Let’s Get Lost: i fotomontaggi visionari di Anna Muzi Falconi all’Anteo di Milano
I film più famosi – e la musica più amata – rivivono nelle opere pittoriche dell’artista romana. Da Tarantino a Truffaut, da Lars von Trier a Bertolucci
Nel corridoio che porta alle sale dell’Anteo Palazzo del Cinema di Milano, Anna Muzi Falconi (Roma, 1962) trova un habitat ideale per le sue opere. Appassionata di cinema da sempre, Muzi Falconi ci propone, con una pittura immediata, alcuni frammenti di pellicole che più ha amato e l’hanno ispirata.
Il suo Effetto Notte (da uno dei film di Francois Truffaut) è colorato e visionario e ricostruisce in collage ad olio pezzi di vita e di cinema, sovrapponendo immagini senza un perché consapevole. In questi fotomontaggi, a volte dicotomici, affiorano film come Melancholia di Lars von Trier, The Dreamers di Bertolucci, Kill Bill di Quentin Tarantino e la bellezza patinata di Dazed and Confused e Vogue di cui Muzi Falconi ha un’intera collezione appartenete agli anni d’oro della stampa. Quando ha cominciato a dipingere ha anche disegnato per il mondo della moda per poi passare alle scenografie dei film pubblicitari, esordendo al fianco di Gabriele Amadori. Anche la musica trova posto in questi puzzle anticonformisti, proprio come al cinema. Una colonna sonora che sottende la serie e che ci fa trovare davanti a Nick Cave con il suo Let Love In, Lou Reed e Fela Kuti.
Musica, cinema e pittura nell’opera di Anna Muzi Falconi
“La musica è medicina”, ci dice, “e andare al cinema è un sogno lucido, un momento sospeso nella realtà, un viaggio”. Ed infatti per questi suoi ultimi olii Muzi Falconi ha scelto film che parlano di viaggio, anche psichedelico. “La vita stessa è un viaggio e tutto è in continuo movimento; dunque, Lola corre di Tom Tykwer ed Enter the Void di Gaspar Noé dove vedi l’uscita dal percorso, andando senza controllo verso l’ignoto, in un mondo reale (quello che noi viviamo) che cerca invece di controllare tutto. E poi Only lovers left alive di Jim Jarmush, dove i protagonisti sono immortali e Vanishing point di Richard Sarafian, un viaggio da Vancouver alla California in anfetamina, passando attraverso comunità hippies Anni Settanta”.
Per Anna Muzi Falconi l’atto della creazione è il tentativo di accedere a un regno misterioso, è un desiderio di andare oltre la realtà, di condividere scorci di un paesaggio interiore che trascende la nostra comprensione. “L’ arte è il nostro portale per il mondo invisibile, è come se i tuoi gesti fossero guidati da una conoscenza interiore. È lì che troviamo materiale infinito come l’universo in continua espansione”. Muzi Falconi ci fa fare un bel viaggio in un secolo, il breve, che adesso non esiste più, se non in schegge analogiche sulle sue tele. Siamo al Punto Zero, pare dirci.
Dia Pellegrino
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati