Il 2024 del museo M9 di Mestre: gli obiettivi della nuova direttrice Bertolucci e la mostra su Banksy
Serena Bertolucci, neodirettrice del Museo del Novecento, si presenta indicando il duplice impegno sul territorio e nel posizionamento nazionale. In programma per il 2024 due grandi mostre: si comincia a febbraio, con Banksy e un progetto allestito in relazione al Migrant Child di Rio Novo
“La cultura si costruisce nel tempo”, scriveva qualche mese fa Serena Bertolucci accomiatandosi dalla direzione di Palazzo Ducale a Genova, che ha guidato dal 2018 al 2023. Dal primo gennaio 2024, la storica dell’arte di Camogli, che in carriera si è particolarmente spesa per trovare nuove soluzioni di interpretazione e valorizzazione del patrimonio culturale (facendone anche una materia di insegnamento), ha assunto ufficialmente la direzione del museo M9 di Mestre, raccogliendo il testimone di Luca Molinari. Il polo museale dedicato alla storia del Novecento ha da poco festeggiato i suoi primi cinque anni di attività, realtà relativamente giovane, che ha però già avuto modo di confrontarsi con passaggi di crescita utili a forgiarne l’identità.
Presente e futuro dell’M9 di Mestre
Al superamento di una profonda crisi finanziaria, ha fatto seguito, negli ultimi anni, il raggiungimento di una serie di traguardi importanti sotto il profilo dei contenuti e dell’apprezzamento del pubblico. Si spiegano così i numeri del 2023, che ha raccolto 100mila presenze complessive (+43% rispetto alle 70mila del 2022); di queste, 45mila sono ascrivibili alle esposizioni organizzate dal museo, dato più che positivo rispetto ai 30mila ingressi del 2022, trainato dal successo della mostra Rivoluzione Vedova – primo confronto con l’arte contemporanea dell’M9 – terminata all’inizio di gennaio. E nella stessa direzione, verso l’ulteriore evoluzione di un museo che vuole proporsi come presidio di cittadinanza, accogliendo il territorio e lavorando con le sue comunità, si deve leggere il recente potenziamento dello spazio e della programmazione M9Edu (tra laboratori didattici, attività e percorsi guidati che consentono di sviluppare un programma educativo sul mondo contemporaneo e sulle prospettive per il futuro). Come pure l’allestimento dello spazio espositivo immersivo M9 Orizzonti. Fin qui quanto lasciato in dote dalla direzione uscente a Serena Bertolucci, che si insedia a Mestre con mandato triennale, accolta dal Presidente della Fondazione M9, Michele Bugliesi.
Serena Bertolucci e i progetti per l’M9 di Mestre
Un approccio, il suo, energico e mirato a proseguire il percorso avviato: “M9 è un luogo che racconta la storia di tutti e, per questo motivo, ha una responsabilità particolare: ascoltare e includere, in un processo di dialogo continuo. Lo faremo nel territorio e nei territori, progettando nuove forme di coinvolgimento per le comunità locali e parlando al pubblico nazionale con grandi mostre che possano fornire gli strumenti per leggere il tempo presente e quello che verrà”, spiega Bertolucci. “Parlerei di un doppio impegno. Uno verso il pubblico di prossimità, per restituire un museo più accogliente, più amichevole, in cui le persone si riconoscano, grazie a proposte accessibili. Dall’altra parte, c’è l’intenzione di posizionare M9 come merita in ambito nazionale”. Ed è proprio la specificità del museo che suggerisce la strada: “In quanto polo che si occupa di storia, il nostro museo è già multimediale di per sé, perché riunisce molteplici ambiti di interesse. Mi piacerebbe riuscire a fare rete con i musei del Novecento del panorama nazionale, che hanno a che fare con materiale che per le nuove generazioni non è immediatamente comprensibile, spesso avulso dai programmi scolastici”.
Si punta, dunque, a rafforzare la duplice anima dell’M9, come “luogo dove trovano spazio la Storia e le singole storie. Abbiamo la possibilità e la responsabilità di aprire la strada, rendere accessibile il patrimonio storico, lavorare su fatti del passato che solo se trovano comprensione possono aiutarci a leggere il presente”. Tra le iniziative pronte a partire, M9 darà risalto, ogni mese, a un capolavoro d’arte o design della sua collezione permanente, “per farne degli oggetti semiofori, che portano in sé una narrazione, e possono aiutarci a comprendere la storia”.
Le mostre del 2024 all’M9. Banksy e Burtynsky
In coerenza, si preannuncia come snodo essenziale anche la programmazione delle due esposizioni temporanee del 2024, dedicate all’artista britannico Banksy (Banksy. Painting Walls, dal 23 febbraio al 2 giugno 2024), e al fotografo canadese Edward Burtynsky (BURTYNSKY: Extraction/Abstraction, dal 21 giugno 2024 al 12 gennaio 2025, in anteprima italiana, dopo il debutto alla Saatchi Gallery di Londra). Un percorso in cui l’arte contemporanea e la fotografia diventano fonte di interpretazione tanto della storia quanto del presente.
Con la mostra dedicata a Banksy, poi, c’è l’intenzione di sottolineare la vicinanza tra Mestre e Venezia, “superando la narrazione che le mette in antitesi, per vederle invece compartecipare a un progetto di lettura del territorio e decodificazione dell’arte pubblica”. A cinque anni dalla realizzazione dell’opera Migrant Child a Venezia, infatti, la mostra prodotta da Metamorfosi Eventi in partnership con M9 metterà in relazione il murale in Rio Novo con le opere esposte al Museo, dove entrano tre porzioni di muro originali dell’artista, grazie a un progetto di allestimento oneroso: Season Greetings, Heart Boy e Robot Boy, realizzati nel 2009, 2010 e 2018, nel Devon e in Galles, provenienti da collezioni private. Il rapporto tra le due sponde della Laguna sarà esplorato anche attraverso visite guidate in bicicletta da Venezia a Mestre, una maratona, incontri di approfondimento sul tema organizzati durante il periodo della mostra. Le foto di Burtynsky, invece, offriranno l’opportunità di riflettere sul presente delle persone.
Bertolucci, che esprime “massimo entusiasmo” per l’avventura che inizia, descrive l’M9 come “il luogo dello stupore”, forte anche del suo primo impatto con il museo, all’indomani dell’offerta ricevuta per assumerne la direzione: “Quel giorno ho portato con me mio figlio, 14enne, normalmente poco entusiasta di avere a che fare con i musei. E invece, entrando all’M9, ci è rimasto un’ora e mezza. Ho visto, finalmente da parte sua, interesse e sorpresa: è una cosa importante. Oggi parliamo di bisogni culturali, non considerando, però, che il bisogno di cultura è venuto meno. Ecco perché è necessario far rinascere il desiderio, perché solo così riattiveremo il bisogno. M9 può parlare una lingua che riesce a coinvolgere pubblici diversi. E per questo dobbiamo impegnarci”.
Livia Montagnoli
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