Performatorio è il nuovo centro per le arti performative di Bergamo

In quello che un tempo era un piccolo lavatoio, nasce uno spazio dedicato alla performance che ambisce a diventare luogo di incontro tra artisti, operatori culturali e pubblico

Dopo il lungimirante progetto Gres Art 671 (il polo per l’arte contemporanea nato in un’ex area industriale e inaugurato dalla mostra immersiva dei NONE Collective), Bergamo continua a rigenerare luoghi dismessi per restituirli alla comunità con una funzione culturale.
Come il piccolo edificio in via Nazario Sauro 3/a che, da ex lavatoio, si trasforma in un nuovo centro per l’arte e le pratiche performative ribattezzato Performatorio, che aprirà le porte al pubblico il prossimo25 gennaio 2024. Il progetto nasce da un’idea di Fiorenzo Terenghi, Stefano Scandella e Laura Nozza, attraverso la costituzione dell’Associazione P – Aps, e si pone l’obiettivo di diventare uno spazio interamente dedicato all’arte visiva, scenica e sonora d’avanguardia, colmando il vuoto sul territorio locale e regionale. 

Gli artisti, i workshop e gli incontri di Performatorio a Bergamo

Performatorio intende puntare l’attenzione sul corpo (inteso come linguaggio), sull’azione e sull’esperienza, e lo fa animando il piccolo spazio con un palinsesto live che vedrà protagonisti performer, musicisti e ballerini. A inaugurare lo spazio sarà l’artista Matteo Rubbi, accompagnato dalle musiche di Ballardian Dream Machine – aka Edoardo Serena – per poi passare alla ricca programmazione che vedrà avvicendarsi nel corso dell’anno Jacopo Benassi, Violaine Lochu, Ryosuke Kiyasu, Hyenaz (il duo con base a Berlino: Kathryn Fischer e Adrienne Teiche), Ateliersi (un collettivo artistico di Bologna) e Jacopo Miliani

Jacopo Benassi
Jacopo Benassi

Performatorio a Bergamo nelle parole dei fondatori

Abbiamo scelto di concentrarci sulle arti performative perché ci interessa la relazione, sempre unica, che si crea tra performer e pubblico, entrambi attori di una realtà che stanno creando insieme”, spiegano i fondatori di Performatorio ad Artribune. “Un’idea che è nata dalla peculiarità e dal potenziale del luogo, probabilmente il più piccolo centro per le arti performative in Italia, e chiede da subito all’artista di entrare in contatto con caratteristiche insolite, indagando la connessione tra corpo, linguaggio e spazio”.

Valentina Muzi 

https://www.performatorio.it

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Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

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