Sol LeWitt / Michael Venezia

Informazioni Evento

Luogo
ALFONSO ARTIACO - PROJECT SPACE
Piazza Dei Martiri 58, Napoli, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
12/01/2024

ore 19

Artisti
Sol LeWitt, Michael Venezia
Generi
arte contemporanea, doppia personale

Mostra doppia pesonale.

Comunicato stampa

Sol LeWitt

 

13 gennaio – 24 febbraio 2024

 

Alfonso Artiaco è lieta di annunciare la settima personale in galleria

dell’artista Sol LeWitt.

La mostra inaugura venerdì 12 gennaio alle ore 19.

 

Il lavoro di Sol LeWitt si caratterizza per l’utilizzo di diverse tecniche di produzione che gli hanno permesso di trovare il giusto compromesso tra qualità percettiva e concettuale, tra la semplicità dell'ordine geometrico e la ricerca di bellezza e creazione intuitiva.

La sua ricerca artistica si sviluppa attraverso i suoi celebri wall drawing e le sue strutture geometriche tramite cui ha decostruito il concetto di autorialità legato alla realizzazione dell’opera, riconoscendo il primato non alla mano, ma alla mente che l’ha ideata. Di pari passo l’artista ha realizzato molti lavori su carta nel corso della sua carriera.

Il focus della mostra è costituito da opere inedite, mai esposte prima, realizzate tra il 1998 e il 2005, periodo in cui LeWitt decide di dedicarsi maggiormente alla pittura. La tecnica che utilizza è gouache su carta, pittura opaca a base d'acqua, cui si appassiona dagli anni Ottanta.
I suoi studi l’hanno condotto verso la definizione di forme meno rigide, articolate dalla creazione di profondità spaziali. Il risultato sono opere astratte composte da pennellate fluide a flusso libero.

L’artista così trasforma le idee in incarnazioni visive, manifestazioni visibili di sistemi e regole che si mescolano creativamente, dando vita a una vastità di combinazioni. Le linee, le forme, i colori e i volumi instaurano un equilibrio sottile tra pensiero e forma, tra ordine e disordine, tra paternità e anonimato. Il suo lavoro si articola attraverso strutture mentali e visuali concrete in una costante ricerca che gli ha permesso un continuo rinnovamento.

I titoli delle opere esposte richiamano la tecnica sopra descritta: Horizontal Lines e Irregular Form. Come le linee orizzontali in una sovrapposizione virtuosa creano una percezione tridimensionale dalla superficie piatta del foglio, così le forme irregolari definite da tonalità contrastanti consentono alla forma distesa una condizione percettiva aggettante. I suoi lavori si rivelano così strutture che si animano attraverso l'idea, sfidando la dipendenza dall'abilità manuale dell'artista.

 

 

 

 

 

 

Sol LeWitt è nato a Hartford (Connecticut, Stati Uniti) nel 1928 e morto a New York nel 2007.

Sol LeWitt è universalmente riconosciuto come uno dei padri fondatori dell’arte minimale.

Ha sovvertito e ridefinito le regole convenzionali della prassi artistica e della sua produzione materiale attraverso l'abolizione delle nozioni di unicità, irripetibilità, abilità individuale nell'esecuzione manuale in favore di un assoluto primato dell'idea. Quando un’artista predilige un linguaggio concettuale nella sua pratica artistica, significa che tutta la pianificazione e le decisioni antecedenti alla realizzazione del lavoro in se divengono prioritarie rispetto al risultato finale del lavoro. L’esecuzione diventa quasi un elemento secondario, al punto tale che chiunque la può portare a termine, a patto che segua le istruzioni date dall’artista. Parafrasando questo concetto con le parole di Sol LeWitt “l’idea diventa lo strumento che produce l’arte.” Le sculture, le gouaches e i wall drawing vengono definite dall’artista come “strutture”.

Il vocabolario visivo che viene da lui utilizzato può essere moltiplicato e trasformato all’infinto.

Nel suo lavoro è chiaramente riscontrabile non solo una dimensione architettonica ma anche una costante relazione con lo spazio che ospita il lavoro, la sua arte si compone di misurati intervalli e controllati rapporti geometrici che dimostrano i contrasti e le similitudini tra le due discipline.

“L'idea diventa una macchina che produce l’arte. Questo tipo di arte però non è teorico o illustrativo di teorie; è intuitivo, è coinvolto in tutti i tipi di processi mentali e non è mossa da scopo alcuno. Di solito è libero dalla dipendenza, dall'abilità dell'artista come artigiano”. (SL, 1967)

Michael Venezia

Venezia a Napoli

13 gennaio – 24 febbraio 2024

 

Alfonso Artiaco è lieta di annunciare l’apertura della prima personale in galleria di Michael Venezia dal titolo Venezia a Napoli.

La mostra inaugura venerdì 12 gennaio alle ore 19, in presenza dell’artista.

 

 

Michael Venezia si è formato negli ambienti della New York minimalista concettuale di fine anni ’60 inizio anni ’70 con artisti come Robert Ryman, Dan Flavin e Sol LeWitt. Mentre questi ultimi hanno condotto la loro ricerca più verso la scultura e l’installazione, Venezia si è sempre dedicato alla pittura.

Ha iniziato la sua produzione realizzando lavori a sviluppo verticale ed è stato tra i primi artisti a lavorare con la pistola a spray sulla tela, introducendo in quella dimensione di calcolata progettualità della composizione la casualità della pittura a spruzzo. Nel tempo la sua attenzione si è spostata dal centro ai margini.

Durante una visita al suo corniciaio di fiducia in Umbria, vicino alla sua residenza, l’artista vede sul pavimento un ceppo di quercia e decide di acquistarlo. Arrivato in studio, ne dipinge solamente un lato lungo. Così la base dell’opera si assottiglia. La pittura migra dall’ampia tela al pezzo di legno squadrato, memore del telaio. Per l’artista, il blocco di legno rappresenta una nuova superficie che restringe il campo visivo.

L’artista americano fa il suo primo ingresso in galleria con una serie di opere appartenenti alla cosiddetta Block Painting. Si pone l’accento sul fatto che i frammenti lignei non siano sculture, proprio perché l’area dipinta è una soltanto e lo sguardo tende a concentrarsi su di esso senza vagare alla ricerca della profondità, data dalla materia. L’artista, componendo le opere con tre elementi, fa esplicito riferimento ai trittici religiosi del periodo gotico, soprattutto quelli realizzati da Giotto e Cimabue.

I suoi lavori non si basano su un progetto predefinito ma sulla casualità. Infatti, i blocchi di legno spesso vengono dipinti in un primo momento e poi archiviati in attesa di essere ripresi dall’artista in seguito, anche dopo anni. Venezia si lascia guidare dall’intuito per unire i pezzi. L’opera si definisce quando l’artista sceglie la composizione. Lo spettatore vede momenti di vita e di ricerca che dialogano in una continuità che pare programmata, ma in realtà ogni parte è origine o evoluzione dell’altra.

 

 

 

 

Michael Venezia è nato nel 1935 a Brooklyn, USA

Ha studiato arte con Peter Busa alla State University College of New York a Buffalo, USA

Michael Venezia ha svolto un ruolo importante nel rinnovamento della pittura negli anni ’60 del Novecento. All'epoca, insieme a colleghi artisti come Dan Flavin, Robert Ryman o Sol LeWitt, Venezia condivideva l'opinione che la routine e il narcisismo fossero diventati predominanti nell'Espressionismo Astratto, tendenze che loro miravano a superare e trascendere. Alla fine degli anni '60 Michael Venezia scopre così la pistola a spruzzo come mezzo adeguato per lasciarsi alle spalle il tocco gestuale e l’autografo della pennellata. Un altro passo importante fu la riduzione del piano dell'immagine a una lunga e stretta barra di legno. Fino ad oggi Venezia è rimasto fedele a questo formato d'immagine sul quale - attraverso l'applicazione di nuove tecniche e la combinazione di diverse barre - continua a raggiungere nuove e sorprendenti qualità pittoriche.