La nuova sede della galleria di Tommaso Calabro a Milano. Apre la mostra su Tiger Tateishi
Per inaugurare lo spazio in Corso Italia, la galleria presenta la mostra dedicata al giapponese Tateishi, continuando ad approfondire la figura del gallerista Alexander Iolas che fu tra i più importanti sostenitori dell’artista
Dopo cinque anni nello storico Palazzo Marietti con vista sulla Pinacoteca Ambrosiana, la Galleria Tommaso Calabro trasloca, restando sempre a Milano, ma spostandosi in Corso Italia 47, al piano terra di Casa Grondona, un altro edificio storico del 1876. Tre sale espositive, che affacciano sul corso, ospitano per l’occasione una mostra dedicata a Tiger Tateishi (Fukuoka, 1941 – 1998), tra le figure più eclettiche della seconda metà del Novecento. Un’opportunità per Tommaso Calabro per continuare ad approfondire le ricerche sul gallerista Alexander Iolas – memorabile la mostra Casa Iolas. Citofonare Vezzoli curata dall’artista e amico Francesco Vezzoli – tra i primi sostenitori dell’artista giapponese. Arrivato nel 1968 a Milano, il pittore, mangaka, illustratore e ceramista entrò subito in contatto (con lui Ichige Fumiko, artista e compagna) con la galleria del collezionista greco e la Galleria del Naviglio, dove conobbe Roberto Crippa e Lucio Fontana. Anche l’ambiente del design fu affascinato dalla figura di Tiger, che fino al 1974 lavorò nello studio di Ettore Sottsass, per poi collaborare come consulente artistico e illustratore con Alessi e Olivetti.
Tommaso Calabro. Le nuove sedi e la mostra su Tiger Tateishi
La mostra Tiger Tateishi inaugura giovedì 25 gennaio 2024 presentando una selezione di dipinti e carte realizzate tra la fine degli Anni Sessanta e Settanta dall’artista giapponese. Sono i lavori del soggiorno milanese, durante il quale viaggia spesso anche in Europa: in questi anni, tra il 1969 e il 1981, realizza le prime e rare litografie, i dipinti “a vignette” in cui condensa il surrealismo e l’arte del fumetto e inizia a siglare le opere con la firma “Tiger pinxit”. Alexander Iolas è tra i primi ad accorgersi dell’arte di Tiger e organizza mostre a Ginevra, New York e Parigi dal 1972 al 1976. L’esposizione fa da preludio all’apertura di altre due nuove sedi: a Venezia, in programma per aprile 2024 con una mostra su Harold Stevenson, e a Feltre – città natale di Calabro in provincia di Belluno, in Veneto – con una personale dell’artista contemporaneo Aldo Sergio (Salerno, 1982) che inaugurerà a maggio 2024. Infatti, le sedi di Milano e Venezia continueranno con l’arte moderna, mentre Feltre ospiterà progetti dedicati al contemporaneo.
L’arte di Tiger Tateishi a Milano
È impossibile definire lo stile e incasellare in un movimento artistico la produzione di Tiger Tateishi. Mosso dalle influenze occidentali del Cubismo, Surrealismo e Metafisica, Tiger fu capace di combinarle con i simboli della cultura asiatica, rielaborandoli in un modo del tutto unico. Nato in una città mineraria di carbone nella prefettura di Fukuoka, Tateishi si era avvicinato giovanissimo al mondo dei manga e ai film dell’era Shōwa, anche per “scappare” dal difficile secondo dopoguerra giapponese. Fin da subito si riconobbe abile disegnatore: il suo primo premio artistico lo ottenne all’età di sei anni; a tredici vide il suo lavoro pubblicato su una rivista manga. Terminata la scuola superiore si trasferì a Tokyo, per iscriversi alla Musashino Art Univeristy, unendosi presto all’avanguardia dadaista giapponese dei primi Anni Sessanta. Nel marzo del 1969, con sua moglie, arrivò a Milano: “Un cambio di ambiente è ciò che stimola la mia creatività. Rifiuto di stabilirmi in un luogo e accontentarmi dello status quo”. Questo fu il suo motto.
Caterina Angelucci
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati