La natura del tempo in mostra. Il progetto degli studenti del master IED in Curatorial Practice
La classe dell’Istituto Europeo di Design ha presentato a Firenze un'esposizione in dialogo con la grande mostra di Anish Kapoor a Palazzo Strozzi
Un progetto collettivo, che entrasse in stretto dialogo con la grande mostra di Palazzo Strozzi Anish Kapoor. Untrue Unreal: questa la natura di The Tilt of Time, mostra collettiva aperta al pubblico dal 27 ottobre al 30 novembre all’Istituto Europeo di Design di Firenze, in via Bufalini. Coordinato da Daria Filardo (IED) e Martino Margheri (Fondazione Palazzo Strozzi), con lo sviluppo curatoriale della classe del Master in Curatorial Practice 2022/2023, il progetto esplora la natura multiforme del tempo attraverso le opere di Giulio Aldinucci, Fabrizio Ajello e Francesco D’Isa, Chiara Bettazzi, Alessandro Gandolfi, Jacopo Jenna, Namsal Siedlecki.
Il tempo in mostra allo IED di Firenze
“Il tempo infinito di internet. Il tempo interrotto della pandemia. Indietro nel tempo con la guerra in Ucraina. Il tempo velocizzato dell’intelligenza artificiale. Una serie di eventi storici recenti rende attualissimo il tema del tempo, il quale è sempre correlato a quello dello spazio, come Storia e Geografia” ha commentato Danilo Venturi, direttore IED Firenze, che ha ricordato come “la scuola è il luogo dove i giovani danno forma allo spirito del tempo”.
Nello specifico, The Tilt of Time indaga sei traiettorie di ricerca e propone riflessioni che spaziano dalla trasformazione degli oggetti e dei loro significati nel tempo e nella storia, all’attuale ruolo dell’intelligenza artificiale nella creazione di immagini e al suo rapporto con le arti visive, fino a toccare alcuni temi digeopolitica, coinvolgendo i linguaggi della performance e della musica.
La mostra The Tilt of Time a Firenze
The Tilt of Time segna il terzo anno di collaborazione tra il Master in Curatorial Practice di IED Firenze e la Fondazione Palazzo Strozzi. Affiancato da un programma di performance negli spazi della Strozzina, che ha visto la partecipazione di Giulio Aldinucci e Jacopo Jenna, il progetto ha visto lo sviluppo curatoriale di Georgina Anastasi, Victoria Cassone, Hailey Conway, Patricia Hale-Siedler, Sneha Harish Chaturani, Solomiia Hrebeniak-Dubova, Alisa Kanevskiy, Catarina Mel, Emma Miles e Alexandra Skilnick.
La mostra si apre con un’installazione site-specific di Chiara Bettazzi, che riusa degli oggetti provenienti dai magazzini dell’istituto ibridandoli con gli oggetti evocativi provenienti dal suo studio e generando nuove forme capaci di sottolineare l’incontro tra piani temporali. Segue il racconto fotografico di Alessandro Gandolfi, con scatti dai reportage realizzati in quattro aree del mondo per interrogarci sulle crisi della nostra società contemporanea. I lucernari (o “tunnel solari”) del lungo corridoio di IED accolgono un wall-drawing di Fabrizio Ajello e Francesco D’Isa, che insieme agli studenti hanno trascritto una serie di sogni da usare come materia generativa per dei programmi di intelligenza artificiale: l’archivio visivo nato da questo incontro è stato reinterpretato in complessi disegni realizzati sull’edificio. Conclude la mostra una testa di vetro di Namsal Siedlecki, che in diretto rapporto con la statuaria del passato propone un passaggio di testimone tra forme e materiali. Ad approfondire il lavoro degli artisti, un catalogo realizzato in collaborazione con Kunstverein Publishing Milano racconta la creazione dei progetti site-specific per gli spazi di IED Firenze e Palazzo Strozzi e restituisce l’articolazione della ricerca curatoriale con un’apposita sezione.
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