A Firenze in mostra le terrecotte policrome dell’artista Carlo Zoli
Si tratta de “L’infinito volgere del tempo”, la monografica dell’artista faentino Carlo Zoli ospitata presso Palazzo Guadagni Strozzi Sacrati, sede della Regione Toscana che patrocina l’evento
“L’opera di Carlo Zoli la si può definire come una costante ricerca dell’umano, come del resto accade in tutte le espressioni creative del nostro tempo, dalla moda al design fino ad arrivare alla musica. I risultati sono figure e profili al tempo stesso familiari e non: in parte divinità, in parte individui mortali, in parte qualcos’altro ancora”, spiega Greta Zuccali, curatrice della mostra L’infinito volgere del tempo che presenta 35 terrecotte policrome dell’artista faentinoCarlo Zoli (Bari, 1959). L’esposizione, in programma dal 7 marzo al 13 aprile 2024, ripercorre l’evoluzione della ricerca di Zoli, dagli anni Novanta fino ad oggi, ed è ospitata in una sede d’eccezione, lo storico Palazzo Guadagni Strozzi Sacrati di Firenze costruito all’inizio del XVII secolo che oggi accoglie gli uffici della presidenza della Regione Toscana: “l’artista ci conferma la sua potente creatività che di volta in volta si fa meraviglia dell’attimo, contemplazione e preghiera, enigma e sogno. Da presidente, mi piace sottolineare anche una serie di opere che rimandano alla Toscana e alla sua civiltà, dal re etrusco Lars Porsenna a quel Pegaso che per noi toscani è indissolubilmente legato a un’idea e a una pratica di libertà”.
La mostra di Carlo Zoli nella sede della Regione Toscana a Firenze
L’arte di Carlo Zoli, infatti, è popolata da figure immaginifiche, enigmatiche e fantastiche, creature eteree – come nella serie Quiete – e soggetti viscerali e battaglieri – come in Tempesta – che esprimono lo scorrere incessante del tempo, tra vita e morte, presentandosi quali piccole reminiscenze di vite passate, come nell’opera che da il titolo all’intera mostra. I riferimenti richiamano a Pitagora, Eraclito e Nietzsche, in particolare al concetto dell’“eterno ritorno dell’uguale”, mentre si fondono e confondono nell’argilla, poi rifinita con patine, smalti e metalli preziosi. Tra Titani, angeli, eroi e divinità dell’Olimpo, il percorso espositivo si conclude con la serie dedicata a Pegaso, il cavallo alato nato dal collo di Medusa, simbolo della Regione Toscana che simboleggia pace e volontà di combattere. “In questa indagine, affascinante e necessaria, lo scultore e lo spettatore devono scegliere che cosa deve essere estratto, con il fine di trovare il giusto equilibrio tra forza e silenzio in questo tempo che eternamente ritorna ed eternamente scompare”, conclude Zuccali.
Palazzo Guadagni Strozzi di Firenze, sede della Regione Toscana
Il palazzo che ospita la mostra è uno storico edificio costruito a Firenze all’inizio del XVII Secolo, sulle case medievali della famiglia Bischeri e successivamente ampliato dai marchesi Guadagni, mentre l’aspetto attuale risale al 1800. Durante i secoli Palazzo Guadagni Strozzi Sacrati modificò più volte la sua struttura: nel Settecento vennero aggiunti uno scalone, una sala da ballo e decorazioni pittoriche eseguite da Antonio Vannetti e A. Domenico Giarrè, mentre nell’Ottocento un giardino con voliera, numerosi affreschi a tema mitologico, la nuova facciata su via dell’Oriuolo e le decorazioni dei piani superiori (di particolare rilevanza la sala con al centro del soffitto l’incontro fra Bianca Cappello e Francesco I de’ Medici, affrescata da Annibale Gatti). Gli ultimi interventi risalgono al 1918, quando venne installato l’ascensore antistante lo scalone e ampliato il lato est. Dal 2008 il palazzo è stato acquistato dalla Regione Toscana.
Caterina Angelucci
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