Potreste aver sentito che nelle ultime settimane sono stati scoperti a Miseno i resti di una villa romana di epoca imperiale affacciata sul mare, databile intorno al I secolo d. C, a cui si aggiungono due tempi dorici rinvenuti nel Parco Archeologico di Paestum. Ma a regalare grandi soddisfazioni sono anche gli scavi archeologici condotti all’estero, da cui sono emerse antichissime fortificazioni, particolari corredi funebri e “guanti di sfida”. Ecco tutti i reperti nel dettaglio.
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Tombe e corredi funebri scoperti in Ucraina
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Ceramiche e utensili in ferro rinvenuti in Svizzera
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Tombe e corredi scoperti negli scavi dell’Enel a Taranto
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La fortezza più antica del mondo è stata scoperta in Siberia
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Una tomba dell’Età del Bronzo (creduta persa) è stata ritrovata in Irlanda
A 80 km da Kiev un team di archeologi ha scoperto un cimitero risalente a 1000 anni fa, contente tombe con sepolture ricche di manufatti. Nonostante l’importante scoperta, gli scavi furono sospesi con lo scoppio della guerra, nel 2022, ma il sito è stato studiato dagli esperti tanto che Vsevolod Ivakin e Vyacheslav Baranov, archeologi dell’Accademia Nazionale delle Scienze dell’Ucraina, hanno redatto un report dettagliato che poi è stato invito al convegno annuale dell’Istituto Archeologico d’America. Oltre ad armi ed elaborati anelli per il collo delle donne, la particolarità di queste sepolture risiede nei vasi di legno contenti acqua posizionati ai piedi di alcune persone, e un altare con resti di offerte votive. Nonostante alcuni reperti presentino delle somiglianze con quelli rinvenuti nel Baltico, queste popolazioni potrebbero aver cambiato i metodi di sepoltura entrando in contatto con il cristianesimo e, probabilmente, la chiave di questo cambiamento di rotta fu Volodymyr il Grande che si convertì nel 987, e con lui tutta la regione.
Durante la ristrutturazione di una casa nella frazione di Kyburg, nel cantone di Zurigo, nei pressi dell’omonimo castello, sono emersi reperti inaspettati. Il castello di Kyburg risale al 1027 circa ed appartenne per breve lasso di tempo alla città di Zurigo, per poi diventare di proprietà privata e, nel 1917, il cantone lo acquisì. Data la vicinanza dell’immobile al castello, si supponeva che nel terreno si potessero incontrare reperti antichi e, per evitare di danneggiarli con l’uso di escavatori e altri macchinari, si è pensato di fare un’operazione di scavo preventivo. È grazie a questa iniziativa che gli esperti dell’archeologia cantonale di Zurigo hanno potuto riportare alla luce tre telai, ceramiche, utensili in ferro come martelli e trapani a mano, uno stilo per scrivere e una chiave; ma a destare maggior curiosità sono state 25 piccole tessere che risultano essere i frammenti di un guanto da sfida per la mano destra risalente al XIV secolo.
Durante i lavori di posa delle condotte elettrice di E – Distribuzione S.p.A. in via Dalò e in via Dante nel quartiere Monegranaro, a Taranto, sono emersi ceramiche appartenenti al periodo compreso tra il VI e III secolo a. C., e tombe a fossa e corredi funebri risalenti al IV secolo a. C. Grazie alla collaborazione con la ditta di distribuzione elettrica sono partiti subito gli interventi di scavo archeologico d’emergenza richiesti dalla Soprintendenza Nazionale per entrambe le aree, condotti dal team di esperti di ETHRA Archeologia e Turismo, sotto la direzione scientifica della dottoressa AnnalisaBiffino.
Risalgono a ottomila anni fa le strutture rinvenute ad Amnya, nella Siberia occidentale. Una scoperta importante che pone l’attenzione sulle innovazioni attuate dalle popolazioni di cacciatori e raccoglitori siberiane per la costruzione di alcuni dei più antichi siti fortificati conosciuti al mondo, come sottolinea Cambridge University Press. I ricercatori hanno raccolto una serie di campioni dall’antica fortezza per la datazione di radiocarbonio, oltre che per analisi paleobotaniche (che si riferiscono alle piante locali) e stratigrafiche, constatando che queste popolazioni avevano uno stile di vita sofisticato grazie alle abbondanti risorse della taiga siberiana, nonché alla loro capacità di adattamento. Se fino ad oggi si pensava che le strutture permanenti fossero nate con l’evoluzione di società agricole, questa scoperta rimette in discussione lo studio di alcuni insediamenti, contestualizzandole alle proprietà del territorio.
Incastonata tra le montagne irlandesi c’è la contea di Kerry, un piccolo paese contraddistinto da un paesaggio suggestivo che incuriosisce e affascina numerosi turisti ogni anno. Ma oltre a vantare scorci mozzafiato, la contea è protagonista di una recente scoperta archeologica che riguarda una tomba risalente all’età del bronzo (4000 anni fa) che si credeva fosse andata persa nel 1840 assieme alle sue grandi pietre, riempiegate in altri cantieri. La tomba, conosciuta localmente come Altòir na Gréin (l’Altare del Sole), è stata invece rinvenuta da Billy Mag Fhloinn, che non solo ha trovato il sito preistorico ma ha anche scoperto alcune delle grandi pietre che si credeva fossero state distrutte e rimosse.
L’unica rappresentazione conosciuta dello storico sepolcro risale all’Ottocento grazie ad uno schizzo di Lady Chatterton, una donna aristocratica inglese che aveva visitato la zona nel 1838 in compagnia di un anziano per trovare un “curioso pezzo di antichità, che avrebbe dovuto essere usato per offrire sacrifici al sole”, si legge nel diario di viaggio di Lady Chatterton, ripreso da Rte News.
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Tombe e corredi funebri scoperti in Ucraina
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Ceramiche e utensili in ferro rinvenuti in Svizzera
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Tombe e corredi scoperti negli scavi dell’Enel a Taranto
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La fortezza più antica del mondo è stata scoperta in Siberia
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Una tomba dell’Età del Bronzo (creduta persa) è stata ritrovata in Irlanda
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Valentina Muzi
Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…