Arte e musica. Intervista al cantautore australiano Joshua Murphy

Il sedicesimo appuntamento della rubrica Silver Walk of Muses dell’artista Samantha Stella presenta il ritratto del cantautore australiano Joshua Murphy. In questa intervista racconta il suo rapporto con la creatività e le sue musicalità, tra atmosfere dark e folk

Joshua Murphy (Tourello, 1985) è un cantautore polistrumentista australiano con attuale base a Berlino, dove ha intessuto una fitta rete di collaborazioni con musicisti e artisti visivi. Insieme a Catherine Elsässer, sotto il nome MILK ME, presenta set musicali ibridi tra chitarra e elettronica. Con Hiroyasu Tsuri e Christiania Krueger è parte del progetto multimediale Total Temporary che unisce arte sonora, visiva e cinematografica. Nel dicembre 2022 ha debuttato con il suo progetto solista attraverso la pubblicazione dell’EP Lowlands, scritto a Berlino tra il 2019 e il 2020, e prodotto da Martin j. Fiedler, che presenta racconti cerimoniali oscuri ed evocativi, debitori al passato storico musicale e sociale della sua terra di origine, in particolare alle atmosfere di Nick Cave & The Bad Seeds. 
Visioni poetiche folk noir/dark folk, nate dall’interesse per la musica funebre occidentale, dove la voce raggiunge uno spoken word che ricorda il cantautore e poeta canadese Leonard Cohen. Il produttore Fiedler ha successivamente invitato Murphy a partecipare alle sessioni in studio durante la registrazione di The Killer, sesto album della storica band australiana di rock alternativo/post-punk Crime & the City Solution, dove ha suonato piano e chitarra in tre dei sette brani del disco. Inoltre, in questa occasione gli è stato chiesto di diventare membro della band insieme agli storici fondatori Simon Bonney e Bronwyn Adams ed altri musicisti, compreso Frederic Lyenn, già bassista di Mark Lanegan. Alla pubblicazione dell’album per l’etichetta Mute nell’ottobre 2023, è seguito un tour europeo tra novembre e dicembre (che ha toccato anche l’Italia nell’unica data milanese), dove Murphy è stato presente in doppia veste, sia come musicista di apertura del concerto con i suoi brani, sia come chitarrista nella band principale. Tra le sue date come solista, ha anche partecipato al concerto berlinese dell’ultimo tour del cantautore americano David Eugene Edwards (leader dei gruppi 16 Horsepower e Wovenhand).

Intervista al cantautore Joshua Murphy

La tua definizione di arte?
L’arte è un modo per creare opere che incarnano una parte di noi stessi. Creazioni fisiche, visive o sonore che rappresentano e sono in linea con il loro autore. C’è un livello di competenza tecnica necessario per creare grandi opere, ma deve esserci anche l’essenza di una vita. Dobbiamo rivelare e mettere una parte di noi stessi al suo interno perché possa essere considerata, a mio avviso, arte.

La tua definizione di musica?
Proprio come la mia definizione di arte, sempre più spesso mi trovo a definire la musica non come suono, ma piuttosto come rappresentazione sonora di sé. Nel cantautore statunitense Towns Van Zandt, per esempio, suono ed essenza della persona sono un tutt’uno. Il modo in cui suona o canta, che gioca sicuramente un ruolo importante, sono imitabili, ma non lo è l’essenza che la sua musica rappresenta, poiché è unica e singolare e parla della persona più che dei suoni presentati. La musica è altresì un modo per incapsulare idee e sentimenti complessi, altrimenti incomunicabili, in qualcosa di più semplice e diretto.

Ti definisci un “artista”? 
Mi ritengo una persona che, a volte, crea arte. Credo alla creazione come ideologia, come qualcosa da tentare di implementare nella propria vita, ma l’arte, in tutte le sue forme, che si tratti di creazione visiva, di musica, di danza, di parola scritta o di semplice conversazione, si basa più che altro sulle cose che facciamo e sugli accadimenti attorno a noi. Le nostre reazioni, le nostre idee e le opere che ne derivano possono essere di per sé artistiche, ma non sono sicuro di sentirmi a mio agio nel definire o proclamare me stesso come l’istigatore di questo processo.

Joshua Murphy. Photo Steve Gullick 1 1 Arte e musica. Intervista al cantautore australiano Joshua Murphy
Joshua Murphy. Photo Steve Gullick

L’opera di arte visiva che più ami ?
Il mio artista visivo preferito è Hiroyasu Tsuri, nato in Giappone e cresciuto a Melbourne. Ha trascorso molti anni vivendo e lavorando a Berlino, dove ci siamo conosciuti, anche se ora vive in Italia in una casa in montagna. Realizza opere murali di grandi dimensioni, sculture e dipinti. Crea velocemente, con una sorta di abbandono incosciente che io stesso non ho. Fonde varie forme di arte visiva, non diversamente da come un musicista può suonare più strumenti. Vedere le arti visive attraverso il suo sguardo ha fatto cadere ogni idea di differenziazione, anche se mi ritrovo ancora attratto dai dipinti.

La canzone che più ami?
This Bitter Earth / On the Nature of Daylight di Clyde Otis & Max Richter, Dinah Washington, Louisa Fuller, Natalia Bonner, John Metcalf, Phillip Sheppard & Chris Worsey.

I tuoi recenti progetti?
Lavoro su quattro progetti principali. I miei lavori da solista con Joshua Murphy, la chitarra con Crime & the City Solution, l’elettronica e le chitarre con MILK ME e il mio progetto collaborativo Total Temporary, un progetto multidisciplinare con la regista sperimentale Christiania Krueger e l’artista Hiroyasu Tsuri, che crea opere di musica, cinema e arte visiva, con la massima collaborazione possibile tra le discipline.

Un ricordo della tua vita?
Sono nato nell’Australia rurale, i miei ricordi e le opere successive sono molto legati allo scenario, ai paesaggi apparentemente infiniti e alla vastità di quella terra. C’è un silenzio, una calma e una bellezza che hanno influenzato il tono di fondo delle mie opere. C’è anche una violenza e un isolamento nella terra. Questo spazio, con la sua capacità di essere sia bello che violento, sia pacifico che isolante, è sempre rimasto con me, è stato fino ad oggi la mia più grande ispirazione e il mio più forte ricordo. 

Samantha Stella

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Samantha Stella

Samantha Stella

Samantha Stella, nata a Genova, vive a Milano. Artista visiva, performer, set & costume designer, regista, musicista, cantante. Sviluppa principalmente progetti focalizzati sul corpo e pratiche di discipline live utilizzando differenti linguaggi, installazioni con elementi strutturali e corporei, fotografia, video,…

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