Pittura, che dolore. La mostra di Francesco Lauretta a Catania
La mostra da Collica&Partners indaga l’ultima produzione dell’artista “pittore e ingegnere”, per la prima volta nella galleria catanese. La pittura si fonde con l’installazione per raccontare un rapporto tormentato con il mezzo e il tema della morte
Visionario equilibrista, Francesco Lauretta (Ispica, 1964) è considerato uno dei migliori pittori della sua generazione. Nato in Sicilia, si trasferisce a Venezia per intraprendere la carriera accademica. Qui due incontri ispirano la sua produzione: il suo maestro Emilio Vedova e il performer James Lee Byars, sul quale scrive la tesi di laurea. Poi l’arrivo a Torino, dove inizia ad esporre e a realizzare le prime opere installative.
La fascinazione verso il mezzo pittorico si rivela a partire dal 1992 e lo porta nel 1999 a esporre la prima personale di pittura. Lauretta diviene un abile conoscitore di questo medium, eppure nutre con esso un rapporto sempre più tormentato, che dapprima lo porta a definirsi “pirandellianamente” pittore e poi “ingegnere”. L’artista siciliano vede alla pittura non tanto per il valore rappresentativo, quanto più a quello costruttivo. Lauretta riesce a fondere gli insegnamenti dei suoi mentori per lavorare sul gesto e la performatività dell’azione pittorica. E forse proprio questa ambivalenza è complice dell’impossibilità di definire, o meglio categorizzare, le sue opere. Inventa, sperimenta e osa in maniera libera. Una produzione vasta ed eterogena ora in mostra a Catania.
La mostra Viral Impurity-Fake Inner
Nella personale Viral Impurity – Fake inner, per la prima volta nella galleria Collica&Partners, viene proposta l’ultima produzione pittorica di Lauretta. Una mostra “collettiva”, come ama definirla il gallerista Gianluca Collica, data la coralità di opere presenti in mostra. Di fatto in questo spazio è possibile apprezzare il sapiente uso della tecnica pittorica, di cui Lauretta gode, e la caratterizzante visionarietà dell’artista. Quest’ultima promossa anche dal testo, nonché opera, che accompagna l’esibizione. Ad introdurre la mostra il corpo defunto del padre dell’artista. Idiot (2023) è un olio su tela che racconta la dolcezza della morte. Un quadro costruito nel tempo, pensato e ripensato, con il quale l’artista riesce a risolvere un rapporto violento. E dopo tanta attesa ecco che ora compare nel piccolo tunnel all’ingresso della galleria e che apre all’intero spazio espositivo. Qui una nuova morte.
Dalle travi di legno pende l’impiccato. Un’opera sognata nel 2017 e che ora prende forma nella galleria siciliana. 7 metri irriverenti, che bene ritraggono Lauretta. Una silhouette imponente, dove memoria e presente si fondono per dar vita a nuove metamorfosi. Una produzione vasta e diversificata, per cui sembra ancora impossibile riuscire a definire il suo lavoro. Anche perché Lauretta esce dagli schemi e dalla tela stessa, come dimostra con Ragazza al GAMEC, dove gioca con la tecnica e rende incerta la visione. Viral Impurity – Fake inner indaga la dimensione indefinita del reale per mostrare quanto l’espressione creativa sia oggi quanto più necessaria.
Vittoria Mascellaro
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