L’antropologia dell’arte di Fiamma Montezemolo in mostra a Roma
In nome dell’artista morto un anno fa, Fiamma Montezemolo realizza una mostra che è anche un omaggio alla sua Psico-enciclopedia. Con un’opera inedita dedicata invece al padre affetto da Parkinson
La Psico-enciclopedia possibile di Gianfranco Baruchello è l’opera da cui parte “Tra”, prima personale di Fiamma Montezemolo presso la medesima fondazione, organizzata nell’ambito del ciclo espositivo 3 x 3 x 3 a cura di Carla Subrizi, per il centenario della nascita del maestro. Il lemma Tra, scelto dell’artista come titolo della mostra, viene definito come: “Lo spazio intermedio.
Preposizione utilizzabile sia per lo spazio che per il tempo. Misura dell’interstizio, dell’intervallo, dello scarto. Il Tra indica una tensione. Se tra due entità c’è un vuoto, questo è un Tra. Il vuoto è lo spazio della relazione del mutamento. […].” Nella visione di Fiamma Montezemolo, che si caratterizza per un’impostazione antropologica oltre che artistica, Tra è lo spazio della creatività per coloro che, spinti dalla necessità, sono costretti a relegarla ai margini, a sopirla o, addirittura, ad ignorarla, talvolta anche inconsapevolmente.
Le opere di Fiamma Montezemolo alla Fondazione Baruchello
Tutti i lavori proposti, infatti, danno voce a una creatività taciuta, che si colloca in uno spazio in between, un Tra concettuale più che fisico. Nel primo e più antico lavoro A Map is not a territory, 2012, il Tra è fisicamente rappresentato da un’immagine, più vicina a una lastra medica che a una cartina geografica, che l’artista rielabora sotto forma di crasi tra i continenti, mostrando come quelli che solitamente vengono definiti terzi mondi, in realtà sono un prodotto dei primi, dei quali sono, contemporaneamente, contenuti e contenitori.
Unlieved, 2016, costituita da un video a 9 canali, è un’opera realizzata dall’artista in base all’osservazione dei creativi in Italia. Dove chi desidera dare astro al proprio estro deve trovare una serie di escamotage per guadagnare. Finendo per vivere, come si evince dalle interviste, una doppia vita. In Sacco e Vanzetti, 2019, il lavoro più lirico ed evocativo della mostra, la Montezemolo, rievoca il celebre processo contro i 2 anarchici italiani tra il 1920-27, con una serie di frammenti da lettere, trascrizioni processuali, ricordi, ricavati da un’approfondita ricerca archivistica. Le parole diventano immagini che si rincorrono in un loop infinito sotto forma di sottile spirale proiettata sul pavimento della sala buia. Di fronte, le stesse frasi ritornano su dei lightbox impresse nelle luci, i cui colori alludono alla bandiera USA.
La Psico-enciclopedia di Gianfranco Baruchello
L’artista ha poi realizzato un’opera appositamente per la mostra: Camminare, parlare, pescare, giocare, guardare Un’installazione video-foto dedicata a suo padre, artista inconsapevole. Artista nonostante il Parkinson che, tra un tremore e l’altro, non ha mai smesso di esprimersi.
Tutte le opere sono introdotte da significative parole di Baruchello, scelte dell’artista, nell’ambito della Psico-enciclopedia.
Nel complesso la mostra è molto densa, parlata, concettuale, ponendo con questa sua complessità una distanza di sicurezza tra opere e spettatore. Una sorta di balaustra immaginaria che sembra venir meno solo nel caso delle Mappe e Sacco e Vanzetti. Freddezza adottata deliberatamente da Fiamma Montezemolo che, al contrario, umanamente è empatica, sensibile ed accogliente, per sottolineare la sua duplice natura di antropologa e artista. Scelta possibile grazie alla piena padronanza del medium che le consente di conferire alle installazioni video la massima duttilità. E che, così, arricchisce il titolo Tra di un ulteriore significato legato a doppio filo all’artista che, approdata all’arte prima per caso e poi per scelta, si colloca da sempre in between. Ovvero in bilico Tra l’antropologia e l’arte. Rivendicando la prima attraverso un’applicazione strumentale del medium, con cui pone una distanza da soggetti e opere, rimanendo nell’ambito professionale della ricerca sul campo. E dando spazio alla seconda attraverso una declinazione poetica e visionaria dello stesso.
Ludovica Palmieri
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