Ci sono mostre panoramiche al 25esimo piano di uno storico grattacielo di Milano
Da un anno a questa parte, diversi progetti espositivi prendono forma al 25esimo piano della Torre GalFa grazie alla nuova Galleria d'Arte Domestica. Una realtà fuori dagli schemi che conferisce alle mostre un'atmosfera intima e accogliente, incorniciate da una vista mozzafiato
Sull’asse che collega lo storico grattacielo Pirelli al recente Palazzo della Regione Lombardia, a Milano, si innalza Torre GalFa. Realizzata nella seconda metà del Novecento su progetto dell’architetto Melchiorre Bega, il grattacielo aveva riscosso un grande successo tra gli addetti ai lavori e in particolare di Gio Ponti che, nel 1961, scriveva sulla rivista Domus “…una proporzione di volumi, in una semplicità di linee la cui ascendenza strutturale è espressa con sapienza e verità, con classicità”. In un altalenarsi di cessioni e vendite, Torre GalFa è rinata con l’acquisizione da parte del Gruppo Unipol e, da un anno a questa parte, ha vestito anche un ruolo importante nell’offerta culturale milanese grazie alla nascita di GAD – Galleria d’Arte Domestica, ideata da Crudemon e curata dal critico d’arte Luca Cantore D’Amore, ospitata al 25esimo piano del grattacielo.
La Galleria d’Arte Domestica a Torre GalFa a Milano
La Galleria d’Arte Domestica si contraddistingue per la sua peculiare concezione di esposizione, che si sviluppa all’interno di un ambiente domestico, nella suite al 25esimo piano della Torre GalFa. Un luogo particolare che conferisce un’atmosfera intima alle mostre, incorniciato da una vista mozzafiato sulla città. La scelta di presentare progetti espositivi all’interno di contesti domestici si è rivelata vincente sin dai primi esperimenti, perché rispecchia la destinazione finale delle opere d’arte dopo l’acquisto da parte di collezionisti e appassionati.
La mostra di Marco Tamburro alla Galleria d’Arte Domesticas nella Torre GalFa di Milano
Ad aprire il palinsesto espositivo 2024 è Marco Tamburro (Perugia, 1974), con la mostra Attraverso. Le opere dell’artista – umbro di nascita e romano d’adozione – offrono uno sguardo penetrante sulla vita, declinata in una dimensione teatrale. Sulla base di questa concezione, i protagonisti delle opere di Tamburro sono da considerarsi dei burattini impotenti all’interno di un intricato sistema di fili che si fa metafora dell’attuale condizione umana. “Se la storia è anche quella contemporanea, quella dei battiti e dei furori quotidiani di ognuno di noi, allora Marco Tamburro è a tutti gli effetti già uno storicizzato”, spiega il curatore della mostra Luca Cantore D’Amore, evidenziando la capacità dell’artista di tradurre temi universali in un linguaggio pieno di simbolismi, attirando l’attenzione di istituzioni come la Biennale di Venezia e il MAXXI di Roma.
A lui seguirà “Marco Nereo Rotelli, all’alba della sua ventura decima Biennale di Venezia, per poi passare a Luna Berlusconi e altri due nomi che sarà nostro fregio svelare più avanti“, sottolinea ad Artribune il curatore. “La rassegna dell’arte contemporanea in Torre GalFa copre tutte le stagioni, partendo da marzo e terminando a dicembre, con l’obiettivo di accompagnare il pubblico a scoprire l’arte in una nuova connotazione più libera, abbattendo le consolidate barriere di critici, galleristi e mercanti“.
Valentina Muzi
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