Giulia Marchi e il suo Bildungsroman in mostra a Bologna
La seconda mostra personale di Giulia Marchi negli spazi della galleria bolognese LABS Contemporary Art si concentra sulla multidisciplinarietà del processo di formazione
Attraverso un’inedita ricerca fotografica, Giulia Marchi (Rimini, 1976) esplora il concetto di formazione a partire dal proprio percorso formativo intellettuale, che spazia dalla letteratura, alla pittura e alla cinematografia, omaggiando gli artisti e le opere che sono stati i pilastri del suo personale Bildungsroman.
La mostra di Giulia Marchi a Bologna
Gli spazi della galleria bolognese LABS Contemporary Art, la cui sede sorge all’interno di una chiesa sconsacrata, accolgono le opere in modo naturale, in un’atmosfera di profonda sacralità. Al centro, come in fondo ad una ‘navata’, un altare bianco. È la “casella vuota” ispirata alla filosofia di Gilles Deleuze, l’unica immagine priva di colore tra le cinque presenti in mostra, la più essenziale, eppure fortemente evocativa, a ricordarci quanto l’assenza sia paradossalmente presente e fondamentale. A colorare le altre fotografie sono meravigliosi drappi di tessuto, ognuno celebrativo di un’altra immagine, come il drappo blu richiama il velo dell’Annunciata di Palermo di Antonello da Messina, o come quello verde pastello riporta al colore delle acque rappresentate da Masolino da Panicale nel Battesimo di Cristo.
Il Bildungsroman dell’artista Giulia Marchi
Il romanzo di formazione di Giulia Marchi è costituito da tanti tasselli. Tuttavia, la realtà concettuale complessa che si cela dietro al progetto è resa visivamente essenziale, con delicatezza ed eleganza. Proprio questa essenzialità permette a ognuno di cucire sopra al tessuto di ricordi e rimandi dell’artista la propria visione ed esperienza. In un’ottica di continuità, di formazione continua, i vari richiami alle opere non sono mai resi espliciti. Ciò spinge l’osservatore ad andare oltre il velo superficiale per scoprire cosa si cela dietro ogni immagine e di conseguenza arricchire il proprio percorso formativo, continuando a scrivere il proprio Bildungsroman.
Laura Coppelli
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