Ilaria Bonacossa a Palazzo Ducale di Genova. La nuova direttrice presenta obiettivi e programmazione
La critica d’arte milanese torna in città dopo il periodo a Villa Croce. Alla guida dell’istituzione culturale più importante di Genova porterà più attenzione al contemporaneo e al digitale, accessibilità e ricerca. Due grandi mostre nel 2024: la collettiva “Nostalgia” e il focus su Berthe Morisot
Non poteva che celebrarsi nel Salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale la prima uscita ufficiale di Ilaria Bonacossa da direttrice dell’istituzione culturale simbolo di Genova. La critica e curatrice d’arte milanese torna in città a distanza di qualche anno, dopo il periodo trascorso alla guida del museo di arte contemporanea di Villa Croce, dal 2012 al 2016. E nel raccogliere l’eredità di Serena Bertolucci (ora alla direzione del museo M9 di Mestre) anticipa le intenzioni e gli obiettivi che animeranno il suo mandato, accolta dal sindaco di Genova Marco Bucci e dal governatore della Regione Liguria Giovanni Toti, oltre che dal presidente della Fondazione Palazzo Ducale Beppe Costa, che l’ha scelta e ora auspica “una grande presenza sul territorio e la capacità di dialogare con tutte le realtà culturali della città”.
Il futuro di Palazzo Ducale per Genova
Ambizione condivisa dalle istituzioni presenti al tavolo – “vorrei vedere a Palazzo Ducale l’espressione di una cultura che sa confrontarsi con tutti i generi, senza puzza sotto al naso”, puntualizza Toti; “chiediamo a Bonacossa di alzare il livello culturale della città, per influenzare positivamente i comportamenti civici delle persone”, precisa Bucci – nell’ottica di alimentare il rilancio (in atto) di Genova come città d’arte e cultura: “Sono convinto che avremo successo” spiega il sindaco “perché Genova è ben avviata su un percorso di crescita”. In tal senso, Palazzo Ducale avrà un ruolo importante nella messa a terra delle linee programmatiche culturali indicate di recente dall’amministrazione cittadina, con il 2024 dedicato al Medioevo (a partire dall’evento Ianua, in programma dall’11 al 13 febbraio) e il 2025 focalizzato sull’Ottocento.
Ilaria Bonacossa a Palazzo Ducale. Gli obiettivi
C’è però innanzitutto l’esperienza pregressa di un’emozionata Bonacossa – “questa sala incute un certo timore reverenziale” – a orientare il futuro prossimo di Palazzo Ducale, “che dovrà attuare l’ultima definizione di museo stilata dell’ICOM, nell’essere centro di ricerca, conservazione e divulgazione, accessibile e inclusivo, volto a promuovere la diversità e la sostenibilità”. ll background legato al mondo dell’arte contemporanea – “la mia principale competenza e passione” – aprirà spazio a un dialogo intenso con i linguaggi contemporanei, “perché attraverso la cultura dobbiamo aiutare chi ci visita a decifrare il mondo, rappresentare i temi più urgenti”. Però “Palazzo Ducale non deve perdere la sua visione interculturale e transtorica. E deve coltivare il rapporto che le persone, perché un’istituzione non vive solo della sua storia e della sua programmazione, ma anche dell’affetto delle persone verso l’istituzione”. L’intenzione è, dunque, quella di spingersi oltre il passaggio di Palazzo Ducale da salotto (nel senso elitario del termine) a piazza della città, già concretizzato in passato: “Ora il nostro obiettivo è spostarci nel mondo, assecondando l’attitudine di Genova, che ha sempre esplorato l’altro”. Ma il lavoro sull’accessibilità e l’inclusione si concretizzerà anche impegnandosi su educazione e formazione, “non solo per quel che riguarda i bambini e i più giovani. La mia esperienza con il Museo dell’Arte Digitale (progetto milanese work in progress, di cui Bonacossa ha accettato la direzione nel 2022, ora arenato per le restrizioni sul progetto di restauro dell’ex Albergo Diurno di Porta Venezia, che avrebbe dovuto accoglierlo, ndr)mi ha permesso di capire che stiamo vivendo una rivoluzione, una trasformazione non solo tecnologica, ma anche etica, sociale, che ci riguarda tutti: come facciamo a vivere in un mondo dove l’idea di verità è messa in discussione? La cultura può aiutarci, meglio se ingaggiando proprio il digitale per creare arte e capire il mondo”. Obiettivo: “Creare una cittadinanza digitale consapevole”. Il digitale sarà pure strumento privilegiato per coinvolgere il pubblico alla scoperta del Palazzo in quanto monumento, attraverso esperienze phygital, capaci di attrarre anche i giovani. E importante sarà anche approfondire il rapporto con i privati, “non solo alla ricerca di risorse economiche, ma anche per avere nuove idee ed energie che contribuiscano alla crescita dell’istituzione pubblica”.
Le mostre di Palazzo Ducale nel 2024
Per quel che riguarda la programmazione di mostre del 2024, si comincerà in primavera (dal 24 aprile al primo settembre) con il progetto Nostalgia, esposizione collettiva “dal Rinascimento all’Arte concettuale” nata e prodotta all’interno di Palazzo Ducale, con prestiti in arrivo da molti musei e città del mondo per riunire “storie ed espressioni di un sentimento”. In autunno, invece, sarà la volta della monografica su Berthe Morisot, in collaborazione con la città di Nizza, mostra inclusa nella lista degli eventi ufficiali per la celebrazione dei 150 anni dalla nascita dell’Impressionismo. A Genova saranno esposti per l’occasione dipinti inediti in gran parte provenienti da collezioni private, e lettere mai pubblicate della pittrice. Spazio anche per la fotografia, che continuerà ad avere un suo spazio dedicato: dopo McCurry, in corso, si allestirà la mostra dedicata agli scatti di Sebastiao Salgado. Il sogno nel cassetto della neodirettrice è quello di poter portare a Palazzo anche nomi più di nicchia (Wolfgang Tillmans su tutti) e lavorare su mostre di ricerca, “però capaci di diventare blockbuster”. Si chiude, non a caso, con una battuta, che solo battuta non vuole essere: “Adesso, chi cerca online Palazzo Ducale trova innanzitutto quello di Venezia. Magari tra cinque anni salteremo subito fuori noi”.
Livia Montagnoli
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