Triennale di Bruges 2024. Le installazioni contemporanee ripensano la città medievale
La rassegna si prefigge l’obiettivo di rinnovare l’immagine stereotipata della cittadina belga, conciliandone il patrimonio storico con le esigenze contemporanee di uno spazio pubblico collettivo. La quarta edizione coinvolge 12 tra artisti e studi di architettura
Prossima a celebrare la sua quarta edizione, la Triennale di Bruges raccoglie l’eredità dei tre appuntamenti che a cavallo tra gli Anni Sessanta e Settanta (1968, 1971, 1974) hanno palesato uno spiccato interesse per le arti figurative contemporanee della cittadina belga meglio conosciuta per il suo impeccabile centro medievale attraversato da canali navigabili.
Spaces of Possibility. Il tema della quarta Triennale di Bruges
Spaces of Possibility è il tema della rassegna diffusa che prenderà forma negli spazi della città dal 13 aprile al primo settembre 2024, articolandosi in dodici installazioni artistiche e architettoniche temporanee en plein air, commissionate ad altrettanti artisti e architetti internazionali. Il fil rouge che si tramanda dalle precedenti edizioni invita a scoprire Bruges con occhi nuovi, oltre lo stereotipo da cartolina che attira in città visitatori da tutto il mondo. Ci si interroga, in questo caso, sul futuro di Bruges (e, in senso più ampio, delle città in quanto spazi che rispondono a bisogni collettivi), chiedendo all’arte di evidenziare il suo potenziale dormiente. Come far convivere, insomma, il dovere di preservare un sito patrimonio Unesco con la necessità di evolversi e rispondere alle esigenze contemporanee? Per questo le curatrici della Triennale, Shendy Gardin e Sevie Tsampalla, hanno selezionato i luoghi più nascosti o meno conosciuti della città, tra il centro storico e le zone di West Bruges e Zeebrugge: agli artisti il compito di interpretarli da una prospettiva inedita.
Gli artisti e i luoghi della Triennale di Bruges 2024
Hanno risposto alla chiamata Mona Hatoum, Ivan Argote, Mariana Castillo Deball, Ivan Morison, Adrien Tirtiaux, Sumayya Vally, gli studi Traumnovelle, Ossidiana, SO-IL, Shingo Masuda + Katsuhisa Otsubo, Noell/Rhode, Bangkok Project. Tra i luoghi assegnati loro, una corte del XIII secolo nascosta nel cuore del centro storico, il giardino dell’ospedale psichiatrico Onzelievevrouw, il sito dell’ex monastero dei Frati Minori Cappuccini, l’antico Ospedale di San Giovanni, museo della medicina (ma anche custode della più grande collezione al mondo di opere di Hans Memling), riaperto alla fine del 2023 con un nuovo allestimento. Nel perimetro dell’ospedale, tra i più antichi d’Europa, hanno lavorato su due distinti progetti lo studio Masuda + Otsubo, all’interno del frutteto, e l’artista francese Adrien Tirtiaux, che ha riscoperto il tracciato che nell’Ottocento collegava la struttura medievale con la vicina pensione Huize Minnewater. Tra gli interventi più spettacolari, si attende l’inaugurazione della “quarta” torre del Bangkok Project Studio: una moderna torre campanaria in legno innalzata nell’area più trascurata del parco intitolato a re Alberto I, da interpretarsi in dialogo con le tre torri medievali di Bruges. Altrettanto scenografica sarà l’architettura hi tech progettata dallo studio americano SO-IL, che si snoderà nel giardino dell’ex monastero dei Cappuccini, guidando i visitatori da una parte all’altra della città.
Le installazioni saranno allestite già durante il mese di febbraio, ma la programmazione della Triennale inizierà alla metà di aprile, tra talk, mostre, visite guidate, anche con la collaborazione dei musei e delle istituzioni culturali locali.
Livia Montagnoli
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati