Futuro antico. Intervista a Luigi Fassi, direttore della fiera Artissima
Il direttore di Artissima Luigi Fassi crede che nei prossimi anni si farà attenzione alla giustizia sociale, in un mondo globale dove, come diceva Artuto Benedetti Michelangeli, in arte non c’è pietà
Prima di succedere a Ilaria Bonacossa come direttore della fiera Artissima (ruolo che ricopre dal 2022), Luigi Fassi (Torino, 1977) ha assunto la direzione artistica del MAN di Nuoro (2018-2022) e del Kunstverein ar/ge kunst di Bolzano. Tante le esperienze internazionali, così come le pubblicazioni e gli articoli comparsi sulle pagine, tra gli altri, di Flash Art, Domus, ArtForum e Mousse.
Intervista a Luigi Fassi
Quali sono i tuoi riferimenti ispirazionali nell’arte?
I miei riferimenti sono interdisciplinari, perché all’interno dell’arte includo ogni forma artistica che metta al centro un processo creativo rigoroso e complesso. Nella consapevolezza che, come affermava Arturo Benedetti Michelangeli, in arte non c’è pietà, o vali o ti levi di torno. Due ambiti di attenzione costante per me al di fuori dell’arte visiva sono la poesia e la danza, in particolare nei loro sviluppi contemporanei.
Qual è il progetto che ti rappresenta di più? Puoi raccontarci la sua genesi?
I progetti che per me hanno contato di più sono stati quelli condotti a stretto contatto con gli artisti, come nel caso di committenze e residenze, e quelli costruiti partendo da urgenze teoriche, come nel caso di mostre collettive. Per il primo esempio penso a un progetto realizzato alcuni anni fa con Kilianj Kia Henda per lo Steirischer Herbst Festival in Austria sul confine sloveno. Invitai l’artista a raccontare quel contesto geografico culturale complesso, tra le memorie della cortina di ferro e il presente segnato dal flusso dei migranti. Nel secondo caso penso alla mostra di gruppo Crisis of Presence, che curai nel 2016 al Pori Art Museum in Finlandia, e che rifletteva sull’idea di crisi della presenza come espressa dagli scritti di Ernesto De Martino.
Che importanza ha per te il Genius Loci all’interno del tuo lavoro?
Non ho mai interpretato il mio lavoro all’interno di un genius loci, se non quello dato dalla propria formazione, dalla propria esperienza e da un senso di appartenenza ad alcuni valori e idee.
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Il futuro secondo Luigi Fassi
Quanto è importante il passato per immaginare e costruire il futuro? Credi che il futuro possa avere un cuore antico?
Ciascuno di noi è innervato dal passato, che ne siamo consapevoli o no. Chi si dedica al passato si apre ad orizzonti immensi che illumineranno anche il suo futuro.
Quali consigli daresti ad un giovane che voglia intraprendere la vostra strada?
I consigli forse più ovvi, ma imprescindibili: continuare a studiare il più possibile, parlare con gli artisti e con i curatori, investire nei viaggi e nel proprio aggiornamento quanta più energia si può.
In un’epoca definita della post-verità, ha ancora importanza e forza il concetto di sacro?
Direi certamente di sì. Un sacro, per quanto mi riguarda, avvicinato come mistero, ma ancor più come redenzione e speranza a partire dal senso della propria finitezza.
Come immagini il futuro? Sapresti darci tre idee che secondo voi guideranno i prossimi anni?
In questi anni abbiamo visto crescere fortemente l’attenzione al tema della giustizia sociale. Credo (e spero) che un prossimo sviluppo sarà un ritorno alla disciplina dell’etica, intesa come etica dei valori e della persona. È un territorio irto di difficoltà ma anche di immensa potenzialità, dove sono convinto si possa anche prestare nuova attenzione a tanti autori della tradizione europea, in dialogo con tutte le istanze, le esigenze e le elaborazioni del mondo globale in ogni sua declinazione.
Ludovico Pratesi
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Ludovico Pratesi
Curatore e critico d'arte. Dal 2001 al 2017 è stato Direttore artistico del Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro Direttore della Fondazione Guastalla per l'arte contemporanea. Direttore artistico dell’associazione Giovani Collezionisti. Professore di Didattica dell’arte all’Università IULM di Milano Direttore…