Legends: storie miti e leggende del Canavese

Informazioni Evento

Luogo
BIBLIOTECA CIVICA - VILLA AMORETTI
Via Filadelfia 205 , Torino, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
11/01/2024

ore 17

Artisti
Sergio Bertani
Curatori
Sabrina Sottile
Generi
fotografia

Saranno esposte 10 differenti fotografie, una per ogni luogo canavesano interessato dalla presenza di una storia, mito o leggenda. La collezione fotografica è stata realizzata da Sergio Bertani, con la curatela di Sabrina Sottile. 

Comunicato stampa

Dopo aver inaugurato a Chivasso, la mostra fotografica “Legends: storie, miti e leggende del Canavese”, approda a Torino presso una prestigiosa location: la Biblioteca Civica di Villa Amoretti (corso Orbassano, 200). 

La mostra, che inaugurerà giovedì 11 gennaio e proseguirà fino al 27, sarà aperta negli orari di apertura della biblioteca e prevederà presentazioni di libri in tema, che verranno comunicati di volta in volta. 

Saranno esposte 10 differenti fotografie, una per ogni luogo canavesano interessato dalla presenza di una storia, mito o leggenda. La collezione fotografica è stata realizzata da Sergio Bertani, con la curatela di Sabrina Sottile. 

La curatrice della mostra dichiara: 

È convinzione generalmente riconosciuta che in ogni epoca del passato le storie, i miti, e le leggende sono state parte integrante ed essenziale del corredo di tradizioni e conoscenze appartenente ad ogni popolo della terra, contribuendo a costruirne la memoria collettiva, le radici ed il senso di attaccamento al proprio territorio. Anche oggi, nell’epoca del digitale, della globalizzazione e del processo di spersonalizzazione della società contemporanea, riconoscere l’importanza delle tradizioni e della cultura del passato e saperle valorizzare e diffondere diventa non solo un atto dovuto, ma un’esigenza che porta l’identità di ogni individuo, a identificarsi con la comunità di appartenenza. Il presente progetto, dunque, se da un lato intende proporre un percorso esperienziale volto ad esaltare il valore della narrazione come strumento di riconoscimento sociale, dall’altro pone l’accento su un patrimonio ricco di cultura, tradizione e tesori architettonici appartenenti ad un territorio tutto da scoprire” (Sabrina Sottile)

Il fotografo Sergio Bertani puntualizza:

Nel progetto Legends ho cercato di far sì che il vero protagonista non fosse l’elemento umano - presente in quasi tutte le immagini - bensì l’elemento suggestivo e narrativo. Sono un fotografo teatrale e nella mia tipologia di fotografia la componente scenografica è essenziale. La tecnica con cui ho generato le 10 immagini di questo progetto è quanto di più lontano ci sia dal concetto di “congelamento di un istante”, un po’ erroneamente legato in modo indissolubile al campo della fotografia. La macchina fotografica viene posizionata su treppiede e rimane immobile fino al termine della sessione. Scelgo l’inquadratura e la composizione, posiziono i soggetti e li illumino tramite flash radiocomandati e modificatori di luce come softbox, beauty dish, ecc. Dopodiché scatto una serie di fotografie dove luci e soggetti vengono prima messi e poi tolti e le luci vengono spostate in modo da illuminare altri elementi della scena. Nel lungo processo di postproduzione il tutto viene assemblato, rivelando o eliminando parti della scena a piacimento”.

 

Di seguito, i luoghi e la sintesi delle narrazioni di Legends:

  • Barone Canavese - Il mito della grande fabbrica incompiuta - Castello di Barone Canavese.

Il mito narra di una coppia, Beatrice e Guglielmo, che viveva felicemente nel proprio “castello incompiuto”, con mura di mattoni che si innalzavano a metà della loro altezza. Un giorno il Re propose di costruire il castello a sue spese, ma la coppia rifiutò, per preservare la propria felicità e indipendenza. Con questo mito, ad essere rimarcata è l’importanza dei valori della libertà e della dignità personale, che non si dovrebbero mai né svendere, né perdere di vista.

  • Chivasso - La leggenda del guardiano delle acque di Chivasso - Canale Cavour.

Si dice che il fantasma del guardiano del Canale di Cavour continui ancora oggi a vegliare sulle sue acque che attraversano la cittadina canavese ed i territori attigui; egli veglia per proteggere il benessere economico dei suoi abitanti che, per questo, continuano a ringraziarlo ed a celebrarlo.

  • Forno Canavese - La storia del Mulino Val.

C’era una volta un uomo di nome Giuseppe Val che aveva perso tragicamente il suo giovane figlio di nome Luca, grande appassionato di mulini a vento, in un incidente stradale. Per ricordare il figlio, Giuseppe decise di costruire un grande mulino a vento. Presto, la storia del Mulino di Val, che ancora oggi svetta nei pressi di Forno Canavese, si diffuse a macchia d’olio, richiamando visitatori e turisti provenienti da ogni luogo, solo per poterlo ammirare da vicino.

  • Montalto Dora - La leggenda degli amanti del Castello di Montalto Dora.

Si narra che nel Castello di Montalto Dora, ci siano due fantasmi che appaiono e scompaiono nelle notti di plenilunio: sono due amanti, Emma di Montalto e Guiscardo di Monferrato che, a causa delle inimicizie tra le rispettive famiglie, furono ostacolati nella loro unione ed in seguito raggiunti dalla morte. Oggi i due amanti aleggiano nei pressi del lago sotto al Castello, abbracciati e felici come al tempo del loro giovane amore.

Settimo Vittone - La storia del Castello di Montestrutto.

Un antico castello ottocentesco in stato di abbandono venne ristrutturato da un ricco americano che lo trasformò nella sua dimora estiva, facendolo diventare sede di feste, concerti e spettacoli teatrali, che attiravano visitatori da tutto il mondo. Ancora oggi, tale antica dimora, che sorge silenziosa, sulla sommità di un promontorio roccioso, rimane un luogo magico dove, durante il tramonto, al passaggio di “stormi di uccelli neri”, è ancora possibile sentir echeggiare voci e suoni di feste passate.

  • Pont Canavese - La leggenda delle due torri. 

C’era una volta un antico paese canavesano, circondato dalle montagne, che possedeva due possenti torri, la Torre Ferranda e la Torre Tellaria, costruite in epoca medioevale a difesa della popolazione di quelle terre. Collegate da passaggi sotterranei, le due torri ospitavano una popolazione di gnomi e folletti che, ancora oggi, si dice escano di notte per fare dispetti o regalare caramelle ai bambini più buoni.

  • Rivara - La storia della masca di Rivara - Castello di Rivara.

La storia delle “masche”, come vengono chiamate le streghe nel dialetto piemontese, è stata una pagina oscura e spaventosa del nostro passato, che ispirò tante persecuzioni nel XV secolo. Il Castello di Rivara divenne la sede di uno dei più temuti tribunali dell’inquisizione di tutta la regione. Betta, figlia della cuoca del Signore del castello, che amava studiare medicina e aveva appreso alcuni rimedi per curare i mali di stagione, venne presto additata come strega del villaggio e destinata al rogo. Ancora oggi, la bella fanciulla vaga assorta nel meraviglioso parco del castello.

  • San Giorgio Canavese - La storia di Teresa Belloc - Villa Malfatti.

Villa Malfatti fu costruita all’inizio dell’Ottocento dalla cantante lirica Teresa Belloc e acquistata nel 1888 da un Barone trentino, che non ne modificò mai alcun particolare. Sotto la terrazza inferiore, si apre un grande atrio nel quale campeggia la frase latina “Amphion Thebes Theresia Villam”. Con queste parole, e richiamando metaforicamente il mito di Anfione, che con il suono della lira posizionò i mattoni per erigere il muro di Tebe, la Belloc volle immortalare la costruzione della sua dimora, avvenuta grazie al successo acquisito dalla sua voce di grande interprete rossiniana.

  • Castellamonte - La leggenda del tesoro nascosto di Castelletti Sant'Anna Boschi.

Nel cuore del Canavese, sorge Sant’Anna Boschi, frazione di Castellamonte, una terra particolare costituita da un’ossatura di roccia compatta che, in epoca preistorica, doveva essere stata una scogliera allungata in mezzo al mare. I “Castelletti” erano abitati da una tribù antica e saggia, i Salassi. Alla notizia dell’imminente attacco da parte dell’esercito romano, il loro tesoro fu nascosto sulle colline. Chiunque l’avesse trovato avrebbe potuto cambiare il destino del mondo. Ma nessuno lo trovò mai.

  • Sparone - La storia della Rocca di Sparone e di Re Arduino.

La Rocca di Sparone fu sede e rifugio dell’esercito di Re d’Arduino che, nel 1004, resistette vittoriosamente all’assedio di Enrico II° di Germania. Essa però venne distrutta durante le lotte fra i Cesariani ed i Francesi. Oggi, i ruderi sono raggiungibili a piedi e visitati da molte persone; tra queste c’è chi giura che, nelle sere d’autunno, sia possibile scorgere il fantasma del mitico primo Re d’Italia vagare con lo sguardo fiero e la spada sguainata.