Biennale Danza di Venezia anche d’inverno: si balla sui pattini
La compagnia canadese Le Patin Libre è la protagonista dell’appuntamento invernale della Biennale Danza: il suo Murmuration è uno spettacolo per ballerini/virtuosi del pattinaggio su ghiaccio di magnetica e precisissima grazia
Una Biennale Danza invernale, fino all’11 febbraio: breve certo ma un importante segnale di continuità, a ribadire come la rassegna estiva – quest’anno in calendario dal 18 luglio al 3 agosto – non sia un evento estemporaneo bensì il frutto di un lavoro costante di ricerca e dialogo distribuito lungo tutto l’arco dell’anno solare. Wayne McGregor, direttore di Biennale Danza, ha dunque pensato di arricchire il fitto cartellone del Carnevale veneziano con uno spettacolo di “danza sul ghiaccio”; non solo, ha inserito in quel palinsesto di iniziative, destinate perlopiù ai turisti che affollano la Laguna, la “periferica” Mestre, individuando nella pista di pattinaggio, adeguatamente adattata, del suo Parco Albanese il luogo in cui portarlo in scena, rivolgendosi così in prima istanza, implicitamente ma convintamente, al pubblico “locale”, destinatario privilegiato anche delle numerose attività collaterali, quali workshop e feste danzanti sul ghiaccio.
La compagnia Le Patin Libre
Replicare, approfondire, ricalibrare, ripensare gli stilemi della danza contemporanea pattinando sul ghiaccio. Questo il fine di Le Patin Libre, compagnia fondata a Montréal nel 2005 da, fra gli altri, Pascale Jodoin e Samory Ba, ex pattinatori di figura professionisti. Rifiutando d’intraprendere la strada degli spettacoli block-busters nello stile Holidays on Ice ovvero delle esibizioni di campioni oramai troppo “vecchi” per gareggiare, il nucleo dei fondatori ha voluto sperimentare la possibilità di utilizzare gli elementi concreti – le lame dei pattini e il ghiaccio – e le peculiarità tecniche della disciplina sportiva, prima fra tutte la calibratura dello “scivolare”, per coniare un’inedita drammaturgia in cui si fondono coreografia e teatro. Le Patin Libre, insomma, rifugge programmaticamente l’idea di offrire mere esibizioni di bravura, bensì mira a tradurre abilità sportive di altissima qualità in un linguaggio artistico originale e pregnante. Diretta da Alexandre Hamel, la compagnia canadese conta oggi quindici performer, provenienti da sette paesi diversi: tutti pattinatori professionisti, alcuni anche a livello agonistico, ma anche esperti di altre discipline, basate su abilità, velocità, fisicità, come le arti circensi o gli sport su ghiaccio, quale l’hockey.
Lo spettacolo Murmuration
L’ispirazione per la creazione di Murmuration – termine che designa il rumore, assimilabile a un fitto mormorio, suscitato dal frullo delle ali degli storni – viene dall’osservazione delle dinamiche di volo di gruppo di quegli uccelli, piccoli passeriformi assai comuni; eppure, fascinosi per quel loro muoversi nel cielo seguendo imperscrutabili ma precisissime coreografie. Ecco, allora, che l’ensemble di Le Patin Libre si tramuta sul palcoscenico di ghiaccio in uno stormo, compatto e sodale, disegnando tanto geometriche diagonali quanto, soprattutto, circonvoluti ed eleganti arabeschi. Il movimento corale, fluido e univoco, viene, però, a tratti armoniosamente spezzato: l’allontanamento di un solista – impegnato in quella che, tuttavia, non diventa mai inane esibizione di virtuosismo bensì quasi dimostrazione “pratica” di nuovi tracciati impartita da un capo stormo ai propri compagni – ovvero il dividersi in due parti del gruppo, l’uno a creare un cerchio, l’altro una schiera orizzontale, come a sperimentare quale figura consenta di attraversare al meglio quello scampolo di azzurro. Un sobrio disegno luci e una mesmerica colonna sonora – curata da uno dei membri del gruppo, Jasmin Boivin, in collaborazione con Philippe Le Bon – accompagnano una performance dettagliatamente costruita tanto sul movimento quanto sulle sue interruzioni, come quel letterale appollaiarsi dei danzatori/pattinatori sul lato lungo della pista che fronteggia la tribuna. Un alternarsi ipnotico e senza alcuna soluzione di continuità di volteggi, “planate” sul ghiaccio che mimano il posarsi a terra degli storni, voli orizzontali ovvero deliziosamente arzigogolati: dinamiche fluide di una comunità affiatata che testa insieme le – forse infinite – possibilità di abitare e attraversare inventivamente il cielo o, fuor di metafora, un’anonima pista di pattinaggio.
Laura Bevione
SCOPRI QUI il programma della Biennale Danza
SCOPRI QUI la compagnia Le Patin Libre
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati