Gianluca Costantini – Volponi Novel 1924-2024
Gianluca Costantini firma la mostra Volponi Novel 1924-2024.
Comunicato stampa
A Urbino, nel centenario della nascita, in una delle più prestigiose e affascinanti architetture di Giancarlo De Carlo: la Torre Nord di Palazzo Battiferri, dove Rinascimento, contemporaneità e futuro si incontrano, Gianluca Costantini inaugura la mostra Volponi Novel 1924-2024 e firma il suo romanzo ‘in figura’ per Paolo Volponi, per esplicito mandato del Rettore Giorgio Calcagnini che ha voluto così omaggiare tutti gli studenti dell’Ateneo, e la stessa città, con un linguaggio narrativo e visivo inedito per l’Accademia, ma non estraneo alle strutture romanzesche di Volponi, alle sue acrobazie di spazio e tempo, alle sue immersioni in scene medioevali ma anche futuribili e fantascientifiche, alle sue sequenze per quadri che, come è stato detto, ricordano i cartoon o anche, nell’urto che tra loro si determina, il videogame, come accade ne Il pianeta irritabile.
Il dialogo tra l’architettura del “Palazzo dei riflessi” che da terra a cielo si innalza per vertici di luce e il bianco-neve simbolico dei pannelli di Costantini, con segni di un nero inciso con fermezza, sembra restituire qualcosa che si attendeva da sempre - come fosse pensata da sempre l’armonia dell’accogliere e insieme dell’ostendere - e dar valore di verità all’incontro con la figura di Volponi (con il suo volto, specialmente: di ragazzo, di adulto, di uomo avviato ad una grande maturità esistenziale purtroppo non raggiunta), e con qualche sua magnetica parola restituita in un lettering visivo di grande icasticità: a confermare, anzi far vivere questo “memoriale visivo”, come Costantini lo chiama, proprio nella incancellabile permanenza dello sguardo.
Come in una narrazione filmica – e del resto l’allestimento ideato da Tiziana Mattioli e Paolo Semprucci richiama esplicitamente il set cinematografico – i personaggi del secondo Novecento che hanno scritto la storia culturale e industriale: Pasolini e Volponi, Olivetti, Berlinguer, Agnelli, ma anche i grandi artisti del passato amati dall’urbinate, come Masaccio e Piero della Francesca, ovvero il Presidente Pertini, Anna Magnani, Renato Guttuso, o il mito letterario di sempre: il Don Chisciotte, scorrono in una sequenza di piani che il visitatore può raccogliere appunto con lo sguardo, o anche accompagnare (se voglia senza costrizioni inquadrare i QRcode) con le voci di poeti e di critici tra i più sodali, a partire da Carlo Bo: il primo ad intendere, nel 1948, dove sarebbe potuta giungere quella voce di ragazzo poco più che ventenne, segnata da una invincibile “violenza naturale” che già allora lo affrancava da ogni modello.
Ci sono poi le sinergie ideali tra autore e disegnatore, l’urgenza di una polis vivente nel segno dell’equità e dei diritti, che rendono questa esposizione qualcosa che oltrepassa l’occasione centenaria nonché lo statuto stesso dell’allestimento. E si potrebbe semplicemente parlare di utopia, nel sogno appunto di una utopia reale: la principale ragione di una inaugurazione congiunta con l’inaugurazione, a Urbino, dell’Anno Accademico. Per un lungo tempo, sino al 6 febbraio 2025, l’allestimento resterà vigente, e attraverserà così le stagioni e con queste la vita stessa degli studenti. Gli si affiancherà il grande quaderno, per immagini e parole - edito da Raffaelli - e concepito anch’esso per quadri autonomi e per segreti e individuati sentieri. [t. m.]