Analisi dei riferimenti pittorici in 8 ½ di Federico Fellini. Tra immaginario dantesco e pittura simbolista
I riferimenti visivi a Gustavo Dorè, Gaetano Previati e Edward Burne-Jones come fonte per lo stile onirico nel film meta-cinematografico e autobiografico di Federico Fellini
Tra i capolavori indiscussi di Federico Fellini, e vincitore dell’Oscar per il Miglior film straniero, 8 ½ mette in scena la crisi artistica di un regista, Guido Anselmi (interpretato da Marcello Mastroianni), giunto in una stazione termale per girare una pellicola di fantascienza dalla trama indefinita. Il lato meta-cinematografico emerge sin dalle prime scene e assume la forma dell’autobiografia, dal racconto delle dinamiche di produzione e al rapporto problematico con attori e produttori nella fase che precede le riprese. Inoltre, come racconta lo stesso Fellini, 8 ½ è incentrato sullo stallo creativo che stava vivendo nell’autunno del 1961, quando si apprestava a iniziare, per l’appunto, il suo ottavo film e mezzo (da cui il titolo). Tuttavia, il regista riminese non si avvale di un registro neorealistico per affrontare il materiale autobiografico: accantonato l’approccio mimetico e ispirato dal percorso junghiano intrapreso con Ernst Bernhard, abbraccia uno stile onirico connotato da un forte simbolismo. Il reale, il sogno e il ricordo si compenetrano in una stratificazione complessa di livelli semantici e rimandi culturali e visivi, che concretizzano nell’immagine filmica la sfera soggettiva e la parabola psicologica del protagonista, a sua volta doppio felliniano.
Federico Fellini. I riferimenti artistici e letterari nel film 8½
La propensione di Fellini a una fuga nella sfera dei sogni e della fantasia è evidente sin dall’inizio del film. Guido è chiuso in auto e bloccato in un tunnel, ma riesce a evadere prendendo letteralmente il volo fuori dal finestrino. L’immagine, forse reminiscenza degli innamorati fluttuanti nel cielo in Sulla città (1918) di Marc Chagall, non è però metafora dell’amore come nel quadro. È concretizzazione dello stato di ansia del protagonista che cerca una via di fuga ma viene preso al lazo e riportato a terra da un produttore, per poi risvegliarsi di soprassalto. Il processo di interiorizzazione del reale si estende poi alla rappresentazione della stazione termale dove è ambientato 8 ½. Le Terme di Chianciano, visitate da Fellini mentre faceva scouting, assumono contorni metafisici, di limen purgatoriale. Qui, Guido affronta un percorso di purificazione, fisica e simbolica, grazie a cui supera la crisi interiore che gli impedisce di proseguire con il film e risolve il conflittuale rapporto con la sfera femminile e la sessualità, dovuti a una repressiva educazione cattolica.
Un parallelo con la Divina Commedia dantesca sorge quindi spontaneo. In diverse sequenze di 8 ½ vediamo gli ospiti dell’hotel in fila ordinata in attesa di bere l’acqua termale o accedere alla sauna al piano inferiore, come anime penitenti che percorrono il Monte del Purgatorio. In tale frangente, l’uso del bianco nei costumi è caricato di un valore altamente espressivo e richiama inevitabilmente le illustrazioni di Gustave Dorè che, come Fellini riconosce in Intervista sul cinema a cura di Giovanni Grazzini (2004), sono un riferimento quasi obbligato quando si approccia l’immaginario dantesco.
Al contempo, la processione sulla scalinata che porta alla sauna ha un secondo precedente figurativo nella pittura simbolista tardo-ottocentesca. I personaggi avvolti in accappatoi immacolati rimandano al cromatismo tenue ed etereo che contraddistingue I funerali di una vergine (1912-13) di Gaetano Previati. D’altra parte, alcuni elementi tonali e compositivi della sequenza richiamano l’estetica e l’iconografia preraffaellita, in particolare, la successione di donne in tuniche bianche e argentee in Le scale dorate (1876–1880) di Edward Burne-Jones. Infine, Claudia (interpretata da Claudia Cardinale), incarnazione della donna ideale e idealizzata, ritorna più volte nel film. Il suo vestito candido rimanda insieme all’immaginario dantesco, come figura salvifica, e a quello simbolista. Non a caso, la vediamo nel finale di 8 ½ a precedere un’ultima processione con altri personaggi, tutti in bianco, che sfilano davanti a Guido, come indizio visivo della riconciliazione avvenuta con il suo passato.
Sabrina Crivelli
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