Un omaggio alla fotografia di Daniele Tamagni a Milano
Un fotografo che immortalò la gioia di vivere, nel suo unire moda, giornalismo, cronaca e mondo della strada. Questo fu Daniele Tamagni, prematuramente scomparso nel 2017. Ora in mostra a Palazzo Morando a Milano
Sono passati poco più di sei anni da quando Daniele Tamagni (Milano, 1975-2017) se ne è andato, a soli 42 anni. Ricordo di averlo incontrato e di avere avuto l’impressione di un uomo che ci credeva, che credeva al suo lavoro, alla fotografia, al suo progetto. La mostra a Palazzo Morando è la prima grande retrospettiva dedicatagli, promossa dall’omonima fondazione, con novanta fotografie, di cui alcune inedite.
La mostra di Daniele Tamagni a Palazzo Morando
Daniele Tamagni Style Is Life è il titolo della mostra ospitata a Palazzo Morando a Milano, curata da Aïda Muluneh e Chiara Bardelli Nonino.
È un’esposizione allegra, colorata in cui sono presenti i diversi linguaggi che hanno caratterizzato la sua originale ricerca, in cui fotogiornalismo, fotografia di strada e moda, si confrontano in una cifra stilistica riconoscibile. Ricerca, che gli aveva fatto conquistare – poco più che trentenne, nel 2007 – il Canon Young Photographer Award. E poi, nel 2010, l’ICP Infinity Award e ancora il World Press Photo Award, con le immagini delle lottatrici boliviane.
Nelle sue foto, scattate in giro per il mondo, c’è la gioia di vivere, sottolineata dai sorrisi, dagli abiti colorati, dalle pose talvolta eccessive. È evidente l’interesse di Tamagni nei confronti dei dettagli, che si tratti di occhiali, orologi, abiti. La sua volontà era quella di immergersi in ciò che vedeva e quindi fotografava.
Le fotografie di Daniele Tamagni esposte a Milano
C’è molto della storia della fotografia nei suoi lavori; pare si possa riconoscere la traccia di alcuni ritratti di The Deep South di Walker Evans, nei suoi sapeurs congolesi della SAPE, appartenenti alla Società degli Animatori e delle Persone Eleganti, i “dandy” di Bacongo, quartiere di Brazzaville nella Repubblica del Congo. Lo sguardo di Daniele era particolare, andava oltre le giocose apparenze per cercare di investigarne la storia, strettamente legata al tentativo di avvicinarsi al mondo dei colonizzatori francesi. Sfruttatori, ma anche modelli a cui rifarsi.
In mostra ci sono anche i metallari del Botswana del 2012. Anche qui lo sguardo è attento al dettaglio, alla particolare cultura di un preciso momento della storia sociale di quel luogo.
Si continua con altri esempi di street photography, realizzate a Johannesburg. Si nota il suo entrare in contatto con le persone: è un lavoro di matrice sociale in cui le sottoculture, l’underground, giocano un ruolo di tutto rispetto.
Interessante è infine la sezione dedicata alla settimana della moda di Dakar, che mette in luce le differenze tra i mondi e le situazioni. La sua è una fotografia di moda diversa, che esce dal contesto per guardare alla strada, al vissuto di mondi profondamente diversi tra loro.
Angela Madesani
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