A Roma la grande mostra sulla Dacia. Ma è piena di pannelli informativi sgrammaticati 

La colossale esposizione archeologica al Museo Nazionale Romano - Terme di Diocleziano soffre di una mancanza di attenzione che rovina l'importanza di mille reperti, in Italia per la prima volta

Tutti gli ingredienti per essere una grande mostra, l’esposizione Dacia. L’ultima frontiera della Romanità li aveva. Con oltre mille opere da 47 musei della Romania esposte per la prima volta in Italia, il percorso aperto a fine novembre nelle Aule delle Terme di Diocleziano del Museo Nazionale Romano si è presentato al pubblico come “la più grande e prestigiosa esposizione di reperti archeologici organizzata dalla Romania all’estero negli ultimi decenni”, andando a ripercorrere lo sviluppo del territorio nell’arco di oltre 1500 anni, dall’VIII secolo a.C. all’VIII d.C. Eppure, nonostante la pompa magna della sua inaugurazione, è mancata una fondamentale cura nei pannelli informativi, che appaiono scritti a malapena in italiano. “Angora” al posto di “agorà”, “monstra” al posto di “mostra”, “ritone” al posto di “tritone”, “inventario” al posto di “corredo funerario”, e persino “grechi” al posto di “greci”. E poi frasi lunghissime, contorte, a malapena comprensibili costellano il lungo percorso, in cui ogni tanto appaiono delle correzioni sovraimpresse.

La mostra “Dacia” a Roma. Lo spreco di una grande mostra archeologica 

Un vero peccato, considerati i reperti e l’impegno diplomatico profuso in una mostra che dovrebbe celebrare le relazioni bilaterali tra i due Paesi romanzi. Tra le opere in mostra, figurano capolavori come il Serpente Glykon da Tomis, raffigurazione in marmo di un ‘demone buono’ che guarisce dalle epidemie; l’elmo d’oro di Cotofeneşti di manifattura tracica, con varie scene di sacrificio; l’elmo celtico di bronzo da Ciumeşti, con il cimiero a forma di aquila; il tesoro gotico di Pietroasele del IV secolo d.C. con l’eccezionale phiale d’oro lavorata a sbalzo e le grandi fibule; e ancora bracciali d’oro daci, le tavolette in bronzo della Lex Troesmensium e il donarium di Biertan. 

La mostra “Dacia” a Roma. Le critiche sui social 

Sui social sono presto fioccate critiche e battute. “Molti mi chiedono come sia potuto accadere: si potrebbe supporre che i testi siano stati preparati dai responsabili rumeni della rassegna e poi tradotti in italiano con Google Traduttore (ma errori come “grechi” e “angora” neanche il buon Google li fa), e che infine, sul fronte romano, nessuno si sia preoccupato di controllare. Né si è provveduto a rifare i pannelli, una volta combinato il pasticcio, né forse lo si farà mai. Un insulto per i visitatori e per il museo stesso, un’istituzione illustre che non si merita questo affronto”, si legge su Mo(n)stre, primo profilo a denunciare la cosa. E ancora altri utenti aggiungono: “Può esistere una mostra che espone un migliaio di oggetti meravigliosi ma li illustra in modo sconclusionato e finanche sgrammaticato?”. Semplicemente un peccato.

La risposta del Museo Nazionale Romano ad Artribune

In risposta alla questione, il 17 gennaio il Museo Nazionale Romano e gli altri organizzatori della mostra hanno fatto sapere alla redazione che stanno ponendo rimedio al problema. “Consapevoli delle imprecisioni e inesattezze riportate nei pannelli e negli apparati museografici, teniamo a rassicurare circa il fatto che stiamo provvedendo – in stretta collaborazione con gli altri organizzatori della mostra – a mettere a disposizione del pubblico le informazioni corrette e complete. Non abbiamo avuto la possibilità di farlo prima anche a causa delle tempistiche legate alla gestione finanziaria e contabile del progetto, scegliendo di non rimandare l’apertura della mostra e consentire al pubblico la visione degli inestimabili reperti per il tempo più lungo possibile. Ringraziamo il pubblico e la stampa che si sono mobilitati, e che speriamo di accogliere nuovamente al più presto, appena pannelli e didascalie saranno all’altezza dei preziosi oggetti in mostra, e dell’attività scientifica del Museo Nazionale Romano, che comunicherà l’avvenuta sostituzione degli apparati una volta corretti”.

Giulia Giaume

https://museonazionaleromano.beniculturali.it/evento/dacia-lultima-frontiera-della-romanita/

Articolo aggiornato il 17 gennaio 2023.

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Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

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