I paesaggi post-apocalittici di Andrea Mauti in mostra a Roma
Scenari criptici e surreali, sculture sospese nello spazio della galleria che le ospita. L’archeologia fantascientifica del giovanissimo Andrea Mauti alla galleria ADA Project a Trastevere
Dodici sculture sospese galleggiano nella sala principale di ADA Project, per ÆND, mostra personale di Andrea Mauti (Roma, 1999, vive e lavora a Marino, Roma).
Le opere, a mezz’aria, si offrono ai visitatori come memorie di un passato distopico e, nello stesso tempo, prefigurazioni di un futuro apocalittico. Seppur leggere nella forma, tradiscono una natura pesante, derivante dalla stratificazione che le caratterizza e che si scontra, in un toccante ossimoro, con la modalità espositiva scelta.
La mostra di Andrea Mauti a Roma
Acciaio, cere, pigmenti, fibre tessili. Numerosi sono i materiali, per lo più organici, con cui Mauti, strato dopo strato, ricrea, attraverso un complesso processo di reazioni chimiche, solo in parte controllate, quell’intricata sedimentazione di elementi che siamo portati ad identificare come inconfutabile impronta del passaggio del tempo.
Immagini misteriose, incomprensibili, a tratti inquietanti ma, al contempo, attraenti, per il loro porsi come architetture aperte, avvolgenti, come degli abbracci, in un vorticoso gioco di pieni e vuoti.
La ricerca di Mauti non nasce da una semplice velleità estetica ma dalla pratica diretta con l’archeologia, condotta in diversi siti, durante i primi anni di accademia. Importante esperienza formativa da cui ha mutuato una visione archeologiadella realtà che lo porta ad iniziare ogni suo lavoro dallo studio dell’ambiente che lo circonda e dal recupero di oggetti, frammenti, rifiuti del contesto urbano su cui interviene fino a modificarne completamente l’identità. Tutti gli elementi adoperati da Mauti entrano far parte di un processo in divenire; una sorta di archeologia poetica del contemporaneo che, andando a scovare le scorie del nostro presente, ne tramuta il destino, da rifiuti tossici a future vestigia della contemporaneità; attribuendo loro nuovo significato e dignità, pur mantenendone inalterata l’originaria tossicità.
I paesaggi post-apocalittici di Andrea Mauti
L’intento dell’artista è ricostruire un paesaggio post-apocalittico, una rovina che si modifica nel tempo. Scenario desolato in cui, seppur timidamente, si palesa la possibilità di una rinascita, rivelata anche nel titolo ÆND che, da una parte, nel significato lessicale rimanda al concetto di fine, “crisi dell’umano” di De Martino, autore di riferimento per Mauti; dall’altra, come congiunzione, prefigura un possibile proseguimento, un ponte tra questa e una nuova realtà, in cui la presenza dell’umano, per quanto fragile, potrà ritrovare un nuovo equilibrio abitativo. Presenza rivendicata da Mauti anche negli articolati titoli delle opere che rimandano a dei corpi, entità non ben identificate ma comunque foriere di un speranza di vita.
ÆND è una mostra complessa, anche perché Mauti non offre alcuna chiave di lettura al visitatore per orientarsi in questo scenario criptico e surreale. I testi che accompagnano la mostra lasciano spazio a un componimento poetico, fortemente evocativo, di matrice fantascientifica, in cui l’artista si pone come narratore esterno. Gli stessi titoli dei lavori, per quanto frutto di un intenso processo di elaborazione, sono preclusi al pubblico durante la visita; lasciando così i visitatori completamente liberi di interpretare le opere ciascuno secondo la propria personalissima visione.
Ludovica Palmieri
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