Anche i ricchi piangono. A Hong Kong il distretto culturale di West Kowloon a corto di fondi
Il più recente e ambizioso polo culturale della città, che include il grande museo M+, rischia di dover chiedere dei prestiti, limitando le proprie capacità di crescita nonostante i buoni risultati
Non sono passati nemmeno tre anni dall’apertura del colossale museo M+ a Hong Kong che la West Kowloon Cultural District Authority (WKCDA) – il polo artistico della città che lo gestisce insieme all’Hong Kong Palace Museum – pare abbia finito i fondi. Dalla fine di marzo se un nuovo piano finanziario non verrà approvato dal governo della città, il polo (tra i progetti culturali più grandi del mondo, che si estende su una superficie di circa 40 ettari) potrebbe dover infatti contrarre dei nuovi prestiti anche solo per restare in attività.
Il supporto governativo alla West Kowloon Cultural District Authority
Le liquidità assegnate al prestigioso hub, ufficialmente nato nel 2008, ammontavano a 21,6 miliardi di dollari di Hong Kong (circa 2,47 miliardi di euro), concessi dal parlamento locale al tempo dell’apertura, ben prima cioè del fallimento della Umbrella Revolution e della stretta cinese sull’autonomia della città (prima di allora regolata secondo il criterio “uno Stato due sistemi”). “Attualmente, il distretto fa affidamento sui prestiti“, ha detto l’Ad della WKCDA, Betty Fung, allo Standard. “Lo scenario peggiore sarebbe quello di continuare così”.
Stando all’amministratrice delegata, il polo culturale meriterebbe un serio investimento istituzionale, visto il rendimento e la qualità delle proposte artistiche e culturali. Fung ha dichiarato che il WKCDA ha registrato oltre 4 milioni di visite nell’anno 2022-2023, con l’M+ che ha attirato 2,7 milioni di persone e l’Hong Kong Palace Museum altri 1,25 milioni. I ricavi derivanti dalla vendita dei biglietti nei due musei hanno coperto quasi la metà delle spese, lasciando il WKCDA a finanziare il resto dei costi per mostre, assicurazioni, trasporti, elettricità, gestione e stipendi. Nel segnalare l’esaurimento dei fondi, lo scorso 14 febbraio, Fung ha aggiunto di essere fiduciosa che un aumento delle mostre speciali potrebbe aumentare la partecipazione dei visitatori nel 2024.
Lo stato della West Kowloon Cultural District Authority
Secondo l’ultimo rapporto annuale del WKCDA, il polo artistico autofinanziato ha registrato un deficit di oltre 1,3 miliardi di dollari di Hong Kong nel 2023, in calo rispetto agli 1,5 miliardi dell’anno precedente. L’anno scorso è stato inoltre presentato al governo cinese locale un piano volto ad aumentare le entrate del polo artistico, ancora senza risposta: Fung ha esortato il governo ad accelerarne l’approvazione così da non ostacolare la capacità del museo di pianificare delle nuove, grandi mostre in collaborazione con le istituzioni internazionali. Nel frattempo, il segretario alla Cultura, allo Sport e al Turismo Kevin Yeung ha affermato che le autorità avrebbero continuato a collaborare con il WKCDA: “Il governo ha investito una grande quantità di risorse nell’istituzione del Distretto Culturale di West Kowloon, oltre a offrire assistenza per l’acquisizione del terreno e per la sua costruzione“, ha commentato, stando alla Hong Kong Free Press. “Continueremo a lavorare con loro per risolvere i problemi”.
L’aggravarsi della crisi del West Kowloon Cultural District
Dopo un paio di mesi senza risposta, dal West Kowloon Cultural District hanno annunciato che, se il governo non risolverà la crisi dei finanziamenti entro agosto, saranno costretti a ridurre i giorni di apertura dei musei (da sei a quattro) e gli orari di apertura del teatro d’opera. “Ma questo sarà giusto nei confronti del pubblico?” ha commentato il presidente del CdA del WKCD, Henry Tang, in un’intervista radiofonica con iCableNews il 18 maggio. “Dopo tutto, questa non è un’impresa commerciale ma un progetto chiave di politica pubblica”. E di conseguenza, stando a Tang, questa riduzione dei giorni di apertura potrebbe avere un impatto negativo sul tentativo della città di affermarsi come hub culturale internazionale.
Giulia Giaume
Articolo aggiornato il 23 maggio 2024.
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