Fiere, mostre, gallerie, mercato. Lo stato di salute della fotografia in Italia
Da forma creativa subalterna alla pittura a protagonista della pratica artistica contemporanea, la fotografia sta attraversando una fase di particolare interesse. Qual è lo stato della fotografia nel sistema dell’arte italiano?
La nascita della fotografia ha rappresentato una rivoluzione nel campo delle arti visive e non solo: la sua invenzione ha permesso alla pittura di liberarsi dalla necessità di una rappresentazione realistica del mondo e di esplorare nuove vie. L’affermazione della fotografia come forma d’arte vera e propria, tuttavia, non fu scontata e ha richiesto le riflessioni di importanti pensatori del Novecento. Walter Benjamin analizzò il fenomeno in diversi saggi, prospettando nelle nuove forme di produzione e trasmissione messe in atto dalla fotografia, la possibilità di liberare l’esperienza estetica a favore di un nuovo rapporto con un pubblico non solo elitario (nonostante le ripercussioni del fotografare un’opera d’arte, processo in cui – secondo Benjamin – l’aura dell’oggetto artistico verrebbe a mancare). Susan Sontag si addentra nel rapporto che lega la fotografia al mondo reale, intendendola come “visione fotografica”: non esiste un unico significato per le immagini, il loro peso emotivo e morale dipende dal contesto in cui sono inserite. Affermava Sontag: “Le fotografie, che di per sé non possono spiegare nulla, sono inviti continui alla deduzione, alla speculazione, alla fantasia”; Sontag ancorava la fotografia soprattutto a un contesto politico e sociale. Roland Barthes infine definisce la fotografia come “medium bizzarro”, un reale che non si può toccare: essa mostra infatti la presenza dell’oggetto potendo solo constatare che esso è stato.
La fotografia come forma di espressione artistica
A lungo ritenuta dal grande pubblico (e non solo) una forma d’arte secondaria rispetto a pittura e scultura, da decenni è innegabile un cambio di rotta, partito già dagli anni Settanta in America e più recentemente in Europa, che attesta la fotografia come una modalità espressiva che indaga la realtà attraverso un linguaggio quanto mai idoneo a riflettere la temperie contemporanea. Insomma, una “rinascita” per il medium fotografico, che ora anche in Italia ha conquistato una posizione di primaria importanza: da un lato i grandi maestri sono al centro di importanti mostre che attirano un pubblico sempre più vasto; dall’altro, giovani e giovanissimi si appassionano alla fotografia, complice la possibilità immediata di realizzare uno scatto con il proprio cellulare e di condividerlo su Instagram, permettendo così di ritrarre e comunicare il proprio mondo.
Suscitano infatti sempre più interesse non solo i workshop, ma anche le scuole di fotografia, i corsi nelle Università. Anche l’editoria aumenta le sue pubblicazioni nel settore: oltre alle case editrici che da sempre si occupano di fotografia, pubblicando saggi dedicati a varie tematiche (dalla storia della fotografia alla fotografia contemporanea, fino alla post-fotografia), questo vale anche per altri editori che – se prima la consideravano meno incisiva rispetto ad altri linguaggi più consolidati – ora hanno riservato alla fotografia una larga fetta di diffusione.
Fiere: un segnale positivo
Se all’estero già sono numerose e importanti le fiere di settore dedicate alla fotografia, come gli appuntamenti con Paris Photo o London Photo, l’Italia pare allinearsi con questa tendenza in crescita: l’edizione 2023 del MIAPhoto Fair a Milano ha contato cento espositori e ottanta gallerie di cui il 30% proveniente dall’estero.
Proseguendo con le fiere di settore, a Torino sono immancabili gli appuntamenti con The Others Art Fair e The Phair. Sempre a Torino è in procinto di debuttare Exposed, una nuova fiera per la fotografia, che aprirà le porte della sua prima edizione dal 2 maggio al 2 giugno 2024. La direzione artistica è stata affidata a Menno Liauw e Salvatore Vitale, rispettivamente Direttore e Direttore Artistico del già citato FUTURES.
Da evidenziare anche quanto è successo nelle ultime fiere d’arte contemporanea, dove è considerevolmente aumentata la presenza di proposte di fotografia, a partire da ArtVerona fino ad Artefiera, con la presenza di una sezione dedicata alle gallerie di fotografia. Glenda Cinquegrana, gallerista di Glenda Cinquegrana Art Consulting dichiara: “Le fiere italiane come MIA Photo Fair e The Phair a Torino e Arte Fiera Bologna, sono appuntamenti interessanti, ai quali partecipa un collezionismo di esperienza e di qualità. L’Italia, che nel 2023 ha registrato una crescita del PIL maggiore rispetto agli altri stati dell’Unione Europea è stata quest’anno per noi mercato di riferimento rispetto agli anni precedenti, in cui lavoravamo con una maggioranza di clienti stranieri”. La Galleria Podbielsky Contemporary, sin dall’inizio della sua attività, ha sempre partecipato a fiere sia italiane che internazionali, mentre Giampaolo Paci (Paci Contemporary Gallery) racconta di “aver sempre optato sulle importanti fiere internazionali, come Paris Photo e Basel Miami. Fiore all’occhiello, la galleria Paci contemporary è l’unica galleria italiana a far parte di AIPAD, associazione delle più importanti gallerie di fotografia al mondo, con sede a New York”. Per Eugenio Calini e Luca Casulli, di 29 Arts In Progress, “la scelta delle fiere è spesso correlata alla maturità del mercato in cui opera la fiera e al profilo della galleria. Il nostro collezionismo è prettamente internazionale, con Stati Uniti, UK e Svizzera ai primi posti anche se possiamo contare su un vivace collezionismo italiano in crescita nella fotografia”.
Riflessioni sul mercato della fotografia
La fotografia si aggiudica così un’importante fetta di mercato. Un collezionismo che si muove anche in Italia, seppur con cautela rispetto a un mercato estero sicuramente più solido. Il 2007 è considerato l’anno della svolta: il fatturato globale del settore raggiunse i 102 milioni di dollari, secondo il report di Artprice. Da allora la fotografia contemporanea è diventata una parte importante del mercato dell’arte, vincente anche perché accessibile a budget contenuti e apprezzato dalla platea di giovani collezionisti. In Italia, Finarte (per quanto riguarda il primo semestre del 2023) conferma il trend positivo per il mercato della fotografia, che vede ai primi posti nomi storici come Gabriele Basilico, Mario Giacomelli e Mimmo Jodice. Come sottolineato da Glenda Cinquegrana, il collezionismo fotografico italiano è conservatore e molto legato ad una visione in cui la riproducibilità dell’opera non costituisce un plus ma un minus: è evidente che affonda le proprie radici in una tradizione fortemente radicata alla pittura e i medium tradizionali. Monica De Cardenas, dell’omonima galleria, da parte sua dice: “Credo che qui da noi il collezionismo fotografico sia una nicchia frequentata soprattutto da appassionati. Chi compra preferisce ancora la pittura, anche se indubbiamente oggi c’è più comprensione e una maggiore propensione all’acquisto, soprattutto per i lavori di chi ha una sua precisa interpretazione, una visione inedita, sensibile e affascinante”. Alessia Paladini di Alessia Paladini contemporary risponde: “Il mercato della fotografia in Italia è lontano dai livelli europei – soprattutto Francia, dove il collezionismo di fotografia è consolidato – e internazionali, e mi riferisco al mercato statunitense, molto forte. La fotografia come oggetto di collezionismo si sta sempre più affermando anche grazie all’ingresso ormai acquisito della fotografia nei musei e negli spazi espositivi istituzionali. Il collezionista che si avvicina a questo mercato si sente rassicurato se la fotografia è protagonista di grandi mostre pubbliche. Uno degli aspetti più stimolanti e interessanti a mio parere del lavoro di un gallerista è proprio quello di guidare gli acquirenti verso la ‘trasformazione’ in collezionisti”.
Valorizzare la fotografia: alcuni spunti
Insomma, se è pur vero che attualmente lo stato della fotografia in Italia è buono, bisogna ancora lavorare su vari fronti: è necessario più dialogo tra istituzioni pubbliche e private, per diversificare le proposte e instaurare, come dice Clelia Belgrado di VisionQuest 4rosso, “una comunicazione più viva tra i settori che compongono il mondo della fotografia”. Nel 2017 l’allora Ministro per i Beni e le Attività Culturali Dario Franceschini indisse gli Stati generali della fotografia al fine di “tutelare, valorizzare e diffondere la fotografia in Italia come patrimonio storico e linguaggio contemporaneo” e “definire un piano di sviluppo del settore che determinasse nuove opportunità per la fotografia italiana a livello nazionale e internazionale”. Sono passati anni e, come sottolinea giustamente Denis Curti, “sarebbe opportuno rilanciare l’idea di una ricerca completa e composita per vedere lo stato di salute della fotografia in Italia che è oggettivamente buono”. Ora anche la fotografia è entrata a pieno diritto in un processo che conta su un interesse in costante aumento, muovendo numeri importanti e confermandosi così come uno dei linguaggi più trasversali che connettono la contemporaneità.
Rebecca Delmenico
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #75
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