La Fondazione Querini Stampalia di Venezia cerca un nuovo direttore. Ma ci sono polemiche sul bando
Stando alla branca italiana dell'organizzazione internazionale dei musei ICOM, l'avviso, per cui non è necessario avere un dottorato e nemmeno delle vere competenze scientifiche, è un grave segnale di abbassamento del livello. E chiede di più
Non va tanto per il sottile ICOM Italia – la branca italiana dell’International Council of Museums – nel chiedere di rivedere in modo sostanziale il bando per cercare un nuovo direttore o direttrice per la Fondazione Querini Stampalia di Venezia. L’avviso di selezione della prestigiosa onlus culturale di Santa Maria Formosa, al Castello, pubblicato a febbraio 2024, è piuttosto generico, e segnala come candidati ideali coloro che abbiano “esperienza in ruoli di direzione preferibilmente nel settore culturale” e “nella realizzazione di progetti culturali“, con diploma magistrale o master universitario, oltre alla conoscenza dell’inglese e l’esperienza nella gestione di trattative, contratti e negoziazioni. Insomma, niente dottorato e nemmeno niente magistrale tassativa, se si ha un master, e non è neppure necessario avere sul curriculum delle direzioni specificatamente culturali per la guida di una delle più prestigiose realtà del settore a Venezia. Ah, e niente colloquio conoscitivo.
La Fondazione Querini Stampalia
Roccaforte di cultura in equilibrio tra passato e presente, la Fondazione Querini Stampalia ha sede nell’omonimo palazzo cinquecentesco: oltre a vantare una biblioteca di quasi 400mila volumi moderni – più manoscritti, incunaboli, cinquecentine, stampe, incisioni e un vasto patrimonio fotografico – e una casa museo con gli arredi originali, la Fondazione ha in dotazione anche una ricchissima collezione d’arte, veneziana e non solo: ci sono opere di Giovanni Bellini, Lorenzo di Credi, Palma il Vecchio, Giambattista Tiepolo, Pietro Longhi e Gabriel Bella, in costante dialogo con il contemporaneo (famoso il neon esterno di Kosuth), anche grazie al programma Conservare il futuro. Attività educative, incontri e mostre aprono anche uno spiraglio sugli inserti architettonici di Carlo Scarpa, Valeriano Pastor, Mario Botta nel corpo cinquecentesco del palazzo, cui si affianca l’allestimento moderno di Michele De Lucchi.
La critica di ICOM Italia
Ora, un luogo del genere meriterebbe un profilo di primo piano. E quello per trovare un nuovo direttore o direttrice alla Fondazione, stando a ICOM Italia, non è “un vero e proprio bando” ma “un avviso ‘per sollecitare e raccogliere manifestazioni di interesse da parte di persone qualificate, in possesso dei requisiti richiesti’ […] non è necessaria una laurea magistrale se si possiede un Master universitario e non è richiesta alcuna competenza scientifica“. Eppure, ricorda la branca nostrana dell’organo di controllo internazionale, “secondo gli standard italiani ed europei sulle professioni museali, la figura del Direttore di Istituzioni culturali dovrebbe avere invece una triplice funzione: scientifica, culturale e manageriale e, allo stesso tempo, una Istituzione come la Fondazione Querini Stampalia di Venezia, dovrebbe ambire alla migliore candidatura possibile sia a livello nazionale che internazionale. Il concorso, infatti, si dovrebbe configurare come un’opportunità per avvalersi di quanto di meglio offre il panorama dei professionisti culturali. Pubblicare un “bando” così generico, senza esplicitare la commissione di valutazione, senza prevedere un colloquio con i candidati, senza dare giusto valore a titolo di studio e a pubblicazioni scientifiche cercando un profilo che abbia solo caratteristiche economiche-gestionali, potrebbe far correre il rischio di individuare un candidato mediocre con un background esclusivamente tecnico senza competenze scientifiche”.
Al che ICOM Italia, più in generale, ricorda con preoccupazione che “più che mai è importante garantire alle Istituzioni culturali italiane profili di alto livello con Direttori che definiscano le scelte strategiche dell’Istituto a medio e lungo termine, assicurandone una gestione manageriale sostenibile e assicurando all’Ente visibilità e autorevolezza. I direttori dovrebbero rappresentare i musei, le biblioteche, gli archivi e le loro collezioni con programmi di studio, di ricerca e di valorizzazione, dovrebbero sviluppare partnership a tutti i livelli, dialogando con la comunità scientifica nazionale e internazionale e interpretando le esigenze dei pubblici, dei cittadini e degli altri attori del territorio. Una scelta consapevole che va fatta anche in relazione all’attesa nascita del Sistema Nazionale Museale che, con il suo processo di accreditamento, impone degli standard minimi comuni, tra cui in primis la presenza di un Direttore qualificato”. Motivo per cui ICOM Italia chiede formalmente, dopo i similari casi dei Musei civici di Venezia e di Trieste, di gestire la scelta con trasparenza, e banalmente con piena professionalità.
Giulia Giaume
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