Ecco perché il Marocco non parteciperà alla Biennale d’Arte di Venezia 2024
Lo scorso 15 gennaio il Ministero della Cultura marocchino sollevava il curatore Mahi Binebine e il suo team dalla partecipazione nazionale alla rassegna lagunare. E ora il Marocco, pronto al debutto in Biennale, si è ritirato definitivamente
Nessuna spiegazione ufficiale aveva corredato l’esclusione – lo scorso 15 gennaio – da parte del Ministero della Cultura marocchino dei curatori Mahi Binebine, Imane Barakat e Mostafa Aghrib, incaricati lo scorso settembre di proporre un progetto per la prima partecipazione del Marocco nella storia della Biennale d’Arte di Venezia. La notizia era stata diffusa online con una dichiarazione congiunta dei curatori e degli artisti coinvolti Majida Khatari, Safaa Erruas e Fatiha Zemouri, che si concludeva con una nota amara: “Con dignità manteniamo la speranza in questo Marocco che ci fa male”. Eppure tutto stava procedendo secondo le indicazioni ufficiali, compresi il sopralluogo a Venezia avvenuto a fine settembre 2023 e il finanziamento di tasca propria per la produzione delle opere da presentare, così da rispettare la scadenza dell’11 gennaio richiesta dalla Biennale. Poi, il ministero ha iniziato a procrastinare, fino alla chiamata inappellabile di un funzionario, riferita da Binebine al quotidiano Le Monde Afrique: “Una chiamata inquietante, che ci informava di un secondo progetto parallelo, con curatori e artisti diversi”. Per giorni si vociferato che l’incarico sarebbe stato assunto dalla storica dell’arte di base a Parigi Mouna Mekour, che però non ha mai ufficializzato la nomina. E ora il Marocco ha rinunciato definitivamente alla sua partecipazione, anche in questo caso non rilasciando dichiarazioni ufficiali che possano giustificare il passo indietro.
Come sarebbe stato il padiglione nazionale del Marocco alla 60ma Biennale d’Arte
Erano già stati spesi circa 50mila dollari quando il gruppo è stato sospeso dall’incarico di rappresentare il Marocco. L’artista Safaa Erruas racconta di aver affittato un laboratorio e coinvolto numerosi collaboratori per realizzare un’installazione di 13 metri, che avrebbe dovuto presentare a Venezia il prossimo 20 aprile. Il progetto scartato proponeva di indagare il concetto di “ciò che è strano”, diverso da noi, declinandolo tramite l’interpretazione personale dei tre artisti Khatari, Erruas e Zemouri. Al momento, il gruppo sta pensando di presentare l’esposizione altrove, mentre il Marocco non rientra più nella lista dei Paesi partecipanti alla 60ma Biennale d’Arte di Venezia.
Caterina Angelucci
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