Yi’Zira
La mostra è incentrata su una performance-for-camera rituale, ideata nel contesto della meta-residenza artistica Loop Art Critique, ed esposta presso MUD Foundation a Miami.
Comunicato stampa
MON presenta YI’ZIRA, progetto multimediale di Matteo Melotto, realizzato con la collaborazione di Davide Racca e curato da Ariel Baron-Robbins.
La mostra è incentrata su una performance-for-camera rituale, ideata nel contesto della meta-residenza artistica Loop Art Critique, ed esposta presso MUD Foundation a Miami.
Per la durata di una sera, l’artista ritorna a occupare lo spazio delle riprese del rito, in forma di ologramma generativo stereoscopico, avvolto nella “FERTILITY VEST” progettata da Davide Racca.
L’evento riflette sul ruolo delle nuove frontiere tecnologiche rispetto al contesto artistico, generando un dialogo tra spazi lontani nello spazio e nella forma, ma capaci di incontrarsi per generare consapevolezze innovative.
Allo stesso tempo, YI’ZIRA si interroga sul rapporto tra tecnica e spiritualità, proponendo al pubblico un’esperienza sacrale archetipica, fruibile attraverso linguaggi contemporanei quali il video mapping, la noise music e la generative art.
Nel connubio tra estasi meditativa sciamanica e new media, l’artista intende esplorare la tecnologia come un “nuovo elemento”, equiparandola ai tradizionali elementi naturali e spirituali come terra, aria, acqua e fuoco, riconoscendone l’ubiquità nell’esperienza umana contemporanea.
Emerge così un nuovo concetto di “panteismo tecnico”, in cui chip e algoritmi abbandonano il loro fine di puro intrattenimento, e si fanno mezzi volti alla riflessione interiore e all’approfondimento della comprensione dell’essere, in linea con la teoria della tecnologia come “modello di rivelazione” elaborata dal filosofo tedesco Martin Heiddeger.
La mostra presenta un secondo layer interpretativo più intimo, legato alla ricerca di significato e a una visione alchemica del dolore.
L’esperienza artistica, individuata da Melotto come una forma religiosa psicomagica, incarna la capacità di trasformare e rileggere gli eventi negativi dell’esistenza in modo propositivo, annullando la comprensione antitetica delle principali dicotomie umane: bene/male, vita/morte, piacere/dolore.
Di conseguenza, i gesti della performance si alternano vorticosamente tra purificazione e destrutturazione, in un andamento ciclico che tende ad astrarre la percezione dello spettatore, e che sottende silenziosamente l’intera pratica dell’artista.
-Matteo Melotto
Matteo Melotto, classe 2000, è un artista, designer e performer italiano emergente con una formazione nel Fashion Design presso IAAD a Torino. Nel 2019, ha esposto la sua prima mostra personale “Silence Over The Abyss” presso Studio BTT. Da allora, ha creato numerose opere di performance, video e installazione in ambito universitario, tra cui Orthotic nel 2021 e Elettrogenesis e Orpheus Eyes nel 2022. Nel 2023, ha realizzato IANUA, un progetto di performance e video art presentato a Torino e Locorotondo, vincendo il premio Francesco Convertini e una pubblicazione su XinSai Magazine di Hong Kong. In seguito, ha esposto CYBERIA a Torino e STEREOLITH a Roma, opera video pubblicata su Renowned Magazine e vincitrice di Wide Visions Contest. Alla fine del 2023, ha esposto SAMANA, la sua seconda mostra personale in collaborazione con Rick Owens, pubblicata su Artribune e Hestetika, e presentata a Torino e Berna. I suoi progetti più recenti includono YI’ZIRA, presso MUD foundation di Miami, NABTA presso Spazio Musa e DROMOMANTIS presso Belgrade Art Studio in Serbia.
Davide Racca, classe 1993, è un designer e product developer laureato in Fashion design presso IAAD a Torino. Tra il 2022 e il 2023 ha lavorato a Parigi presso Rick Owens, brand con cui ha realizzato “PNEUMA”, una capsule womenswear con cui ha concluso il suo percorso accademico. Ha realizzato lavori di fotografia e performance tra cui le opere multimediali “CYBERIA”, esposta presso OFF-Topic a Torino e “STEREOLITH”, in collaborazione con Matteo Melotto. I suoi lavori di fashion design sono stati pubblicati su magazine internazionali tra cui No Magazine in Giappone.
Ariel Baron-Robbins, artista e insegnante di Belle Arti presso la Florida Atlantic University. Il suo lavoro è principalmente focalizzato sul disegno e sulla visualizzazione del processo del disegno attraverso il video. I suoi corsi includono tutti i livelli di Disegno e Pittura, Fondamenti del Colore, Storia dell’Arte Contemporanea. Si è laureata presso l’Università della Florida del Sud con un Master in Studi Interdisciplinari. Ha ottenuto il suo BFA in pittura presso l’Università del Mississippi ed è stata anche studentessa in diversi corsi di studio all’estero, tra cui il Programma dell’USF di Parigi a giugno del 2008, il Programma inglese dell’UM ad agosto del 2006 e il programma Cortona dell’Università della Georgia in Italia nel 2003. Ariel è fondatrice e direttrice di Loop Art Critique, una residenza artistica sperimentale ospitata nel metaverso di Onland e creata in collaborazione con The MUD Foundation di Miami.
MON, è una viewing room fondata dal collezionista Michele Forneris nel 2021. Il progetto ospita periodicamente mostre di artisti emergenti e affermati all’interno di un contesto segreto e sotterraneo: una cantina di inizi ‘900 in cui si alternano narrazioni capaci di espandersi ben oltre gli apparenti limiti spaziali dettati dalle antiche pareti dai mattoni da cui prende il nome lo spazio.