Lo sguardo e l’abbandono. Patrick Tuttofuoco in mostra a Bologna

Palazzo De’ Toschi ospita le opere di Patrick Tuttofuoco, che, attraverso sculture e installazioni al neon riflette sullo stato di semicoscienza e trascendenza

In occasione di ART CITY 2024, Palazzo De’ Toschi, sede espositiva della Banca di Bologna, ha inaugurato Abbandonare gli occhi, mostra personale dell’artista Patrick Tuttofuoco (Milano, 1974). La peculiarità dell’esposizione è la scelta di esporre opere che vertono sulla trascendenza, ovvero uno stato di semicoscienza e di abbandono capace di liberare suggestioni che conducono a una reinterpretazione della quotidianità. 

La mostra di Patrick Tuttofuoco a Bologna

Il tema è ripreso e variato dalla presenza della figura abbandonata, quasi languida, che scandisce il ritmo dello spazio artistico. Questa costante la si può ritrovare in primo luogo in Pink Limen, scultura in marmo (medium nuovo nella produzione dell’autore) che raffigura proprio il corpo dell’artista quasi inerme, così come nell’opera al neon Drop the body, e infine, nella seconda sala della mostra, nel lavoro No space, no time dove i soggetti, rappresentati addormentati, sono quelli della moglie e del figlio di Tuttofuoco. Inoltre, proprio per questo spazio l’artista ha realizzato due neon: il lato luminoso comunica con lo spettatore tramite la parola, mentre sul lato privo di luce è raffigurato un volto con gli occhi socchiusi, come ad intendere che le parole siano l’espressione intellegibile del disegno. 
Il titolo Abbandonare gli occhi riprende quindi l’abbandono proposto dalle opere esposte, per applicarlo al senso della vista: è un incoraggiamento a non percepire i lavori solo con gli occhi ma a lasciar avvolgere tutto il corpo dalle tensioni che le opere creano nell’ambiente. La mostra, curata con ampio respiro da Davide Ferri, offre un insieme rappresentativo di tutte le modalità con cui Tuttofuoco intende l’arte, tra cui l’impiego di materiale tipicamente industriale e l’attenzione verso la ricerca di un rapporto che implichi la presenza dello spettatore all’interno dello spazio artistico. 

Chiara Battaglino 

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