Sebbene le nuove tecnologie siano entrate a far parte dell’arte contemporanea a pieno titolo (e anzi costituiscano un tema caldo e sempre più presente), il discorso artistico sull’intelligenza artificiale si lascia spesso ammaliare dalla retorica concettuale, etica o esistenzialista, trascurando gli aspetti più pratici e applicativi dello strumento. Proprio per abbattere le barriere tra le competenze tecnico-scientifiche e la produzione artistica, fin dal 2010 l’associazione statunitense Rhizome e il New Museum di New York portano avanti il programmaSeven on Seven (7×7). Mettendo in coppia 7 artisti con 7 luminari della tecnologia e della scienza, l’iniziativa li invita a collaborare per un giorno, con un solo obiettivo: creare qualcosa di nuovo. L’edizione di quest’anno si è concentrata interamente sul potenziale dell’intelligenza artificiale, con l’intento di individuare come questa possa avere un ruolo nevralgico nel modo in cui percepiamo la società, la politica, le relazioni, e persino l’umorismo.
Artisti e intelligenza artificiale. Da Tomás Saraceno a Lynn Hershman Leeson
Il risultato di questi incontri è stato presentato al pubblico il 27 gennaio 2024 nel corso di una conferenza al New Museum. Sono tanti i grandi nomi di artisti che spiccano: primo tra tutti l’argentino Tomás Saraceno con Harry Halpin, co-fondatore di Nym Technologies (startup volta a costruire un “fair web”: una rete che non si basa sullo sfruttamento dell’estrazione dei dati umani, colonizzati dalle industrie capitaliste). A partire dai suoi celebri lavori sulle connessioni tra umani e non umani, espresse attraverso la tela del ragno (“spider-web”), Saraceno e Halpin approfondiscono il ruolo della tecnologia nel processo decisionale organizzativo per le comunità che affrontano conflitti e sconvolgimenti legati al clima. E poi Lynn Hershman Leeson insieme alla fondatrice di Replika AI Eugenia Kuyda scelgono di collaborare su una narrativa di fantascienza in cui le relazioni AI svolgono un ruolo centrale; mentre Xin Liu si addentra nel campo delle biotecnologie, con Christina Agapakis di Ginkgo Bioworks, approfondendo gli strati nascosti del sistema biologico attraverso l’AI. O ancora, l’ingegnere Alan Steremberg e l’artista Rindon Johnson utilizzano i dati per la narrazione, attingendo a informazioni su materie plastiche, plancton e altre condizioni nell’Oceano Pacifico.
Con l’intelligenza artificiale non solo arti visive
Tra le collaborazioni non figurano solo artisti visivi: ad esempio, il musicista Reggie Watts collabora con il fisico quantistico Stephon Alexander per sperimentare, attraverso l’improvvisazione, come un modo per capire le connessioni tra fisica, creatività, e AI. Si indaga invece il senso dell’umorismo dell’intelligenza artificiale con l’attrice e comica Ana Fabrega, che insieme al tecnologo, sviluppatore di software e CEO di Runway Cristóbal Valenzuela realizzano un progetto ispirato dall’accordo del Writers Guild of America dopo lo sciopero sulla regolamentazione sull’AI nel cinema. Infine, David Robert, direttore della Boston Dynamics (società di ingegneria e robotica nota per aver sviluppato BigDog, un robot quadrupede progettato per l’esercito statunitense), con l’artista Miriam Simun, si cimentano in una performance di danza tra uomo e macchina.
Laura Cocciolillo
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