Ivan Zucchiatti – Davanti a un caffè nero dopo una notte in bianco
Una mostra di Ivan Zucchiatti, dedicata al disegno.
Comunicato stampa
MAKE Spazio espositivo apre il 2024 con una mostra di Ivan Zucchiatti, dedicata al disegno, che verrà inaugurata venerdì 16 febbraio, alle ore 18.00, presso la galleria di via Manin a Udine.
Ci sono molti modi per riflettere il proprio sguardo sul mondo, per condividere l’esigenza di ricerca e sollecitare l’uso della ragione. Un modo è il linguaggio. Tra i diversi linguaggi, il disegno. Tra i tanti il fumetto, o qualcosa di simile. Il disegno in questo autore è un’epica in sintesi. Un’ipertrofia di particolari che chiama in causa il lettore o eventualmente l’ascoltatore: un disegno si può leggere o suonare. Ivan Zucchiatti, disegnatore di Majano, cresciuto alle spalle di Go Nagai, creatore di Goldrake, Tiziano Sclavi e il suo Dylan Dog, “in questa rassegna di idee appese ha tradotto in grafica una percezione - sottolinea Valentina Del Toso che venerdì prossimo presenterà l'artista - ha sviluppato un pentagramma, una sequenza casuale di ipotesi da cogliere ed elaborare in tandem: l’occhio cataloga e ciò che sta dietro sintetizza. Questo doppio sguardo richiede pazienza. Magnus e Bunker, famosi, tra tutto, per aver collaborato ed inventato Alan Ford, riferimenti grafico e concettuale di Ivan, pensano e disegnano bene tale sguardo”.
"Non ci sono verità da promuovere, o destrutturazioni di verità, peggio ancora, ma sensazioni messe in ballo per sdoganare curiosità, dubbi. A volte disagio. Il tratto di Ivan è una lente d’ingrandimento che porta al limite un quotidiano osteggiato, è un accumulo di segnali lanciati al grottesco, un viaggio di formazione, una porta, un ragionamento. Dentro ogni immagine si confondono input e differenti livelli interpretativi. Dietro ciascuna, l’artista che sorride, si diverte, si allena a doppiarsi, osa, si fida e osserva la propria mano dirigersi oltre. Come nel wrestling commentato da Dan Peterson che Ivan seguiva. Realtà e vari gradi di finzione. E’ lo stridore delle contraddizioni, quelle cerimonie evidenti e quotidiane a offrire un senso diverso, un significato non letterale. E’ un mondo magico e orrorifico che ci appartiene e che attraversiamo ogni giorno, il carosello messo in scena. Niente di più che l’ovvio contestato. Il principio della ragione che si serve dell’emozione per trovare la spinta alla speculazione”.
“Sotto lo sguardo in libertà di Ivan, sottratto ad ogni volontà di consenso e consolazione - conclude la Del Toso - ci siamo noi, con la vita che ci passa addosso o accanto, i nostri sogni trasformati in incubi, il cosmo che ci portiamo dentro inconsapevoli e il mondo che succede fuori. I caffè neri, alternati ai segni notturni sulla carta, ci salvano dalle notti in bianco e una musica disegnata, fumosa, prende corpo ed evidenza nelle note di Stefano Pilosio, a riconferma che le arti fanno cumulo, crediti. Come i fumettisti e gli sceneggiatori che lavorano insieme o convivono in un’unica persona”.