ancora: RICAMAN LI AL BORDO, riferito alla melma policefala, o ancora: LAB: RICAMANDO ORLI. Il tema della sua ricerca era già inscritto nel nome.

 

Note biografiche                                              


Carolina Lombardi si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Roma e all’Istituto Centrale per il Restauro di Roma (ICR), lavorando per alcuni anni nel campo della conservazione di dipinti murali e dipinti su tavola/tela (Padova, Cappella degli Scrovegni, Giotto; Roma, La Farnesina, Raffaello; Bassano Romano, Palazzo Odescalchi, Domenichino; Roma, Basilica di S. Clemente, Masolino da Panicale). La sua tesi di laurea presso l’ICR è stata presentata nel 1998 al Louvre e pubblicata in abstract sulla rivista del Louvre: “Techne – Art&Chimie au Louvre”. L’analisi morfologica e microscopica dei materiali, approfondita nel corso dei suoi studi sul restauro, e l’osservazione empirica delle strutture naturali, ordinate nel loro disordine secondo una geometria frattale, confluiscono nella sua ricerca artistica in senso transdisciplinare. Le trame, con chiara allusione alle dinamiche relazionali, inizialmente impresse su imprimitura in argilla o realizzate con filati di vario tipo, evolvono oggi in installazioni luminose. Il suo lavoro sperimenta diversi media, dal tessile al video, dalla luce all’installazione site specific. Si è dedicata ad iniziative di carattere sociale e di sensibilizzazione ambientale, affrontando tematiche cruciali quali l’inquinamento da microplastiche, la violenza sulle donne e l’assistenza umanitaria ai più vulnerabili e ai migranti. Dal 2000 al 2008 ha esposto in mostre personali e collettive in Italia e all’estero collaborando con la galleria La Borgognona di Roma, con la Galleria Monte-Carlo Art Gallery di Milano e con la Galleria Cortese&Lisanti di Roma. La sua attività si estende in ambito letterario con la pubblicazione di sillogi poetiche (“Elegia del vuoto”, 2018, edito dalla Fondazione Mario Luzi; “Danza di luci e ombre”, 2021, edito da Transeuropa Edizioni; “Quaderno di poesie”, 2022 e 2023 editi da Robin Edizioni) e la partecipazione a numerosi readings poetici presso la Galleria d’Arte Moderna di Roma, giardini pubblici di Roma e il carcere di Regina Coeli, su tematiche sociali, ambientali e sulla scrittura pasoliniana (pubblicazioni in: “Telling Roma”, 2020; “Donne in azioni e parole”, 2019; “Parole d’acciaio”, 2019; “Break point poetry/Città poetica”, 2018/2019 editi da Erreciemme Edizioni e su riviste letterarie).