Risulta anche a voi che la Calabria stia vivendo un rinascimento culturale? Nonostante tutto, con i dovuti distinguo, la risposta è sì. Il notaio Rocco Guglielmo, capo della fondazione omonima, ci dà la sua chiave di lettura
“Non è vero, come qualcuno dice, che di cultura non si mangia. L’arte contemporanea può essere anche un volano per lo sviluppo di un territorio come il nostro, che ha tanti altri problemi”. Territorio? Quello della Calabria: ovvero quello del notaio Rocco Guglielmo, che qui ha impiantato da qualche anno la fondazione per l’arte contemporanea […]
“Non è vero, come qualcuno dice, che di cultura non si mangia. L’arte contemporanea può essere anche un volano per lo sviluppo di un territorio come il nostro, che ha tanti altri problemi”. Territorio? Quello della Calabria: ovvero quello del notaio Rocco Guglielmo, che qui ha impiantato da qualche anno la fondazione per l’arte contemporanea che porta il suo nome.
Una ricetta, la sua, che pare sempre più condivisa, in una regione che negli ultimi anni vanta un rapporto contesto-progetti nel contemporaneo ineguagliato sul suolo nazionale: basta pensare al Museo Marca, sempre a Catanzaro, al Parco di Scolacium, al Maca di Acri, alle tante iniziative di Palazzo Arnone a Cosenza e del soprintendente Fabio de Chirico (ne abbiamo spesso parlato come un esempio vurtuoso di funzionario illuminato). O ai progetti della Fondazione Horcynus Orca, fra Reggio Calabria e Messina.
Onore da rendere allo spirito di tanti individui, senza dubbio: ma anche all’approccio delle istituzioni, attentissime a supportare iniziative capaci di portare la regione al centro dell’attenzione nazionale e non solo. Di questo, che tanti già chiamano “Rinascimento calabrese”, o “Calabria Saudita”, abbiamo parlato con Guglielmo, in occasione della bella mostra Lo Sguardo Espanso, appena inaugurata: ecco il video…
– Massimo Mattioli
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